
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Lavoro autonomo: tutele e opportunità per ripartire, innovare e competere
A titolo personale hanno partecipato rappresentanti di: Associazione Nazionale Dottori Commercialisti e Esperti Contabili, ConfProfessioni Lazio, Nidil-CGIL Treviso
Questa Agorà sarà dedicata al mondo dei lavoratori autonomi, professionisti a P.IVA, artigiani, piccoli imprenditori, tra le categorie più colpite dalla crisi provocata dalla pandemia. La sfida della ripartenza e delle sue opportunità è la sfida innanzitutto per nuovi diritti e nuove tutele a sostegno di chi innova e compete.
Sintesi dell'Agorà
Il lavoro autonomo ha pagato il prezzo più alto dal punto di vista delle conseguenze economiche e sociali della pandemia: per lo più giovani e donne, professionisti, collaboratori, artigiani e commercianti che sono entrati in pandemia senza tutele, l’hanno attraversata senza reddito e ora rischiano di uscirne senza prospettive. Si pone quindi l’esigenza di una riflessione da parte del Partito Democratico e di tutte le forze politiche e sociali del campo del centrosinistra riguardo alla capacità di farsi carico della rappresentanza politica di un mondo variegato e frammentato di figure diverse, isolate e spesso abbandonate ma che rappresenta il 12% del PIL del nostro Paese.
Con l’introduzione dell’ISCRO, l’indennità per gli autonomi iscritti alla Gestione Separata, è proseguito un percorso, iniziato nella precedente legislatura con la Dis-coll, la legge 81/2017, la norma sull’equo compenso e il taglio dell’aliquota della gestione separata, verso l’estensione dei diritti e del welfare ai lavoratori autonomi. Quel percorso va consolidato in un’ottica universalistica nei termini di assicurare ancora più garanzie, tutele e misure di sicurezza per le partite IVA che di fronte a cali involontari del reddito si trovano senza protezione. Si impone una questione anche di dignità. Il compenso deve essere equo e certo. Un libero professionista, specie agli inizi, rischia di non avere il potere contrattuale per definire prezzi equi. Occorre affermare il principio di base che il costo del lavoro autonomo per una impresa non possa essere lo stesso, o più basso, di quello del lavoro subordinato. A partire da questo principio va contrastato dumping delle tariffe all’interno delle stesse categorie professionali. Il compenso equo non è veramente un diritto se questo non è realmente esigibile in caso di inadempienza del committente/cliente: vanno individuati quindi gli strumenti per assicurare al lavoratore autonomo l’esigibilità del credito da lavoro. Allo stesso modo è urgente rafforzare gli strumenti per la definizione del lavoro autonomo e per l’identificazione del lavoro subordinato. Il lavoro in finta partita IVA oltre ad essere strumento di effettiva precarizzazione per il lavoratore è anche elemento di dumping per i liberi professionisti reali, che si trovano privati di potere contrattuale e costretti ad un abbassamento delle tariffe. Va rilanciata poi la cultura all’autoimprenditorialità attraverso interventi sul fronte del fisco, della semplificazione burocratica, della formazione continua e attraverso la promozione di aggregazioni, specie per i professionisti giovani.
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