
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Re-immaginare la città: sostenibililtà, ambiente, qualità della vita. Il futuro è già qui.
Legambiente, Globe Italia, FAI, CGIL Veneto, Comune di Milano (città della Cop26), ISPRA
La città è uno dei prodotti più riusciti della specie umana. Si tratta di un fenomeno sociale sviluppatosi migliaia di anni fa. Quasi contemporaneamente in diverse parti del mondo, le città si sono moltiplicate, crescendo in numero, dimensioni, adattandosi ed evolvendo nel tempo spinte dai cambiamenti dell’economia, della società, dell’ambiente. Secondo le Nazioni Unite circa il 55% della popolazione mondiale vive in paesi e città, percentuale che entro il 2050 si prevede possa aumentare fino a raggiungere il 70%. Numeri impressionanti se si pensa che nonostante le città occupino meno del 2% del territorio mondiale producono l’80% del PIL e oltre il 70% delle emissioni di carbonio. Nell’epoca della transizione ecologica occorre quindi reinventare le città in un’ottica circolare e sostenibile. E questo vale a maggior ragione in uno scenario in cui i tessuti sociali rischiano ulteriormente di “sfilacciarsi” a causa della pandemia e vanno rafforzati con la creazione di nuove reti, con l’innovazione, la tecnologia “verde”. Le città sono i luoghi dove emergono più chiaramente le contraddizioni del nostro modo di vivere, che possono risolversi soltanto mediante soluzioni innovative, applicabili anche a livello globale. La pandemia ha colpito pesantemente i centri urbani, dove il distanziamento fisico ha rischiato di disgregare le nostre comunità. Al distanziamento sociale ha fatto da contrappeso l’avvicinamento digitale, che ha dato linfa al tessuto sociale durante questa fase complessa della vita di noi tutti.
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Sintesi dell'Agorà
La rigenerazione urbana incrocia il tema delle città, realtà che va intesa come motore della transizione ecologica. In Veneto questa considerazione vale doppiamente. Le città producono circa il 70% delle emissioni globali di carbonio, sono responsabili di oltre il 60% dell’uso delle risorse e producono il 50% dei rifiuti globali. Considerando che, secondo le proiezioni, entro il 2050 circa due terzi della popolazione mondiale vivrà nelle città, queste ultime avranno dunque un ruolo chiave nell’affrontare gli effetti del cambiamento climatico, e potranno farlo adottando in modo sistematico l’economia circolare che va dal trattamento e riciclo dei rifiuti, al teleriscaldamento, alla mobilità sostenibile del trasporto pubblico locale, a nuovi quartieri a misura d’uomo (non solo la città in 15 minuti) ma nuove aree urbane a misura di anziano, di famiglie mononucleari anche per combattere le solitudini. Per questo anche la disciplina urbanistica regionale (comunale e nazionale direi) va aggiornata alla luce di queste sfide. Siamo secondo i dati ISPRA, dopo la Lombardia, la seconda regione italiana per consumo di suolo. La legge 14/2017 nata con l’obiettivo di ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato contiene in premessa principi nobilissimi, ma l’impianto e le sue ampie deroghe la rendono del tutto inefficace ad affrontare un problema che interessa la tutela del paesaggio veneto, delle produzioni agricole di qualità, la lotta alle emissioni climalteranti, il dissesto idrogeologico, il buon costruire. Siamo la regione del Tiziano e del Palladio, delle ville della riviera del Brenta, dello IUAV e ci permettiamo di avere metri cubi di cemento senza un ordine urbanistico peraltro spesso brutto. Un approccio che deve essere sicuramente proattivo (non da campana di vetro) ma che coniughi uno sviluppo nuovo sostenibile e a misura di cittadina/o con la buona economia.
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