
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Riattiviamo i Circoli per affermarci partito della prossimità sui territori.
Per invertire il fenomeno dell’astensionismo, la politica deve riacquistare fiducia ripartendo dal dialogo sociale. Il ruolo del PD è fondamentale per riportare al centro del dibattito i temi veri d’interesse sociale. Inoltre, come ha indicato il segretario nazionale Enrico Letta, il PD dovrà affermarsi partito della prossimità sui territori. A tal fine, i Circoli territoriali rappresentano una grande risorsa e la formazione politica sarà di fondamentale importanza. L’Agorà intende stimolare la riflessione su come riattivare i Circoli e con quali strumenti per accrescere partecipazione e senso di appartenenza nei valori del PD.
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Per me è essenziale ripartire dai Circoli. Ho partecipato alla Consultazione dello scorso marzo e credo che, continuando in questa direzione con le Agorà, possiamo veramente fare qualcosa per invertire una tendenza pericolosa (perché la rassegnazione alimenta il populismo, specialmente quello che inneggia al demagogo di turno).
Ne abbiamo parlato (nel Circolo e nell'Agorà "Quale formazione per iscritti, simpatizzanti, dirigenti?"). Un problema è come stimolare la partecipazione degli iscritti, spesso frenata da impegni lavorativi e familiari, ma anche da insufficiente informazione ("non ci capisco niente di queste cose") e da scarsa motivazione ("tanto non serve a niente").
Per me la chiave sta nella corretta applicazione dei concetti della democrazia rappresentativa: il rappresentante (il dirigente o l'eletto) deve confrontarsi con i rappresentati (gli iscritti) informando, raccogliendo opinioni e proposte, e in sostanza "rendendo conto". Il rappresentato deve d'altra parte potere dire la sua, discutere le proposte, segnalare problemi, proporre soluzioni, "votare" le proposte.
A ben pensarci, si tratta delle regole delle Agorà. E per questo ho sottolineato "votare". Perché da un lato implica che l'opinione dell'iscritto ha un peso (viene "ascoltato"), dall'altro che l'iscritto deve esercitarsi al metodo democratico, che implica mediazione (cioè a saper discutere e cercare di convincere), così come anche accettazione delle decisioni prese a maggioranza.
In sostanza, un modo per motivare gli iscritti potrebbe essere:
- programmare riunioni periodiche nei Circoli (una al mese);
- su temi di interesse (anche non locale, ma soprattutto generale: la legge Zan, le politiche dell'immigrazione, la transizione energetica, l'organizzazione del partito, il finanziamento della politica, le riforme costituzionali, le alleanze elettorali...);
- con la partecipazione di un dirigente o eletto che illustri la posizione del partito (che molto spesso gli iscritti non conoscono bene...);
- con gli interventi degli iscritti secondo il metodo delle Agorà (tutti/e possono/devono intervenire);
- con una votazione finale sulle proposte o prese di posizione emerse.
Mi rendo conto che i rappresentanti hanno moltissimi impegni, però credo che potrebbero riservare un paio di ore del loro tempo 5-6 volte l'anno per parlare con gli iscritti (anche magari con collegamento online). E non sempre dovrebbero essere rappresentanti nazionali (ma perché no?), ma anche "intermedi", o al limite di gruppi di attivisti, o associazioni ecc.
Questo permetterebbe sia di informare la base (fare formazione), sia di consultarla (fare confronto e coinvolgimento). La chiave deve essere che "l'opinione di qualunque iscritto/a verrà presa in considerazione".
Un saluto
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