
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Riforma del sistema elettorale-la sfida del superamento delle liste bloccate
Com'è noto, il referendum tenutosi nel settembre dello scorso anno ha dato via libera alla definitiva entrata in vigore della legge costituzionale 1/2020, relativa alla riduzione del numero dei parlamentari. Ad oggi, però, quello che è stato salutato come l’avvio di una serie di riforme istituzionali risulta essere il primo tassello di un puzzle ancora tutto da completare. In questo contesto si innesta la questione della riforma del sistema elettorale, dovendosi coniugare l’esigenza della governabilità con l’esigenza della rappresentatività. La sfida resta quella del superamento delle liste bloccate con la reintroduzione delle preferenze che consentirebbe – da un lato – di veder riconosciuto agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti e – dall’altro lato – di rinsaldare il rapporto eletto/elettore, oggi svilito da un sistema che tende alla nomina degli eletti, con buona pace degli elettori chiamati a ratificare scelte che sempre più spesso vengono prese a discapito del radicamento che l’eletto/nominato dovrebbe avere con il territorio che andrà a rappresentare.
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7 commenti
Nel riformare il sistema elettorale reintroducendo le preferenze si debba prevedere preventivamente un filtro rigoroso per evitare che vengano proposti candidati in qualche modo collusi con la criminalità ed i gruppi di potere. Gli elettori purtroppo non hanno anticorpi contro queste eventualità, e troppo spesso vengono eletti personaggi che invece del bene comune privilegiano interessi di parte. Come fare? E' questa la domanda.
Ora i candidati sono scelti dalle segreterie dei partiti tenendo presente (presumo) il grado di "fedeltà" dei candidati al "Capo". La introduzione di nuna o due preferenze, queste subordinate ad una alternanza di genere, permetterebbe una maggiore vivacità da parte dei candidati, che per forza di cose dovrebbero farsi conoscere meglio dagli elettori, che poi farebbero le loro scelte con migliore informazione.
Conversazioni con Gianfranco Pergher
Le liste bloccate invertono il principio di rappresentanza, facendo sì che gli eletti rendano conto non “verso il basso” agli elettori, ma “verso l’alto” a chi li ha inseriti nella lista. Questo ha avuto non poche conseguenze sulla disaffezione e perfino diffidenza dei cittadini nei confronti della politica. Inoltre impedisce una buona selezione della classe dirigente, perché gli eletti vengono selezionati in base alla fedeltà personale al capo o alla corrente, e non in base alle proprie capacità.
Faccio però notare che anche le elezioni dell’Assemblea nazionale (e di conseguenza della Direzione) del Partito Democratico avvengono con liste bloccate (artt. Artt. 9, 10, 11 e in particolare art. 9 comma 8: “I membri dell’Assemblea nazionale vengono eletti sulla base dell’ordine di presentazione nella lista”). Questo ha contribuito a creare forme di leaderismo personalistico e di “scollamento” fra la base degli iscritti ed elettori da una parte, e organi di rappresentanza del partito dall’altra.
Perciò credo che vada reintrodotto il voto di preferenza (unica o doppia con rappresentanza di genere).
Rimane però anche il problema della selezione dei candidati, perché se vengono scelti dall'alto ritorniamo da capo. Bisognerebbe applicare fino in fondo il principio di rappresentanza, sia per la scelta dei dirigenti, sia per quella dei candidati. Ai vari livelli territoriali si costituiscono Assemblee (di Circolo, di Provincia, di Regione, Nazionale); i membri di ciascuna Assemblea scelgono al loro interno uno/a o più rappresentanti al livello successivo (il Circolo elegge un rappresentante all'assemblea provinciale, l'Assemblea provinciale a quella regionale, e così via). I rappresentanti si impegnano a incontri periodici con i rappresentati per informare, rendere conto, spiegare e raccogliere proposte. A ciascun livello spetterebbe all'Assemblea scegliere i candidati alle elezioni del livello territoriale corrispondente. Questo creerebbe una catena ininterrotta di rappresentanza, dal Circolo fino all'Assemblea nazionale del partito, e potrebbe essere una buona "iniezione di fiducia" nel sistema politico. Altrimenti chi si sente "tagliato fuori" non va a votare o lascia il partito.
Il partito a sua volta rappresenta i cittadini che si riconoscono nello stesso orientamento politico. Dovrebbe perciò organizzare anche assemblee che coinvolgano i cittadini. Il "format" delle Agorà democratiche mi sembra l'ideale, e continuerei così, anche rendendole non dico permanenti, ma periodiche. In questo il ruolo degli iscritti deve rimanere essenziale, perché, se l'iscritto in quanto tale non ha un ruolo (anche decisionale), a che serve iscriversi?
Mi sembra una ottima analisi. Grazie e saluti
Rimane però la necessità di un controllo sui candidati per assicurarsi che non abbiano legami con malavita e potentati finanziare. Sarebbe infatti facile, distribuendo un po' di favori, far candidare personaggi che poi curerànno interessi di questi, anziché della collettività.
Conversazioni con Gianfranco Pergher
Scusate, non capisco se questa Agorà è in presenza o online. Se è online, verrà mandato il link ai partecipanti?
Caro Gianfranco, gli organizzatori hanno optato per farla solo in presenza. Cordiali Saluti.
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