
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Una legge per i partiti, una legge per la democrazia
Promossa dal deputato Pd Andrea De Maria in collaborazione con esponenti del Partito Democratico, di Articolo 1, docenti e ricercatori
Documento preparatorio dell’Agorà sulla forma partito in attuazione all’art. 49 della Costituzione La Costituzione italiana sostiene la libera associazione tra i cittadini attraverso i partiti, ma soprattutto riconosce il diritto di ogni singolo di partecipare alla vita politica del paese. Lo fa all’articolo 49 lì dove sancisce la rilevanza di organizzazioni che in tutta Europa a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale costituiranno la spina dorsale delle moderne democrazie. Tuttavia l’art. 49 non ha come oggetto l’organizzazione interna dei partiti, non per dimenticanza, ma per evitare una disciplina che avrebbe potuto fornire pretesto a misure antidemocratiche soprattutto nei confronti dei partiti di opposizione. L’’obiettivo della nostra Agorà è quello di offrire alcune idee fondamentali su come garantire un’attuazione concreta dell’Art. 49 della Costituzione nelle condizioni attuali. Il punto di partenza è la convinzione che i partiti debbano ridiventare luogo di confronto ed elaborazione collettiva sulle questioni nazionali e sui grandi temi globali, che in tutto il mondo mobilitano milioni di persone, a partire dalle nuove generazioni. Bisogna perciò favorire la partecipazione diretta – anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie – di iscritti ed iscritte per la definizione comune delle scelte fondamentali. Dalla linea politica alla rappresentanza nelle istituzioni, all’organizzazione interna al partito stesso, deve essere garantita la massima partecipazione democratica, il bilanciamento dei poteri, la trasparenza degli atti. Inoltre, i partiti devono considerare la rappresentanza e la differenza di genere un punto costitutivo imprescindibile della propria natura e devono diventare il luogo principale dove la diversità trova spazio e ruolo.
Per promuovere questi obiettivi, nella nostra Agorà vogliamo ragionare su alcune domande fondamentali:
1. In che modo un intervento legislativo può garantire nelle attuali condizioni i diritti di iscritte e iscritti, la trasparenza e la democraticità delle procedure e interne e l’indispensabile “funzione costituzionale” che i partiti sono chiamati a svolgere?
2. Come si può regolare e incoraggiare il ricorso dei partiti alle primarie per la selezione delle candidature alle cariche istituzionali, specie di quelle monocratiche?
3. Come riformare la legge sul finanziamento pubblico dei partiti, a garanzia dell’autonomia delle forze politiche e del rafforzamento della loro capacità di elaborazione programmatica e di formazione politica?
4. Come è possibile garantire, assicurare e promuovere la più piena partecipazione di uomini e donne alla vita dei partiti, negli organismi che ne definiscono identità e scelte, nella definizione delle priorità dell’agenda e nella selezione delle candidature?
5. Sulla base della discussione delle questioni sopra citate, quale legge elettorale può consentire la ricostruzione di soggetti politici stabili, radicati nella società e dotati di un riconoscibile profilo politico-culturale?
Sesa Amici, Andrea Benetti, Nicolò Carboni, Roberta D’Amico, Alfredo D’Attorre, Andrea De Maria, Emanuele Felice, Arianna Furi, Lara LaTorre, Simona Lembi, Danila Longo, Annalisa Marasciullo, Marcella Marcelli, Laura Onofri, Maria Pia Pizzolante, Carlo Rutigliano, Tommaso Sasso, Riccardo Sbordoni, Nico Stumpo, Maurizio Tarantino, Andrea Zuddas.
Sintesi dell'Agorà
L’incontro ha avuto al centro la necessità di elaborare una nuova legge per il funzionamento dei partiti politici a partire dall’art.49 della Costituzione. In particolare ne è mersa l’esigenza di un provvedimento legislativo che ne garantisca trasparenza, rappresentanza e responsabilità.
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10 commenti
La legge elettorale è buona quella vigente e cioè il Rosatellum 2.0 perché è la legge rappresentativa di tutto il popolo e quindi la più democratica con il sistema misto.
Egregio sig. Romeo, il cosi detto "Rosatellum", da più parti è stato giudicato perfino peggiore del "porcellum" di "Calderoniana" memoria, fatto più per non far vincere che per fare emergere una coalizione. Se si vuole veramente rappresentare tutto il popolo votante si deve virare sul proporzionale puro, magari con un alto sbarramento per consentire la "governabilità".
Conversazioni con Andrea De Maria, Deputato
Approfitto anch'io di questo spazio per comunicare che tra i promotori del documento che sarà alla base della nostra discussione di lunedì 20 ci sono anche PAOLO ACUNZO e ANTONIO DERINALDIS, due presenze importanti. Li ringraziamo
Buonasera Andrea, il documento di cui si parla è quello che corrisponde alla descrizione di questa Agorà? Oppure la base di discussione è su un documento più articolato che sarà condiviso ai partecipanti prima dell'evento (ad esempio all'indirizzo mail con il quale ci si è registrati)? Grazie per la risposta, Manuela Luzi
Sì, quello è il documento che lancia l'Agorà. Immagino che nel corso della discussione si arricchirà notevolmente.
La creazione di percorsi istituzionali per la partecipazione popolare è fondamentale per la creazione di una democrazia matura e reale. In questa ottica sarebbe essenziale trovare forme legislative per tutelare e diffondere strumenti di partecipazione come le primarie, per quelle forze politiche che vorranno utilizzarle per la selezione della propria classe dirigente in modo trasparente e garantito. Sarà un piacere confrontarsi nell'agorà sulle migliori forme per utilizzo di questo e altri strumenti di democrazia partecipata.
Credo ormai necessaria una legge condivisa per regolamentare la vita democratica nei partiti, nella trasparenza dei finanziamenti, nella selezione della classe dirigente con congressi regolari e leadership contendibili, finanziamento pubblico per sottrarli ai condizionamenti delle fondazioni al servizio di capi di partiti personali.
Vado all'ultimo punto, non sottovalutando gli altri. Oggi è assolutamente necessario uscire con una proposta di legge elettorale che permetta ai cittadini, fin dalla prossima tornata elettorale per il rinnovo del "rinnovato" Senato e Camera, la più completa libertà nella individuazione dei loro rappresentanti. Nessun listino, doppia preferenza di genere. Il sistema elettorale deve tornare a essere proporzionale, con uno sbarramento che impedisca la frammentazione, escludendo le rappresentanze delle minoranze linguistiche. In una parola il modello tedesco.
I Partiti, se lo vorranno, si diano regole interne che impediscano la vergogna del " cambio di casacca " in corso di legislatura.
Un ringraziamento speciale ai professori Ignazi, Bardi, Bonaga, Fiorelli, Massari, Piccio, Sandri che hanno contribuito in modo determinante alla precedente Agorà del 6 settembre a Bologna, dove abbiamo cominciato a ragionare sulle tematiche dell’incontro di oggi e che saranno un riferimento prezioso nella stesura di progetti di legge che facciano riferimento al lavoro delle due Agorà. CI VEDIAMO ALLE 18.30!
Una discussione molto interessante, cui mi spiace non aver potuto assistere di persona, che ho piacevolmente recuperato su Radio Radicale.
Il tema della forma partito, della sua regolamentazione, funzionamento e finanziamento è centrale, com’è stato autorevolmente richiamato, rispetto alla necessità di affrontare la crisi delle democrazie liberali. Non ne è “la soluzione”, come dimostra il fatto che sta investendo paesi che hanno un sistema politico ancora forte e regolamentato, ma è certamente parte della soluzione.
Nello stesso tempo sono convinto che lo scarso livello di partecipazione alle decisioni che riguardano gli interessi collettivi sia concausa delle difficoltà economiche del ns paese. Obiettivi non condivisi, inevitabili processi top down (non necessariamente voluti ma ritenuti necessari pena la palude) non mobilitano, non spingono ognuno a fare il meglio per il raggiungimento dello scopo comune, non necessariamente corrispondono ai reali bisogni e alle attese dei cittadini.
Rispetto a quanto detto nel dibattito, tra le tante cose condivisibili, il punto chiave mi pare quello del “contare” sollevato da Antonella Pepe e ripreso da altri tra cui Peppe Provenzano.
Voglio forzare il ragionamento: il partito è in grado di cedere potere (reale) ai propri iscritti? Se lo farà, e ciò che conta non sono le forme (in presenza, digitali, tematiche, innovative) ma la sostanza, ritroverà persone disposte ad investire tempo e pensiero. Diversamente rischia di rimanere un esercizio per pochi, non necessariamente i migliori, svolgendo, come la prof. Urbinati ha recentemente scritto, una funzione utile solo ai pochi “adepti”.
Quindi al centro della regolamentazione dovrà trovarsi la garanzia del funzionamento democratico dei partiti.
Mi piacerebbe continuare a seguire il dibattito, vi sarò grato se mi farete sapere se ci saranno altri appuntamenti e ricevere i documenti che saranno elaborati.
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