
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Ridare fiducia ALLA politica
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Sintesi dell'Agorà
L’Agorà si è svolta in modalità on-line lunedì 13 dicembre 2021, con inizio alle ore 21, ed ha affrontato il tema proposto, che in sintesi richiede alla Politica (e al PD in particolare) di definire sé stesso, non solo come insieme di valori ma soprattutto indicando il modello sociale ed economico a cui tende. E di definirlo prima di affrontare il tema delle alleanze. “Ridare Fiducia ALLA Politica” esprime la constatazione che la Politica ha rinunciato da un trentennio ad immaginare e proporre modelli economici, delegando questa funzione ai tecnici, ai quali talvolta ha delegato anche la funzione di Governo. All’interno di una cornice economica che riconosce le leggi del Mercato non c’è un unico quadro economico, e quello dominante (liberista) ha mostrato il limite dei suoi strumenti di produzione della ricchezza (con la crisi del 2008-10) sia l’evidente inefficacia dei metodi di distribuzione della ricchezza. Da oltre un decennio nuovi modelli economici sono stati proposti ed in parte già provati sul terreno. Cresce in questi mesi l’attenzione verso dispositivi economici più adatti a gestire l’uscita dalla crisi sociale mondiale indotta dalla pandemia. Ci riferiamo a modelli quali la “Social Impulse Economy” ed alla recente formulazione del “Liberalismo Inclusivo”. Purtroppo, la Politica è rimasta assente da questo processo che invece dovrebbe vederla protagonista. A nostro avviso l’uso in Politica di parole abusate, che rimandano a modelli sociali ideati in situazioni storiche assai differenti dall’attuale, riescono ancora a solleticano consensi (ormai sempre meno) su base sentimentale, ma non sono più sufficienti a definire ciò che realmente vuole costruire il Centrosinistra. Non è più il caso di rinviare e nascondere l’urgenza che la Politica riprenda in mano la progettualità che le compete. Per questo, il PD deve INNANZITUTTO definire sé stesso, e solo successivamente cercare alleanze in un “campo vasto” di Centrosinistra che realmente condivida le basi di partenza e gli obiettivi da raggiungere. Analisi del reale ed elaborazione politica di un modello condiviso, in sintesi, furono alla base del tentativo messo in atto dal movimento “per l’Italia che Vogliamo” che nel febbraio del ’95 in un momento di profonda crisi nazionale partì per la costruzione de L’ULIVO, non casualmente all’indomani della pubblicazione del sintetico saggio di Romano Prodi per “un Capitalismo ben temperato”. Ma che si interruppe quando, sulle sue bandiere, comparve la scritta “Alleanza per il Governo”, che sancì la scelta di non affrontare il difficile percorso di superamento (anche sentimentale) delle diversità ideologiche per concentrarsi invece sulle opportunità elettorali. Non ripetiamo gli stessi dolorosi errori! Le tematiche più importanti emerse dal dibattito, che hanno arricchito la proposta iniziale, sono più diffusamente riportati in allegato. In sintesi, sono state: • La necessità di allargare l’ambito del modello socioeconomico da costruire e verso cui tendere, includendo oltre ai rapporti tra gli individui, anche quello con il Pianeta, e dunque inserendo a pieno diritto nella visione politica anche l’obiettivo della sostenibilità ambientale. • La preoccupazione per la crescita di un sempre più diffuso movimento di antipolitica, che nasce proprio a causa dell’auto-svuotamento dei compiti essenziali dei partiti e minaccia le basi della democrazia. Sono anche emersi spunti sull’Organizzazione di Partito e sulla definizione dei Valori sulla base dei quali orientare le riforme, in primis quella delle Pubbliche Amministrazioni, la cui funzione principale è quella di Garanzia dei Diritti Democratici e non la mera fornitura di servizi (talora scadenti). Di fronte all’ambiziosità degli intenti non è mancata nel dibattito l’espressione di una visione non decisamente “pessimista”, ma di certo più “realista”, in merito alle difficoltà da superare. L’Agorà è terminata puntualmente alle 23.
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