
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Più potere e libertà ai diciotto anni, con un passaggio generazionale più giusto
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Parlare di giovani non basta. Il Forum Disuguaglianze e Diversità ha una proposta per cambiare davvero le cose. L’Italia attraversa una grave crisi generazionale che si esprime in pochi laureati rispetto alla media EU, alto numero di ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano, abbandono scolastico, crisi di natalità, salari bassi di entrata, pervasivo ricorso al lavoro gratuito. L’istruzione è un tassello fondamentale per colmare le disuguaglianze di opportunità, ma non basta. Oggi nel nostro paese il futuro di un giovane o una giovane è determinato in misura sempre maggiore dalla ricchezza della famiglia di origine, che resta una risorsa cruciale.
Due ragazze che hanno frequentato con passione e ottimi risultati un istituto tecnico e che dopo la maturità vogliono continuare a studiare e sperimentare, saranno facilitate o ostacolate nel perseguire i propri disegni di vita a seconda dalla possibilità o meno di poter contare sulla ricchezza della propria famiglia di origine. Il Forum Disuguaglianze e Diversità, che lavora per produrre politiche di contrasto alle crescenti disuguaglianze, ha formulato una proposta per far pesare meno la ricchezza familiare nella vita dei e delle giovani. E’ una proposta in due mosse. La prima è di eliminare l’anomalia italiana: l’assenza di incisività e di progressività nelle imposte sulle successioni e donazioni. Un’ingiustizia, non motivabile.
La nostra proposta prevede una modifica dell’attuale imposta, con una soglia di esenzione di 500 mila euro, che consente al 95% circa di eredi e beneficiari di ricevere l’intero patrimonio trasferito dai familiari senza pagare imposta alcuna. Solo al di sopra di questa soglia è previsto un prelievo progressivo. A questa proposta se ne associa una seconda: l’istituzione di un’eredità di 15.000 euro (il 10% della ricchezza media) al compimento dei 18 anni, universale, incondizionata e accompagnata. Universale perché ogni selettività è densa di problemi: è difficile separare in modo inequivocabile i bisognosi dai non bisognosi e questo potrebbe provocare distorsioni e percezioni di iniquità di trattamento. L’universalismo aumenta, invece, la coesione sociale e il senso di comune appartenenza: dare a tutti e tutte la stessa cifra al passaggio cruciale verso la vita adulta. Incondizionata perché il nostro obiettivo è accrescere la libertà “sostanziale” dei giovani non decidendo per loro come usare quanto ricevuto, ma lasciandoli scegliere se viaggiare, studiare in un’Università lontana da casa, tentare, anche in gruppo, un progetto imprenditoriale o risparmiare.
Accompagnata, perché prevediamo interventi formativi di educazione finanziaria e di indirizzo alle scelte, coinvolgendo tutti gli attori territoriali, dentro e fuori le scuole, al fine di contrastare le differenze nelle capacità di decisione e di promuovere un confronto fra i e le giovani volto ad orientarli nelle decisioni sul percorso di vita da intraprendere. Fra l’altro, si tratterebbe anche di una bella innovazione educativa. La prima di queste misure finanzierebbe in larga misura la seconda. Ci incontreremo per dibattere di questa proposta che può rappresentare il segno di un genuino cambio di rotta nell’affrontare davvero il “tema giovani”.
La proposta, che si è arricchita di 24 mesi di confronto con comunità di giovani in tutta Italia, può fare in questa sede un passo ulteriore.
Documenti da scaricare
- Proposta contenuta nel Rapporto “15 Proposte per la giustizia sociale” https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2019/03/3-passaggio-generazionale.x96206.x38612.pdf
- Proposta in pillole https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2019/11/Pillola_Proposta15.x38612.pdf
- Articolo su LaVoce.info https://www.lavoce.info/archives/74648/per-un-passaggio-generazionale-piu-giusto/
- Accedi a tutti i materiali della proposta https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/eredita-universale/
ID riunione: 823 4565 5820 Passcode: 189864
Sintesi dell'Agorà
L’Agorà ha sviluppato un’approfondita discussione sul tema delle disuguaglianze nel nostro Paese, con un occhio particolare alle nuove generazioni e agli ostacoli strutturali che esse incontrano nella realizzazione dei propri progetti di vita.
L’Agorà si è aperta con la dettagliata esposizione della proposta – elaborata dal Forum Disuguaglianze e Diversità - di istituire un’eredità universale e incondizionata, da assegnare al compimento dei 18 anni e finanziata attraverso una revisione delle imposte sulle grandi eredità e donazioni. Nel presentare la proposta, si è insistito sull’importanza di considerare in maniera unitaria i diversi elementi della proposta.
Nel corso della discussione, tutti i partecipanti hanno apprezzato e sostenuto la struttura complessiva della proposta. La maggior parte degli interventi ha sposato tutti gli elementi della proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità. Qualche voce ha invece invitato a valutare la possibilità di introdurre alcuni criteri per selezionare i destinatari dell’eredità e vincolarne l’utilizzo ad alcuni usi predefiniti. Altri hanno invece richiesto di rafforzare uno degli elementi della proposta che prevede l’intervento di sostegno alle scelte attraverso un potenziamento, anche innovativo, delle attività di formazione e orientamento per definire scelte più consapevoli e informate. Tutti gli interventi si sono espressi a favore di mantenere il legame tra l’eredità universale e una riforma dell’imposta di successione.
In chiusura dell’Agorà sono intervenuti Fabrizio Barca ed Enrico Letta, per tirare le fila della discussione, invitare a portare avanti e sostenere la proposta sulla piattaforma delle Agorà Democratiche e approfondire la riflessione sul tema delle disuguaglianze in Italia.
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16 commenti
Conversazioni con Maria Laura Bufano
Parlare di giovani sicuramente non basta. Sono insegnante anziana in pensione ie oso partecipare al dibattito. Parlando soprattutto di INSEGNANTI.
Da tempo gli insegnanti si trovano a dover rispondere a una domanda: chi ha maggiore responsabilità nelle carenze culturali degli studenti? L'"esterno" alla scuola (reti sociali, trasmissioni e programmi scadenti, videogiochi che danno addizione e soprattutto… I GENITORI), oppure l'"interno" della scuola (la qualità dell'insegnamento, l'impegno degli insegnanti, ecc.)?
Ho quasi sempre dato a questa domanda la seconda risposta.
Denunciando, non si cambuiano le influenze a volte dannose delle reti sociali, i condizionamenti e l'uso improprio delle tecnologie. La scuola dovrebbe essere anche ricerca, certo difficile. Ma è la scuola che può insegnare ai ragazzi a usare le tecnologie, a non essere usati da esse.
Quando ai genitori: non costituiscono una "categoria" legata a un codice di comportamento, come lo sono le categorie dei lavoratori, soprattutto di quelli che si occupano delle persone (insegnanti, medici, ecc.). I genitori sono "la gente". È impossibile "imbrigliare" la gente- vale a dire milioni di persone - in una scala di valori e comportamenti uguale per tutti. Sono circa 7 milioni gli alunni; e, contando anche un solo genitore, si arriva a 14 milioni di persone. Gli insegnanti sono circa 800.000. Dare colpa di tutto ciò che non va ai genitori non va bene. Considerare i genitori tutti uguali è un arbitrio. Una scuola davvero efficace può certamente riverberare interessi e riflessioni utili sull'ambiente esterno. Inoltre è più difficile essere buoni genitori che buoni insegnanti.
C'è stato un grande disorientamento di chi insegna di fronte alla trasformazione di una scuola per pochi in scuola di massa e allo sviluppo tumultuoso della tecnologia. La scuola tendenzialmente per tutti è ancora neonata, a fronte delle migliaia di anni in cui anche solo leggere, scrivere e far di conto erano patrimonio di esigue minoranze e persino la stampa era considerata una rivoluzione. Eppure la scuola è responsabile della decadenza o del progresso del sapere e quindi della società
Perciò mi sono sembrate interessanti le proposte di riforma della scuola finalizzate a valorizzare il lavoro di insegnanti che erano riusciti a trovare risposte alla e a ottenere risultati buoni nella crescita culturale e umana di tutti o quasi tutti gli alunni. Sarebbe stato utile conoscere i percorsi che avevano costruito attraverso la partecipazione VOLONTARIA a un concorso esterno.
Ma qualsiasi accenno di riforma in tal senso ha suscitato la rivolta della maggioranza gli insegnanti. È avvenuto questo con il lontano tentativo di riforma del ministro Luigi Berlinguer (1999), avviene oggi con la rivolta contro un accenno in tal senso che si trovava nel Documento di Bilancio per il 2022, che certamente si sarebbe articolato in proposta. Invece tale accenno è stato deriso, contrastato da buona parte della categoria, e infine cancellato
Confermo e sottoscrivo
Parlare dei giovani e del loro futuro, e di come fare per cercare di renderlo migliore ed ottenere migliori cittadini più realizzati e soddisfatti, credo debba partire innanzi tutto dalla scuola ed a come debba essere impostata e vi rimanda a quanto scritto da Maria Laura Bufano il 6 di gennaio con il cui giudizio sono perfettamente d’accordo. E di conseguenza facciamo subito pressione affinchè gli insegnanti accettino questo primo passo per un miglioramento o vogliamo continuamente peggiorare la scuola nell’interesse della maggioranza degli insegnanti? So che dovrebbero essere in maggior numero e pagati di più e trovarsi inoltre in ambienti adeguatamente strutturati e in organizzazioni, sia generali che singole, più funzionali e meglio strutturate; ma intanto iniziamo con il materiale principale di una scuola che sono gli insegnanti e, nel contempo convinciamo i governi a destinare alla scuola maggiori risorse mettendoci al passo con quelle Allora iniziamo subito a fare pressione affinché, nell’interesse di tutta la Società e cioè del nazioni europee che, in questo campo, destinano quantità maggiori di quanto abbiamo finora fatto noi.
Mi scuso ma bisogna eliminare: Allora iniziamo subito a fare pressione affinchè, nell'interesse di tutta la Società e cioè del
qualche errore e refuso che mi sono sfuggiti, anche se ho riletto tante volte. Sarà la vecchiaia. Chiedo scusa a chi leggesse il mio contributo.
Certamente gli insegnanti e la scuola avrebbero un ruolo importante da svolgere, quando il bellissimo progetto dell'Eredita' Universale si concretizzasse. Informare i giovani sulle opportunita' (ed i rischi) che possono emergere disponendo di fondi propri, e far capire che questa puo' dare una svolta positiva al loro futuro, sono parte fondamentale della proposta.
Sarebbe molto interessante, in futuro, promuovere un sondaggio tra i diciottenni chiedendo:
"Che cosa fareste con i 15,000 euro dell'Eredita' Universale?".
Le risposte aiuterebbero a prevedere possibili mini-corsi di formazione per aiutarli a realizzare i loro progetti di vita.
Bella proposta che condivido in toto, l'unico dubbio è che nell'applicazione concreta possa sorgere qualche problema di coordinamento tra le varie strutture coinvolte, l'importante che il percorso sia accompagnato e quindi l'importanze della scuola. Una società più uguale è anche una società più sicura, oltre che ovviamente giusta.
La misura va coordinata con il problema del salario minimo legale o di ingresso nel mondo del lavoro, anche con forme tipo apprendistato, formazione o da praticante.
Un ultima osservazione, un'altra misura di contrasto alle disuguaglianze sarebbe quella di una vera lotta contro l'evasione fiscale...finalmente.
La proposta del ForumDD è importante e condivisibile. Merita d'essere accolta tra quelle che le Agorà hanno discusso.
Secondo me con le seguenti suggestioni:
- l'elaborazione del ForumDD dimostra una grande disponibilità di energie che vanno integrate nel Pd, dando spazio alle persone, donne e uomini, che la rappresentano e che spesso cercano - fino ad oggi invano - un riferimento di rappresentanza politica, allargando all'esterno i confini di un partito, dando segni chiari di superamento di ogni autoreferenzialità;
- fare proposte serie, di radicale cambiamento, significa mettere a lavorare competenze e elaborare testi, poi proposte di legge, dunque significa affrontare una complessità che non può essere lasciata solo ad appannaggio delle tecnostrutture ministeriali o parlamentari, né, quando se ne discute, può consistere in interventi di "tre minuti" o in scritti "formato WhatsApp" (questo vale anche rispetto al format dato alle Agorà che andrebbe sviluppato, in un "fase 2", selezionando gli obiettivi, creando spazi adeguati di approfondimento, per dare la giusta consistenza ad un'elaborazione propositiva di partito);
- il riequilibrio delle politiche in senso sociale-generazionale va spiegato in modo esplicito come una risposta al crescere delle disuguaglianze e all'inversione drastica della mobilità sociale, tutto aggravato dalla pandemia, dunque anche di rappresentanza di quei giovani e di quelle famiglie che sono penalizzati (i numeri delle iscrizioni all'università, anche quelli recentissimi, e i dati sui laureati parlano chiaro); dobbiamo andare incontro a tante sofferenze o limitazioni d'orizzonti subite anche in modi inconsapevoli e far emergere in conflitto contraddizioni economico-sociali tanto gravi;
- i giovani devono essere protagonisti nella discussione di proposte che riguardano il loro futuro - ho in mente l'appello fatto da Mattarella il 31 dicembre -: solo così una proposta diventerà vincente e sposterà l'opinione; non solo i Giovani Democratici, che devono tornare a radicarsi e a dare battaglia nelle scuole e nelle università, in primo luogo; c'è molto da fare per creare consapevolezza e superare l'apatia, dunque anche questa proposta deve incontrare i giovani dove sono, come sono organizzati e anche parlare a quelli che in partenza hanno diffidenza e distanza, spesso giustificate, per la politica della sinistra istituzionale
Il vero problema è il ricambio di una classe dirigente vecchia anagraficamente ma soprattutto mediocre autoreferenziale e inadeguata. Inutile parlare di giovani quando ce ne freghiamo e buttiamo nel cesso l'enorme patrimonio costituito dai ragazzi i migliori che rifiutati e umiliati vanno all'estero per essere riconosciuti e guadagnare il triplo
L'idea è sicuramente valida e interessante ma io credo che le Agorà possano essere più ambiziose e debbano aprire il dibattito ad un livello più ambizioso, sfidante e coraggioso. Solo così si potranno veramente affascinare nuovamente i giovani alla politica e costruire una sinistra moderna
Il"contratto sociale" che ha retto negli ultimi 70 anni è finito. Tutto lo dimostra Quando un contratto sociale si distrugge l populismo emerge e se non se ne propone un'altro risulterà vincente. E il populismo facilmente porta alla guerra perché vive della creazione di finti nemici che finiscono per diventare reali.
Serve un nuovo modello di sviluppo sostenibile soòodale e inclusivo. Questa proposta e su questa linea ma altre sono importanti Ad esempio
Ridurre al minimo l'utilizzo del contante e liberalizzare le droghe per togliere l'ossigeno alla criminalità che si sta impadronendo dell'economia a livello internazionale
Porre un limite, meglio se molto alto alla possibilità di una persona nell'arco della propria vita di ricevere eredità e donazioni per contrastare l'avidità, riducendo la disuguaglianza e rendendo facile la redistribuzione.
Quindi colui che un grande patrimonio può lasciarlo a chi vuole ma con un massimo per persona
. Senza patrimoniali, senza tasse, senza toccare in alcun modo la proprietà
Ripensare l'aggregazione dei popoli dal concetto di stato ormai assolutamente superato al concetto di nazioni .
Dico nazioni non nazionalismo per rendere effettive e veramente coinvolgenti e democratiche organizzazioni come la Comunità Europea.
Di tutto questo sarebbe necessario discutere perché se anche per un miracolo si riuscisse a ripristinare il contratto sociale che ci ha portato fin qua dalla fine della seconda guerra mondiale comunque si fallirebbe perché sarebbe fatalmente impossibile risolvere il problemi si sostenibilità senza un cambiamento di questo modello di sviluppo
Conversazioni con Massimo Barca
E' più che noto che la proposta del Forum in materia di imposta di successione , non riscuote in generale gli apprezzamenti dovuti , e sembrava impossibile che se ne potesse parlare quando ( ormai sono tre o quattro anni ) Morelli la propose .
Il fatto stesso che Enrico Letta l'abbia accolta e proposta a sua volta fa sperare che piano piano possa prendere piede .
Complimenti quindi e avanti !
Premesso che trovo giusta e innovativa la proposta dell’eredita, il tema da chiarire è quello dell’ innesto e dell’efficacia del dibattito di agorà nel processo decisionale del partito. Per dirla brutalmente non vorrei che le agorà fossero un allargamento dei circoli del Pd dai quali molti di noi sono usciti quando hanno constatato che gruppo dirigente e parlamentari o amministratori del partito procedevano per conto loro e agli iscritti era consentito di dibattere e approvare mozioni da conservare gelosamente in un cassetto
Condivido la proposta, ma la ritengo veramente efficace in un contesto socio-culturale diverso da quello odierno. Un contesto costruito su due obiettivi da perseguire da subito e con fermezza:
-rimodulazione del sistema formativo ,dalla scuola dell'obbligo in avanti, per renderlo compatibile con un inserimento lavorativo precoce senza dover attendere il diploma ,la laurea,la specializzazione il master etc.
-ricostruzione della fisionomia sociale del "Lavoro" che eluda la distinzione tra lavoro manuale e non per esaltare non la "fatica " del lavoro ma la sua capacità di sostegno al vivere dignitoso,alla creatività e alla socialità.
Due obiettivi di tipo essenzialmente culturale che possono e quindi devono progredire contestualmente come un'unica avventura capace di avviare precocemente il processo di maturazione personale e sociale dei giovani . La reale e devastante "deprivazione " di cui i nostri giovani soffrono nella società
odierna è esattamente la impossibilità di assumere "ruoli sociali adulti". A diciotto anni si acquisisce la cosiddetta "maggiore età" ma il diritto effettivo di cittadinanza si sposta oltre i trenta -trentacinque anni quando si sono ormai consumate energie e risorse in modo non sempre ben finalizzate.
Ho molto apprezzato l'intervento di Enrico Letta, che ha promesso che l' Eredita' Universale sara' uno tre tre Temi Chiave su cui impegnare il PD nella prossima campagna elettorale.
Condivido convintamente la proposta e ritengo che possa diventare uno dei punti qualificanti del programma politico di una coalizione progressista.
Vorrei tuttavia dare un contributo su un punto già sollevato nel corso dell'agorà e in un precedente commento, al fine di prevenire le prevedibili critiche di chi osteggia per principio qualunque forma di imposta patrimoniale, critiche che potrebbero minare il consenso popolare alla proposta.
Ritengo a tal fine essenziale esplicitare in dettaglio le modalità di applicazione della proposta alle proprietà immobiliari, anche alla luce dell'auspicabile riforma dei valori catastali. Sulla successione degli immobili già ora gravano imposte ipotecarie e catastali del 3%, peraltro senza alcuna franchigia. Un immobile del valore di mercato dell'ordine del milione di euro (quotazione facilmente raggiunta nelle zone non solo centrali di una grande città), prevedendo per la nuova imposta una aliquota del 5% tra 0,5 e 1 M€, sarebbe gravato da una imposta complessiva di 55000 euro. Tale imposta sarebbe chiaramente insostenibile, per esempio, per un giovane disoccupato o sottoccupato che si trovasse ad ereditare l'appartamento di famiglia, magari quello in cui vive attualmente. Mi sembra evidente che il caso non possa essere equiparato a quello nel quale lo stesso giovane ereditasse un patrimonio di titoli o depositi della stessa entità, da cui potrebbe facilmente ricavare la liquidità necessaria per corrispondere l'imposta di successione.
A mio parere questi non sono dettagli da rimandare alla stesura definitiva di un disegno di legge, ma vanno evidenziati tra gli elementi chiave della proposta stessa. Non dimentichiamoci che l'assurda opposizione aprioristica ad ogni imposta patrimoniale in Italia è strettamente legata al fatto che tre quarti degli italiani associano il patrimonio da tassare alle abitazioni di proprietà nelle quali vivono (non senza qualche ragione, visto che le uniche imposte patrimoniali esistenti sono quelle sulla casa).
E' possibile sostenere la proposta dell'eredità universale qui: Un’eredità universale tassando i vantaggi di pochi
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