
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
L'uso della forza nello Stato democratico
Agorá organizzata da Giovani Democratici Torino
Il concetto di democrazia può riassumersi in un rapporto dialettico organizzato che si compie in una sintesi positiva. Le contraddizioni insite nel popolo dunque sono risolte per mezzo del dialogo e della persuasione, escludendo l'uso della forza tra i membri della comunità e affidandone il monopolio allo Stato. Questo può essere articolato su tre fronti: quello esterno, nel rapporto con gli stranieri; quello interno, l'amministrazione dell'ordine pubblico; infine nelle carceri, comunità di reclusi. In Italia tutti e tre presentano profonde criticità, note all'opinione pubblica e spesso sottoposte a procedimenti giudiziari. Negli scorsi mesi una serie di eventi, slegati l'uno dall'altro eppure in continuità, hanno segnato un acuirsi del problema: prima gli scontri di Torino, con alcuni feriti in seguito a una manifestazione ambientalista; poi, sempre a Torino e anche in altre città, la repressione violenta dei moti studenteschi. Infine è degno di nota il mancato intervento delle forze dell'ordine durante le manifestazioni neofasciste che a Roma sono culminate nell'assalto alla sede nazionale della CGIL. Questi ultimi eventi indicano come l'esercizio della funzione negativa dello Stato possa modulare la democrazia interna a una nazione. Inoltre, prima della pandemia e in concomitanza con essa, è andato aggravandosi il rapporto con gli stranieri: l'uso dei fermi amministrativi, il riesumare vecchi accordi di respingimento transfrontalieri, le navi-quarantena e lo stato dei CPR stanno concretizzando la traduzione burocratica del potere coercitivo dello Stato. In parte condannate dalla magistratura, come nel caso delle riammissioni informali attuate in base a un accordo bilaterale Italia-Slovenia del 1996, tali pratiche sono perpetuate nell'indifferenza dei più, venuta meno la postura critica della sinistra sperimentata durante il primo governo Conte. Infine, la questione carceraria: gli eventi avvenuti a Santa Maria di Capua Vetere impongono una seria riflessione, poiché richiamano echi del passato mai sopiti. Le perplessità sull'operato delle forze dell'ordine, nelle varie articolazioni, riportano spesso a tesi giustificatorie, le celebri mele marce in un sistema grossomodo funzionante. D'altro canto i procedimenti giudiziari, dalla Diaz sino al caso Cucchi per citarne solo alcuni, testimoniano i limiti di queste giustificazioni. L'introduzione nel 2017 del reato di tortura nell'ordinamento italiano rappresenta una pietra miliare a cui si è giunti con difficoltà. Di tutto questo ne discuteremo a Torino lunedì 2 maggio alle ore 20:30 presso Comala con: Andrea Giorgis, deputato Partito Democratico Giuditta Pini, deputata Partito Democratico Michele Miravalle, Coordinatore nazionale Osservatorio sulle condizioni detentive per l'Associazione Antigone Lorenzo Trucco, Presidente Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione Chiara Gribaudo, deputata Partito Democratico
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