
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Gli Italiani senza cittadinanza
30
ottobre
2021
10:30 - 12:30
Riferimento: AD--MEET-2021-08-85
Versione 57 (di 57) vedi altre versioni
Ci confrontiamo sul tema dello ius soli e dello ius culturae, delle forme di ingresso al nostro Paese e a tutta l'Unione Europea, perché riteniamo che la riforma dell’accesso alla cittadinanza italiana sia una necessità non più rimandabile.
Segnala un problema
Questo contenuto è inappropriato? Facci sapere perché
46 commenti
Conversazioni con Giovanni
Lo ius soli, pur essendo un provvedimento doveroso di grande civiltà per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati, sarà sicuramente un provvedimento divisivo e devo dire che chi come me ascolta i commenti della gente comune per strada e nel locali pubblici non sono certamente lusinghieri.
La maggior parte sono contrari e dicono che quelli del PD invece di pensare di dare un lavoro a milioni di italiani disoccupati perdono il loro tempo a discutere dello ius soli.
Personalmente sono favorevole,ma, non mi trincero dietro l'ipocrisia e poiché non parlo il politichese dico chiaro e tondo che, in questo particolare momento, è un errore politico madornale. Firmato Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana
Buongiorno Giovanni, di dare la cittadinanza ai figli di immigrati nati e cresciuti in Italia ne parlava Prodi più di 20 anni fa ed anche allora si disse "non è il momento", dopo 20 anni si dice "non è il momento". Allora quando sarà questo momento, visto che nel frattempo i nati e cresciuti in Italia sono diventati molti di più? Io penso che sia una forma di civiltà e di democrazia preoccuparsi dei diritti delle minoranze, tanto più se costituite dai soggetti più deboli della società, come sono i bambini. Perchè lo Ius Soli interesserebbe i bambini. C'è chi confonde la cittadinanza di chi è nato e cresciuto in Italia con gli sbarchi ed i clandestini, ma sono cose diverse. Nessun bambino è clandestino se è nato qui. E non gli si può attribuire le decisioni dei genitori se qui è stato portato. Va spiegato bene senza farsi trascinare fuori tema dalla demagogia di destra. E va fatto ciò che è giusto, anche se potrebbe non convenire. Penso poi che una giusta causa abbia sempre la possibilità di conquistare il favore della maggioranza. Chiamiamolo ottimismo o positività.
Caro Diego Bonfiglioli, nel mio intervento ho palesemente dichiarato di essere favorevole in quanto lo ritengo un doveroso riconoscimento di grande civiltà.
Per quanto attiene al momento sono d'accordo con te che non è mai quello giusto ed anche in relazione all'attuale contesto socio culturale in cui viviamo dove incombono grosse problematiche legate al lavoro e alla povertà che ho ritenuto di definirlo un errore politico e che forse sarebbe più opportuno prenderlo in considerazione nella prossima legislatura.
Tuttavia, pur nella diversità di opinioni sulla tempistica, il nostro principio di fondo è in linea con la nostra cultura liberale, democratica e solidale.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Caro Giovanni, il rinvio alla prossima legislatura per concentrarsi ora su emergenze più cogenti potrebbe essere utile solo nel caso si supponga di avere nella prossima legislatura più forza parlamentare per realizzare più agevolmente la riforma. Ci sono però almeno 2 però: il primo è che non è detto che al prossimo giro avremo più forza e quindi la strada invece che in discesa potrebbe essere in salita, il secondo è che se ci si presenta agli elettori senza mettere il tema al centro della campagna elettorale ci si impegna con loro anche in caso di vittoria ad occuparsi prima degli altri temi che si sono maggiormente propagandati e si arriverebbe ad occuparsi di ius soli solo in caso avanzasse un pò di tempo utile, col rischio di non farlo neanche in caso di vittoria. Della serie "ogni lasciata è persa"... Io penso che quella sullo ius soli sia una battaglia culturale prima che politica e tali battaglie si vincono quando arriva a maturazione la coscienza diffusa sul tema e quindi prima si iniziano e più si alimentano, prima si vincono. E' inoltre uno di quei temi che ha una sua importanza di base ma che non costituirà mai una vera e propria emergenza, pertanto se si lavora sempre e solo sulle emergenze non si affronterà e si risolverà mai. Bisognerebbe invece occuparsi sempre prima delle cose importanti e fare in modo che non diventino anche urgenti. Il percorso delle Agorà mi piace anche per questo, perchè il PD si sta prendendo un pò di tempo per chiarirsi bene le idee su chi è e che cosa vuole fare da grande, cosa importantissima, da fare subito anche se ci sono nel frattempo tante urgenze che ci chiamano.
Caro Diego Bonfiglioli, confermo e ribadisco la risposta che ho dato a Marco Rossi che puoi visualizzare in questa pagina.
Con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
se nella scorsa legislatura renzi/gentiloni fosse passato lo Ius soli adesso forse non ne parlerebbero più nei bar (la stessa cosa vale anche per la mancata riforma Orlando sulla giustizia) e comunque si sarebbe dato un diritto; a forza di non fare le cose si incancreniscono e danno più spazio alla strumentalizzazione; se già ci fosse lo Ius soli chei avrebbe il coraggio anche solo di proporne l'abolizione ?
Posso portare una testimonianza. Mio nipote nato in Italia e figlio di mio cognato di roigine eritrea, quando aveva cinque anni fu mandato ad una scuola materna privata. Una delle maestre chiese ai frequentanti la loro nazionalità, mio nipote rispose "italiana". Così la maestra chiese alla famiglia e fu informata che Simone non era di nazionalità italiana. Quando si dice che lo ius soli non è un'urgenza si pensi a quanto soffrano i bambini stranieri nati in Italia.
Ora Simone ha 15 anni ed è da poco cittadino italiano perché il genitori hanno ottenuta la cittadinanza. Ma quella che ha passato non dovrebbe più accadere ad altri.
Giovanni solleva un problema che rinvia a un problema più di fondo. Un Partito che si propone di governare e dunque come classe dirigente, ha il dovere , in primo luogo, di formulare proposte adeguate a risolvere i problemi e coerenti con gli orientamenti della nostra Costituzione. Considerato che un Partito deve proporsi di vincere le sue battaglie politiche e non fare semplice testimonianza, come fare quando la proposta "giusta" è minoritaria? Si dovrebbe ingaggiare una battaglia culturale per preparare il terreno alla battaglia politica: oggi ne abbiamo la capacità? Sono temi che dovrebbero spingerci ad affrontare problemi di fondo, fondamentali anche se generali , sul Partito e sulle società attuali e nelle sei categorie per ogni tema, previste dalle agorà, non vedo contenitori adeguati, in quanto la finalità è arrivare a proposte specifiche.
Sul tema particolare sollevato da Giovanni non sono sicuro che la proposta dello Ius Culturae sia minoritario: tra i genitori che hanno figli a scuola, riscontro che trattano già i compagni dei loro figli senza cittadinanza, come italiani di fatto. Sondaggi generali non ne conosco in proposito, ma credo sia una battaglia rischiosa, ma non persa in partenza.
Ciao a tutti
Conversazioni con Andrea Mazza
Credo che lo ius culturae sia una risposta adeguata al giusto diritto di totale integrazione nella nostra Nazione.
Questo, però, implica un forte ripensamento dei programmi didattici (specialmente nella scuola media che è quella in cui si forgia il futuro cittadino) per rimettere al centro il vivere civile ed i "valori" e le "conoscenze" che si ritengono adeguate per godere appieno della cittadanza (in modo che non si trasformi in sudditanza nei confronti di chi sfrutta la pancia delle persone).
Questo percorso sarebbe senz'altro arricchente sia per i giovani che hanno l'Italia come Patria (ovvero terra dei padri) , sia per quelli che la hanno come Nazione (ovvero si riconoscono come parte attiva della comunità in cui vivono).
Andrea Mazza, Circolo 1 Torino
Caro Andrea sono d'accordo con le tue argomentazioni infatti ho premesso che personalmente sono favorevole perché è un riconoscimento doveroso e di grande civiltà.
Io non scrivo in politichese e dico pane al pane e vino al vino ed ho espresso il mio pensiero ritenendolo un errore per il contesto socio culturale in cui viviamo ed anche per il particolare momento difficile per cui la gente pensa che di potrebbe impiegare meglio il nostro tempo.
Cmq il dissenso è il sale della democrazia ovviamente nel rispetto delle idee altrui!!!
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Caro Giovanni, grazie mille per l'attenzione al mio commento! Sullo ius soli credo che non si troverà mai consenso (personalmente, vista anche la posizione "calda" dell'Italia nello scacchiere del Mediterraneo penso altresì non sia opportuna), mentre sullo ius culturae (con tutti gli approcci sistemici che interessano anche il sistema di istruzione) forse si può lavorare.
Questo senza tralasciare tutto il resto.
Grazie dello bello scambio di opinioni!
Caro Furio, condivido le tue argomentazioni in toto ed anche per te confermo la risposta che ho dato ad Andrea MAZZA ed aggiungo che quando i provvedimenti vengono portati avanti da una parte politica gli altri saranno contro a prescindere dai contenuti e lo abbiamo constatato con il referendum sulla riforma costituzionale!!!
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con Renzo Tiberi
Legge 5 febbraio 1992, n.91
Nuove norme sulla cittadinanza.
Art. 5
1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano può acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all’estero, qualora, al momento dell’adozione del decreto di cui all’articolo 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, l’annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi.
2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi (1).
Art. 9
1. La cittadinanza italiana può essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'interno:
….
c) allo straniero che ha prestato servizio, anche all'estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato;
La cittadinanza acquisita in base agli articoli citati sopra è piena e non viene meno nel caso sopravvenga un divorzio ovvero i dipendenti delle nostre ambasciate e consolati si licenzino “dopo” l’acquisizione della cittadinanza italiana. In base allo “ius sanguinis” tali persone trasmettono la cittadinanza italiana a tutti gli eventuali successivi coniugi e figli. Il risultato è che, ad oggi, esistono nel mondo decine di migliaia di italiani che non conoscono la nostra lingua e, forse, hanno solo una vaga idea di dove si trovi l’Italia, e tale numero è destinato ad incrementarsi nel tempo. Ricordo, per inciso, che tali cittadini concorrono a formare il quorum necessario alla validità degli attuali referendum abrogativi.
Considerate le possibilità citate di acquisire la cittadinanza italiana, trovo assurdo, se non proprio ridicolo, che si continui ancora a discutere se concedere o meno la cittadinanza a persone che sono nate in Italia, parlano italiano, sanno dove si trova l’Italia, si sentono italiani giuridicamente e culturalmente perché di fatto sono già italiani, ed infine hanno genitori che pagano le tasse in Italia.
Se dovessi trovare cose più urgenti dei diritti civili penso solo a calamità naturali o stato di guerra, ma questi non possono comunque giustificare l’accantonamento di questa nuova realtà per il nostro paese. . Questo dei cittadini immigrati in Italia è sicuramente un problema nuovo per l’Italia da sempre terra di sola emigrazione. Semplicemente bisogna prendere coscienza dell’esistenza di questo “nuovo problema” e risolverlo. Non penso che questi nuovi cittadini, nati e cresciuti in Italia siano meno italiani dei coniugi stranieri residenti all’estero o dei dipendenti stranieri delle nostre ambasciate e consolati. Dunque avanti con lo “ius soli” senza esitazione alcuna.
Caro Renzo Tiberi, la tua è una disamina eccellente e tutte le tue considerazioni sono condivisibili per la nostra cultura di sinistra liberale, democratica e solidale per un doveroso riconoscimento di grande civiltà come lo ius soli.
Tuttavia, in considerazione dell'attuale particolare momento di disagio sociale economico ed anche per il contesto socio culturale in cui viviamo, ritengono più opportuno politicamente rinviarlo alla prossima legislatura.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Caro Giovanni, il c.d. ius soli è una questione di civiltà, giuridica e non, e di umanità, ed esso esprime solidarietà e vicinanza a chi già fa parte della nostra comunità nazionale, e anzi ne rappresenta/costituisce il futuro. Sviluppare i diritti non è mai un intralcio, e di certo non impedisce il governo della crisi. Se poi con "opportunità politica" tu intendi: non dare pretesti agli avversari per attaccarci, beh, non sono d'accordo ugualmente, secondo me bisogna smontare gli attacchi pretestuosi e ribadire i nostri valori progressisti, che poi sono gli stessi che ci inducono a combattere l'attuale disagio sociale, non credi? Marco Rossi
Caro Marco Rossi, mi sembra di aver palesemente asserito di essere favorevole nel solco della nostra cultura di sinistra liberale,democratica e solidale.
Ideologicamente e culturalmente sono, altresì, vicino al tuo pensiero, ma ,ti posso assicurare che non è facile fare breccia su chi è contro a prescindere dai contenuti, e, chi come me ascolta i commenti della gente per strada, nei locali pubblici ed in ogni dove, è consapevole che il contesto socio culturale in cui viviamo è avverso. Solo per questo ho affermato che sarebbe più opportuno prenderlo in considerazione nella prossima legislatura.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Caro Giovanni, sì, il contesto socio culturale effettivamente non è dei migliori, hai ragione, ma penso che per trasformare tale contesto sia importante affrontare di petto anche lo ius soli, che, come ho visto che ha giustamente scritto un altro partecipante (Diego Bonfiglioli), non sarà mai una vera emergenza cui dare la priorità, e che sarà probabilmente, stando ai sondaggi (spero proprio che vengano smentiti) ancora più difficile affermare nel prossimo Parlamento. Ma la questione è aperta, mi pare proficuo e mi fa piacere continuare a discuterne. Marco Rossi
Caro Marco Rossi, mi fa molto piacere poter discutere con te di questa cosa perché fondamentale la pensiamo allo stesso modo, la differenza sulla tempistica è l'unica cosa sulla quale non siamo in sintonia in quanto io sono molto più pragmatico e sono uno che non mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi e dico sempre quello che penso senza peli sulla lingua anche perché non ho nulla da perdere non ho alcuna ambizione politica e non cerco visibilità ( ho 81 anni suonati) ma lo faccio nell'intima convinzione di potermi rendere utile per il partito e al nostro Paese
Negli anni ho acquisito molte esperienze e sono consapevole che quando un argomento così divisivo viene portato avanti da una sola parte politica avrà sempre tutti gli altri contro a prescindere dai contenuti.
Personalmente non ho alcun interesse a fare prevalere la mia tesi e credo che ognuno di noi abbia il desiderio di collaborare fattivamente in favore della causa comune.
Abbiamo di fronte a noi gli errori del passato come quello del referendum sulla riforma costituzionale del Senato dove siamo andati da soli contro tutti e la sconfitta scontata in partenza ha portato alla disgregazione del PD con tutte le conseguenze che conosciamo.
Sulla base delle indicazioni che sono venute da quella fase politica credo che dovremmo avere per il futuro un approccio diverso ed anche se la nostra cultura di sinistra liberale,democratica e solidale ci coniglirebbe di avere coraggio di procedere nel solco della nostra tradizione, ritengo che sia più prudente temporeggiare per non incorrere negli errori del passato.
Ovviamente ciascuno è libero di pensare come meglio crede nel rispetto delle idee altrui.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Grazie al ns segretario che ci ha dato la possibilità di confrontarci così è anche di partecipare in video all incontro, dato che, come molti altri, non sarei potuto andare a Viterbo.
Noi siamo già schierati ufficialmente per lo ius soli, e uno dei nostri valori.
Se vogliamo ricostruire la nostra identità non dobbiamo cedere su questo, sui valori dobbiamo essere inflessibili.
Sarei stato orgoglioso del mio partito se Gentiloni lo avesse portato alla Camera nonostante le previsioni avverse. Ricordo: lega, fdi e anche 5s.
Marco Vendali - Andrea del Sarto - FI
Io mi ritengo uno della base e come tale é questo che vorrei dal mio partito. La coerenza con i nostri valori e gli accordi e contrattazioni, solo se compatibili e come accettabile in ogni democrazia.
Conversazioni con Marco Bergamaschi
Parlare di ius soli in questo periodo non è molto utile alla causa anzi produce l’effetto opposto, facendo perdere consenso al partito senza avere la minima possibilità di realizzarlo in questa legislatura. Se si pensa di ricompattare in parlamento sul tema l’ex maggioranza Conte II è molto più facile ritrovarsi la maggioranza Conte I. E non si può nemmeno pensare di proporre un riforma così importante senza avere un forte consenso elettorale alle “ spalle” . Per questi motivi a mio avviso è più utile e forse anche più significativo parlare e proporre lo Ius Culture, comunque difficilmente realizzabile con questa maggioranza parlamentare ma sicuramente sarà più facile realizzare su questa proposta un consenso per il futuro .
Caro Marco Bergamaschi, finalmente prevale il buon senso su di un provvedimento così divisivo e sono particolarmente soddisfatto nel constatare che non sono il solo a sostenere che sarebbe più opportuno prenderlo in considerazione nella prossima legislatura.
Sempre con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con FURIO CECCHETTI
Il confronto che sta avvenendo su questo argomento è emblematico di questioni politiche di fondo.
Intanto quello che noi chiamiamo "Ius soli" è di fatto "Ius culturae", perché non basta essere nati in Italia per avere la cittadinanza.
Che un Partito debba preoccuparsi non solo se una proposta è giusta, ma anche se ha consenso è ovvio; un Partito non è una rivista culturale.
Nel caso specifico non sono così certo che sia tanto divisiva tra il copro elettorale quanto tra il "ceto politico"; ho abbastanza anni per ricordarmi che la sinistra su questi argomenti ha avuto sempre molti timori di scontrarsi con il sentimento diffuso tra i cittadini (legge sul divorzio e sull'aborto, per esempio), per poi riscontrare che la società era più avanti di quanto si pensava.
Poi in certi casi si può anche rischiare di perdere, quando il tema si prevede si porrà inevitabilmente e la realtà sta andando in quella direzione, dunque anche un'eventuale sconfitta di oggi, sarà premessa di una più grande vittoria domani, per aver dimostrato di aver avuto più lungimiranza.
E non credo sarà una sconfitta, perché non è solo il compagno di classe italiano che non distingue il suo compagno immigrato dagli altri compagni, ma lo vedono anche i genitori, i nonni, gli amici, ecc. insomma nella realtà di tutti i giorni a contatto con questo tema, non vedo conflitti come nei talk show televisivi.
Sarebbe bello che il Partito facesse solo battaglie largamente condivise dal popolo e osteggiate da un potere minoritario e ottuso; si tratta invece di trovare il migliore equilibrio tra battaglia giusta e consenso, magari riconoscendo che un partito deve non solo fare campagne elettorali, ma anche culturali, ma per fare questo ci vorrebbe un Partito più unito, con un dibattito interno ricco e capace di trasformarsi alla fine in voce unitaria. Ma questo apre un altro problema
Caro Furio Cecchetti, le tue considerazioni e valutazioni sono condivisibili e come al solito sono supportate da una dialettica impareggiabile e da sentimenti nobili e di elevato senso civico, tuttavia, per il particolare momento di disagio socio economico, sarei dell'avviso di rinviarlo alla prossima legislatura anche perché andare incontro ad una bocciatura con le elezioni alle porte potrebbe implicitamente influire sui consensi degli elettori.
Caro Furio,la nostra cultura di sinistra liberale democratica e solidale ci imporrebbe di combattere una battaglia di civiltà
anche in presenza di probabili risvolti negativi, tuttavia, non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e renderci consapevolmente conto che l'attuale contesto socio culturale ci porterebbe ad una più che probabile bocciatura ed è per questo che mi sentirei di temporeggiare e rinviare la questione alla prossima legislatura forse con un quadro politico più favorevole, nella consapevolezza che quello attuale porterebbe ad una quasi certa sconfitta ed allora addio ius soli.
Poiché, non credo che sia questo quello che vogliamo consiglierei calma e prudenza prima di assumere posizioni divisive.
Sempre con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con Marco Rossi
Non credo che la battaglia -giustissima- per lo "ius culturae" ci faccia perdere consensi, anni fa anche il Presidente della Repubblica Napolitano sollevò il tema in modo energico, e non ricordo in generale reazioni particolarmente negative, penso che ci sia ormai una sensibilità diffusa sul tema, al di là della demagogia spicciola delle destre. E' oggettivo del resto che siamo e saremo sempre di più una società multiculturale, multietnica e multireligiosa, vedi anche le recenti Olimpiadi, e l'integrazione dei bambini nati in Italia e che qui hanno studiato, secondo me si impone. Se, come mi sembra, ci stanno anche i 5S e IV, perché non provarci con la maggioranza del Conte bis (si intende, senza togliere energie all'impegno anticrisi)? Mi piacerebbe sentire anche che ne pensano i partecipanti a questa Agorà non iscritti al PD, che ne dite?
Il tema è delicato ed è per questo che ad ogni livello nel partito bisogna essere chiari nella comunicazione ,lo ius soli non è lo ius culturae sono due cose profondamente diverse. Sotto certi aspetti lo ius culturae è più estensivo perché potrebbe riguardare non solo i nati in Italia ma anche coloro che arrivati successivamente frequentano e completano uno o due cicli scolatici. Quindi bisogna avanzare una proposta dettagliata e organica di quello che abbiamo intenzione di fare, se questa proposta sarà ben formulata e ben comunicata penso anch’io che potrebbe essere accolta senza grandi problemi dalla popolazione. Sulla possibilità di riuscire ad approvarla in questa legislatura con la maggioranza Conte II sono scettico, sia per la possibilità di trovare una maggioranza sia perché dovrebbe essere una legge di iniziativa parlamentare e non governativa con iter che sicuramente si allungherebbe rendendo difficile approvarla nei prossimi due anni.Fondamentale che il partito definisca una proposta dettagliata e chiara di quello che vuole realizzare.
Certo, io davo per scontata la differenza tra ius soli e ius culturae, hai fatto benissimo ad evidenziarla. Ho fatto riferimento allo ius culturae perché mi sembrerebbe più facile trovare un accordo su di esso con le altre forze...D'accordo anche sulla necessità di formulare un aproposta chiara, forza con le idee!
Caro Marco Rossi, prendo atto della tua conferma nel condividere di formulare una proposta chiara e avanti con le idee che, quanto vedo, fortunatamente non mancano.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Cari Marco Bergamaschi e Marco Rossi, vorrei rifarmi alla replica che ho fatto alle ore 12,02 a Furio Cecchetti che potrete visualizzare su questa pagina per ribadire il mio pensiero che in questo momento sarebbe come tagliare il ramo sul quale siamo seduti e dire addio per sempre ad un provvedimento doveroso di grande civiltà.
Se vogliamo negare a queste persone la speranza di diventare in un prossimo futuro cittadini italiani andiamo avanti a testa bassa e mettiamo la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
Io non ho la pretesa di fare prevalere la mia tesi ma dobbiamo guardare in faccia la realtà senza false ipocrisie.
Sempre con simpatia e rispetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con Riccardo Rainero
Se per un argomento così importante, anche se divisivo, si preferisce sempre rimandare a tempi migliori non faremo mai un passo in avanti su una visione progressista della nostra società! E per evitare di "perdere consensi" non faremo mai nessun passo in avanti. Secondo me è giusto battersi per un'idea od un principio che si ritiene giusto, anche se si è in netta minoranza. Se una cosa è giusta prima o poi verrà compresa ed appoggiata. Siamo di Sinistra oppure no?
Riccardo Rainero
Caro Riccardo Rainero, ritengo che ognuno di noi abbia la possibilità di fare la sua libera scelta e poiché non sono masochista io sceglierei di temporeggiare anche per non compromettere l'iter futuro del provvedimento negando la possibilità a tanti giovani e ragazzi di coronare la loro aspirazione di diventare cittadini italiani.
Ma se la nostra cultura ci rende ciechi allora facciamo pure gli struzzi e andiamo avanti portando la nave contro gli scogli e affondando insieme ai passeggeri.
Sempre con simpatia e rispetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Concordo con Riccardo e tutti i Marchi. Se vogliamo riacquisire credibilità dobbiamo essere coerenti con i nostri principi e rispettare gli impegni che ci siamo presi in campagna elettorale; è proprio su questa base che si ricostruisce la ns credibilità. Poi se vogliamo affrontare l'argomento in modo più pragmatico, vorrei far notare che nessuno ci obbliga a metterci la fiducia, o a non proporla lasciando libertà di coscienza. Ripeto: sarei stato molto fiero del mio partito se durante il governo Gentiloni, mancava solo un passaggio a una delle camere, la votazione fosse stata calendarizzata nonostante le previsioni.
Se seguiamo sempre i social e i sondaggi finiremo per fare la stessa politica che fanno "loro" (mi riferisco in modo particolare ai 5S e Lega, che fanno largo uso degli strumenti di orientamento del pensiero).
Marco Vendali - Andrea del Sarto - Firenze
Cari colleghi (una volta si diceva compagni ma ora non va più di moda), mi sembra di capire che su questo argomento non siamo in sintonia neanche tra di noi , tuttavia, vorrei ricordare a lor signori che col senno di poi sono piene le fosse e la nostra cocciutaggine ci porterà ad altre più che probabili cocenti delusioni.
Sempre con simpatia e rispetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con mv.agora
Caro Giovanni
non perdiamo mai di vista i valori; noi siamo tutti d'accordo. Stiamo solo discutendo su cosa è meglio fare per ottenerlo. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, certo è che aver evitato di portarlo per non dividere o perché non sarebbe passato, al tempo di Gentiloni, adesso non è che ci ha portato grandi risultati.
Caro mv.Marco Vendali di Firenze, quello che non vi manca è sicuramente la capacità di dialogo nel rispetto, poi, ognuno può anche rimanere della propria opinione e in democrazia si vota la maggioranza passa e la minoranza si adegua questa è la sintesi.
Sempre con simpatia e rispetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Aggiungo una breve notazione: il ddl 2092 del 2015, che purtroppo non venne tramutato in legge (stendiamo un pietoso velo sulle ragioni di ciò) e che prevedeva la modifica della legge sulla cittadinanza (n. 91/1992), introduceva sia lo ius soli (condizionato) che lo ius culturae, ed aveva ricevuto il sostegno di moltissimi parlamentari, anche del centrodestra, dunque era già una soluzione compromissoria che sembrava funzionare, perché non ripartire semplicemente da quel testo?
Aggiungo anche che, curiosando in rete, ho visto dei sondaggi (ante pandemia) nettamente favorevoli allo ius culturae, e (anche se in misura minore) anche allo stesso ius soli, addirittura l'elettorato della Lega sembra spaccato praticamente a metà, anche se lievemente più sfavorevole. E allora, che aspettiamo?
Conversazioni con Aldo Amoretti
Immigrazione non è solo Jus soli. E va fatto un ragionamento sulle ragioni del fiasco realizzato con l'ultima regolarizzazione.
Vanno messe a punto tre questioni.
1. Va organizzato il reclutamento di persone inseribili nel lavoro e nella vita sociale. Per esempio adesso non si trovano badanti, è esaurito il filone dall'Est. Bisogna importare persone da America latina e Africa. Formarle a casa loro con un minimo di lingua italiana e di regole (diritti e doveri) del vivere in Italia; quindi organizzare il viaggio e inserirle nel lavoro, meglio in imprese di servizi (molte coop) piuttosto che dipendenti da famiglie. Quando la badante convivente perde il lavoro perde anche il tetto sopra la testa. Bene ha fatto una associazione di Bologna (Migrazioni) organizzando due appartamenti a uso foresteria. Occorre sostenere queste soluzioni e l'associazionismo anche sindacale multietnico degli immigrati. E ci vuole un sostegno fiscale importante alle famiglie che li mettono in regola. Un sostegno più importante a chi compra il servizio da una coop nella quale la lavoratrice può farsi socia. Sarebbe un progresso da tutti i punti di vista. Anche in agricoltura va organizzata l'accoglienza. Una parte del salario dovuto potrebbe essere versato a un fondo che organizza luoghi per dormire, lavarsi e cucinarsi vivendo civilmente. Se no a che servono gli Enti bilaterali la cui bontà è così tanto sbandierata sia dai sindacati che dalle associazioni dei padroni?
2. Vanno accolti quelli che fuggono da guerre, persecuzioni, regimi dittatoriali e similari. Accolti, formati, inseriti nei lavori possibili valorizzando le loro doti nel nostro stesso interesse.
3. Vanno salvati quelli che rischiano di affogare o che si presentano nudi alle frontiere terrestri. Se provengono da paesi con i quali ci siano convenzioni vanno riportati a casa. Se no bisogna dividerli con gli altri paesi europei e inserirli come sopra.
Non sta in piedi la tesi delle porte aperte a tutti. Non c'è un paese al mondo che adotti una tale politica. Se lasciamo correre questa propaganda di Salvini per la quale noi vorremmo le porte aperte a tutti non ce la caviamo e anche la nostra gente non ci segue.
Aldo Amoretti
Caro Aldo, certo, concordo che l'immigrazione non sia solo lo "ius soli", e che il principio "porte aperte a tutti" non sia praticabile. Però, alcune precisazioni mi sembrano importanti, sui 3 punti che hai evidenziato: 1. Non ti offendere, ma l'espressione "importare persone" proprio non mi piace: non si tratta di merci ma di esseri umani. Ciò detto, è vero che l'attuale sistema di inserimento lavorativo (in base al TU 286/1998 e successive modifiche) è del tutto insufficiente, i numeri consentiti nei DM per i flussi annuali sono risibili e non risolvono il problema regolarizzazione/inserimento dei cittadini stranieri, perciò per ora bisogna ricorrere sistematicamente alle sanatorie, ma è auspicabile un nuovo sistema di accoglienza più ampio. 2. Nessun dubbio, ma ricordiamoci che non gli facciamo un favore: chi fugge da guerre e persecuzioni ha un DIRITTO costituzionale (art. 10 comma 3 Cost.) all'asilo politico in Italia! 3. Anche qui, nessun dubbio che i naufraghi vadano salvati, non c'è neanche bisogno di specificarlo, però attenzione col "vanno riportati a casa": nel nostro ordinamento giuridico le deportazioni di massa sono vietate, ma occorre esaminare i casi individuali uno per uno, e decidere se c'è o no il diritto per ciascuno/a alla protezione internazionale. Marco Rossi (Firenze)
Concordo in tutto con Marco.
I rifugiati hanno diritto a essere ospitati, salvare naufraghi o persone alla deriva in mare è un obbligo. Come obbligatorio è l'approdo in un porto sicuro. Quello che ha fatto Minniti non mi rende orgoglioso di essere del PD. Tra l'altro giustificandosi con la paura della "tenuta della democrazia....".
Avevamo gli SPRAR che funzionavano, ripristiniamoli e ovviamente, continuiamo con la ricerca della condivisione europea del problema.
Mi sembra interessante lavorare anche nei paesi di provenienza cercando di regolamentare, organizzare e anche l'idea di coperative.... da approfondire.
Siamo il PD e siamo diversi dalla Lega, da FdI e anche dai 5S. Noi abbiamo dei valori.
Marco Vendali
Conversazioni con Giovanni
Ieri ho sentito su immagina in diretta il nostro Segretario Enrico Letta affermare con molto buon senso ed sculatezza che in questo momento in Parlamento il PD ha il 12,5% di presenze e con queste percentuali sarebbe più consono pensare allo Jus Soli nella prossima legislatura cosa, peraltro, da me proposta e più volte ribadita.
Mutare consilium initium sapientia est bravo Segretario il tuo buon senso ci porterà lontano Giovanni Ballerini iscritto al PD di Sarzana SP
oculatezza ( e non sculatezza) purtroppo il sistema non ti dà il modo di correggere eventuali errori di digitazione
Conversazioni con BRUNO PERIN
Al di là delle convinzioni morali e dei "vincoli" costituzionali, mi aspetterei dal PD e dall'Agorà, proposte realizzabili nei tempi brevi.
Pongo il tema degli irregolari presenti sul territorio nazionale.
Se ne contavano 600mila l'anno scorso. Si è data una risposta totalmente sbagliata e anche insufficiente per chi si poneva un obbiettivo limitato alla regolarizzazione in agricoltura e nel lavoro domestico.
Il diritto di emergere non era attribuito alla persona irregolare ma al suo datore di lavoro. L'esito è sotto i nostri occhi.
La domanda per il PD è: SI VUOLE SUPERARE LA BOSSI-FINI?
Sciolto questo macigno che impedisce qualsiasi gestione migratoria, si potrebbero programmare politiche di flussi migratori che contengano percorsi di integrazione sociale o rientri in patria.
La Bossi-Fini sostituì la Turco-Napolitano e fu un grande passo indietro.
Scusate ma non ho ricevuto il link per collegarmi, qualcuno mi può suggerire come fare? Grazie!
Non avevo visto che dovevo registrarmi nuovamente dopo l'aggiornamento dell'Agorà, l'ho fatto solo stamani, mi inviereste il link per partecipare a marco.rossi1512@gmail.com? Grazie"! Marco Rossi
Bella discussione, ottima la conduzione, giovane la partecipazione, complimenti al PD viterbese per l'organizzazione. C'è bisogno di maggiore visibilità e consapevolezza. Il partito deve farsene carico maggiormente ed evitare di agire per slogan. Claudio.
Aggiungi il tuo commento
Connettiti con il tuo account o Registrati per aggiungere il tuo commento.
Sto caricando i commenti ...