
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Gli Italiani senza cittadinanza
30
ottobre
2021
10:30 - 12:30
Riferimento: AD--MEET-2021-08-85
Versione 57 (di 57) vedi altre versioni
Ci confrontiamo sul tema dello ius soli e dello ius culturae, delle forme di ingresso al nostro Paese e a tutta l'Unione Europea, perché riteniamo che la riforma dell’accesso alla cittadinanza italiana sia una necessità non più rimandabile.
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Conversazioni con Renzo Tiberi
Legge 5 febbraio 1992, n.91
Nuove norme sulla cittadinanza.
Art. 5
1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano può acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all’estero, qualora, al momento dell’adozione del decreto di cui all’articolo 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, l’annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi.
2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi (1).
Art. 9
1. La cittadinanza italiana può essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'interno:
….
c) allo straniero che ha prestato servizio, anche all'estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato;
La cittadinanza acquisita in base agli articoli citati sopra è piena e non viene meno nel caso sopravvenga un divorzio ovvero i dipendenti delle nostre ambasciate e consolati si licenzino “dopo” l’acquisizione della cittadinanza italiana. In base allo “ius sanguinis” tali persone trasmettono la cittadinanza italiana a tutti gli eventuali successivi coniugi e figli. Il risultato è che, ad oggi, esistono nel mondo decine di migliaia di italiani che non conoscono la nostra lingua e, forse, hanno solo una vaga idea di dove si trovi l’Italia, e tale numero è destinato ad incrementarsi nel tempo. Ricordo, per inciso, che tali cittadini concorrono a formare il quorum necessario alla validità degli attuali referendum abrogativi.
Considerate le possibilità citate di acquisire la cittadinanza italiana, trovo assurdo, se non proprio ridicolo, che si continui ancora a discutere se concedere o meno la cittadinanza a persone che sono nate in Italia, parlano italiano, sanno dove si trova l’Italia, si sentono italiani giuridicamente e culturalmente perché di fatto sono già italiani, ed infine hanno genitori che pagano le tasse in Italia.
Se dovessi trovare cose più urgenti dei diritti civili penso solo a calamità naturali o stato di guerra, ma questi non possono comunque giustificare l’accantonamento di questa nuova realtà per il nostro paese. . Questo dei cittadini immigrati in Italia è sicuramente un problema nuovo per l’Italia da sempre terra di sola emigrazione. Semplicemente bisogna prendere coscienza dell’esistenza di questo “nuovo problema” e risolverlo. Non penso che questi nuovi cittadini, nati e cresciuti in Italia siano meno italiani dei coniugi stranieri residenti all’estero o dei dipendenti stranieri delle nostre ambasciate e consolati. Dunque avanti con lo “ius soli” senza esitazione alcuna.
Caro Renzo Tiberi, la tua è una disamina eccellente e tutte le tue considerazioni sono condivisibili per la nostra cultura di sinistra liberale, democratica e solidale per un doveroso riconoscimento di grande civiltà come lo ius soli.
Tuttavia, in considerazione dell'attuale particolare momento di disagio sociale economico ed anche per il contesto socio culturale in cui viviamo, ritengono più opportuno politicamente rinviarlo alla prossima legislatura.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Caro Giovanni, il c.d. ius soli è una questione di civiltà, giuridica e non, e di umanità, ed esso esprime solidarietà e vicinanza a chi già fa parte della nostra comunità nazionale, e anzi ne rappresenta/costituisce il futuro. Sviluppare i diritti non è mai un intralcio, e di certo non impedisce il governo della crisi. Se poi con "opportunità politica" tu intendi: non dare pretesti agli avversari per attaccarci, beh, non sono d'accordo ugualmente, secondo me bisogna smontare gli attacchi pretestuosi e ribadire i nostri valori progressisti, che poi sono gli stessi che ci inducono a combattere l'attuale disagio sociale, non credi? Marco Rossi
Caro Marco Rossi, mi sembra di aver palesemente asserito di essere favorevole nel solco della nostra cultura di sinistra liberale,democratica e solidale.
Ideologicamente e culturalmente sono, altresì, vicino al tuo pensiero, ma ,ti posso assicurare che non è facile fare breccia su chi è contro a prescindere dai contenuti, e, chi come me ascolta i commenti della gente per strada, nei locali pubblici ed in ogni dove, è consapevole che il contesto socio culturale in cui viviamo è avverso. Solo per questo ho affermato che sarebbe più opportuno prenderlo in considerazione nella prossima legislatura.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Caro Giovanni, sì, il contesto socio culturale effettivamente non è dei migliori, hai ragione, ma penso che per trasformare tale contesto sia importante affrontare di petto anche lo ius soli, che, come ho visto che ha giustamente scritto un altro partecipante (Diego Bonfiglioli), non sarà mai una vera emergenza cui dare la priorità, e che sarà probabilmente, stando ai sondaggi (spero proprio che vengano smentiti) ancora più difficile affermare nel prossimo Parlamento. Ma la questione è aperta, mi pare proficuo e mi fa piacere continuare a discuterne. Marco Rossi
Caro Marco Rossi, mi fa molto piacere poter discutere con te di questa cosa perché fondamentale la pensiamo allo stesso modo, la differenza sulla tempistica è l'unica cosa sulla quale non siamo in sintonia in quanto io sono molto più pragmatico e sono uno che non mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi e dico sempre quello che penso senza peli sulla lingua anche perché non ho nulla da perdere non ho alcuna ambizione politica e non cerco visibilità ( ho 81 anni suonati) ma lo faccio nell'intima convinzione di potermi rendere utile per il partito e al nostro Paese
Negli anni ho acquisito molte esperienze e sono consapevole che quando un argomento così divisivo viene portato avanti da una sola parte politica avrà sempre tutti gli altri contro a prescindere dai contenuti.
Personalmente non ho alcun interesse a fare prevalere la mia tesi e credo che ognuno di noi abbia il desiderio di collaborare fattivamente in favore della causa comune.
Abbiamo di fronte a noi gli errori del passato come quello del referendum sulla riforma costituzionale del Senato dove siamo andati da soli contro tutti e la sconfitta scontata in partenza ha portato alla disgregazione del PD con tutte le conseguenze che conosciamo.
Sulla base delle indicazioni che sono venute da quella fase politica credo che dovremmo avere per il futuro un approccio diverso ed anche se la nostra cultura di sinistra liberale,democratica e solidale ci coniglirebbe di avere coraggio di procedere nel solco della nostra tradizione, ritengo che sia più prudente temporeggiare per non incorrere negli errori del passato.
Ovviamente ciascuno è libero di pensare come meglio crede nel rispetto delle idee altrui.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
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