
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Politica, Partito, Partecipazione
N/A
Incontro sulla partecipazione politica e sul soggetto Partito, a partire da possibili riforme quali:
- legge sui partiti politici
- finanziamento ai partiti politici
- democrazia paritaria
La diretta radio dell'evento sarà disponibile su https://immagina.eu/
Sintesi dell'Agorà
La crisi dei partiti c’è, c’è stata, ha investito le grandi formazioni novecentesche e i piccoli gruppi moderni, ha coinvolto le mature democrazie occidentali e le nuove realtà statuali: tuttavia, quel modello, privato di inutile mitologia e nostalgia, rimane valido e credibile. Servirà mettersi al lavoro per creare una nuova dimensione dove ammodernare i luoghi delle decisioni, rinnovare la classe dirigente, dove ognuno si senta parte di un progetto e di un cammino condiviso, tra valori comuni e confronto costruttivo. Un luogo, fisico e virtuale per prendersi cura del futuro e costruire un modello di società dove di diritti, reddito, lavoro, redistribuzione e poi scuola, saperi, generi, cultura, ci interessi più il significato che diamo loro che il suono che producono.
Durante l’Agorà su “partecipazione politica, ruolo dei partiti, democrazia paritaria” è emerso un dibattito proficuo tra un centinaio di partecipanti, più di 22 interventi tra “esperti”, militanti, cittadini. Ognuno a dare il proprio contributo su un tema che sta a cuore a molti perché il futuro dei partiti è poi il futuro della democrazia.
C’è materiale per mettersi al lavoro fin da subito, per cambiare a partire da un dato importante, un elemento incoraggiante: i partiti come soggetti collettivi di fronte alle crisi hanno reagito meglio. Pensiamo al Pd in particolare, a come ha retto la prova della pandemia tenendo il fronte più politico intorno al Governo e nella società, come canale di comunicazione tra i cittadini e le istituzioni, cioè ha adempito a quel ruolo di mediazione, di tenuta sociale che è la sua essenza.
C’è l’esigenza di organizzare, di gestire il consenso intorno battaglie che riguardano molti, parlare alla testa e al cuore di ceti diversi. Tutte cose che in Italia abbiamo sperimentato negli anni del terrorismo, delle grandi tragedie nazionali e che ora tornano utili. Un partito può farlo.
Abbiamo individuato quattro aspetti, quattro proposte concrete che leggerete di seguito, e su cui elaboreremo nelle prossime settimane progetti di legge intorno ai quali apriremo una nuova Agorà per accogliere il contributo di quanti ancora vorranno.
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44 commenti
Conversazioni con mariagrazia bruzzone
Mi chiede di registrarmi. ma l'ho appena fatto. Bisogna registrarsi due volte? Per le agorà e per i singoli gruppi?
Cara Maria Grazia, esatto: è necessario registrarsi una prima volta alla piattaforma (donando 1 € e lasciando i propri dati) e poi una seconda volta ad ogni evento a cui si vuole partecipare (senza nessun costo o sforzo aggiuntivo).
Questo doppio passaggio è necessario per motivi legati alle misure di contrasto al Covid-19 (quando l'evento è in presenza) e per motivi organizzativi legati al numero massimo di utenti (quando l'evento è online).
Questo evento, in particolare sarà anche visibile online al link: https://www.facebook.com/immaginaweb/live
Solo le persone presenti in sala potranno però intervenire.
Speriamo sia tutto chiaro: se hai altre domande scrivici qui o all’indirizzo info@agorademocratiche.it
Aggiungo una domanda: gli incontri sono solo in presenza? credevo fossero online. in presenza NON potrò certo esserci. sono in Grecia.
👍🏿
Prima di temi specifici, credo sia opportuno affrontare alcuni temi di fondo.
Parto, per esempio, dal problema del ricambio generazionale.
Uno Stato, come un Partito, ha in primo luogo il problema di garantire la formazione e il ricambio della classe dirigente, cioè di come rapportarsi alle nuove generazioni per dare adeguata continuità alla sua organizzazione: la differenza è che lo Stato ha poteri cogenti, mentre il Partito è un’associazione volontaria; pertanto, solo la motivazione personale conta come causa di adesione.
Il contesto è notevolmente cambiato: fino alla mia generazione (ho 71 anni) frequentare una sezione rappresentava anche una crescita personale (socializzazione, crescita culturale, maggiore comprensione della realtà, maggiore informazione, contatti con i leader nazionali, ecc.); esisteva un forte impegno, ma anche gratificazioni personali. Grandi fabbriche, minore mobilità territoriale, livello medio di istruzione più basso. Oggi le sezioni, se non cambiano, per i giovani rappresentano spesso un’opportunità del tutto secondaria per una loro crescita personale: i giovani sono più informati e formati, la rete offre possibilità alternative di socializzare, le associazioni di volontariato più possibilità di mettere in rapporto impegno e risultato riscontrabile a breve, ecc. Certo, alcuni ruoli di Partito o istituzionali possono essere insieme impegnativi e gratificanti, ma non tutti possono essere Sindaco, Assessore, Consigliere, Segretario, ecc., sebbene anch’essi sempre meno attraenti. Dunque, il Partito deve organizzare le sue unità di base per offrire non solo l’occasione di “fare” qualcosa di socialmente rilevante, ma anche per farlo con più consapevolezza e crescita personale. Come?
In primo luogo, offrendo un’interpretazione della marea di informazioni oggi acquisibili (una volta si era magri di informazioni, oggi obesi), dentro un quadro coerente e di senso, qualcosa che pochi oggi offrono in rapporto ai processi sociali, cioè radicato nella vita reale; l’incremento del livello di istruzione, ha anche prodotto una presunzione di capacità di giudizio, che insieme all’abbondanza di informazione, può determinare l’illusione di autosufficienza, che i poco scolarizzati di un tempo non avevano. Considerato che i processi sociali non presentano più consistenti luoghi di unificazione delle esperienze di vita (grandi fabbriche, persistenza di ruoli e occupazione, continuità residenziale, ecc.) è giocoforza sviluppare di più gli aspetti culturali, per condividere interpretazioni, per unire modalità di vita molto frammentate; perfino lo stesso individuo oggi ha ruoli sociali diversi (operaio in fabbrica, dirigente nell’associazione di volontariato, consigliere comunale, ecc.); fatto positivo, ma rende la vita pratica meno capace di unire gli individui, senza un’interpretazione culturale.
Il compito della teoria, come insegna tutta la tradizione del movimento operaio, non è un compito accademico, ma politico, oggi ancora più rilevante, perché l’intelligenza del processo sociale complessivo non si vede facilmente a occhio nudo (come poteva essere per il contadino di un tempo o l’operaio di un grande complesso industriale). Il Partito deve sviluppare maggiormente l’aspetto di intelligenza collettiva della realtà.
La società attuale privilegia l’individuo consumatore, non solo di prodotti e servizi, ma anche di cultura, di visioni, ecc. Dobbiamo cercare di ridare un ruolo all’individuo produttore, che consapevolmente o inconsapevolmente, produce la realtà con il suo comportamento quotidiano, del quale la fase del consumo è solo una parte.
Se i Partiti non riescono a essere un progetto di società con alle spalle una visione del mondo, diventano “aziende politiche” in competizione con altre, nell’offrire un “servizio di governo” più efficace/efficiente di altri ed ottenere un numero di acquirenti/elettori maggiori di altri. Per gestire al meglio l’esistente i partiti tendono a diventare “tecnici” della gestione e del consenso. Non sarebbe poco, se in grado di tradursi un più razionalità, minori sprechi, più efficienza, servizi di migliore qualità, ecc., ma sarebbero meri strumenti della gestione di scelte politiche (quale organizzazione sociale complessiva e sulla base di quali orientamenti generali) già fatte e che risiedono altrove. L’elettore consumerebbe l’offerta politica, come si consuma un qualsiasi prodotto/servizio.
Si potrebbe dire: l’orizzonte è dato dalla Costituzione. Ma dovremmo nascondere che essa, per quanto di alto livello, è frutto di un compromesso e che pertanto sviluppare alcune sue parti piuttosto che altre, interpretare alcuni orientamenti in un modo piuttosto che altri, vuol dire avere un “progetto” e una “visione”, ridare alla politica attiva la dignità di decisore dei destini umani, partendo dalle condizioni storicamente date.
O il Partito riesce a incardinare l’iniziativa politica contingente in una visione di senso, capace di far percepire diversamente dall’ordinario il quotidiano, oppure i Partiti saranno sempre meno attrattivi, tranne per coloro che hanno una particolare vocazione alla politica.
Se il Pd non prova a elaborare una visione in grado di far proprie anche molte istanze delle varie plurali visioni, lo stare insieme sarà solo frutto della convenienza temporanea, che si può trasformare con facilità in scissione, perché quando le posizioni teoriche si percepiscono incompatibili, difficile trovare una valida ragione per rimanere insieme. Certo, ci possono essere anche interessi meno teorici, più legati a un potere contrattuale che si vuole accrescere, ma poi il confronto rischia di ridursi a un reciproco processo alle intenzioni. Dunque, o una parte del Partito riesce a produrre una seria egemonia culturale, oppure si rischia di continuare a fare del Pd uno spazio della competizione tra correnti, invece che il luogo dell’unità tra una ricca pluralità di analisi. Un impegno teorico che può trasformarsi in effetto politico unificante.
La Fondazione diretta da Cuperlo potrebbe essere il luogo ove favorire quel lavoro di ricognizione e sintesi di quanto la “cultura” ha prodotto in termini di analisi, premessa affinché si possa tradurla in “visione strategica” di tutto il Pd.
La priorità di in partito dovrebbe essere quella di creare i presupposti per vincere le elezioni politiche e di andare a governare portando avanti le proposte formulate in campagna elettorale.
Per poter valutare compiutamente l'argomento è necessario fare un'analisi politica nuda e cruda della realtà ed incominciamo con il dire che siamo riusciti nel giro di soli 4 anni a disperdere un patrimonio di consensi mai raggiunto prima nella storia della sinistra del 40,81x cento di voti alle elezioni Europee del maggio 2014 passando per sconfitte consecutive alle amministrative e al referendum popolare sulla riforma costituzionale del Senato ed arrivando alla Caporetto delle politiche del marzo 2018 dove abbiamo raccolto un misero 18,76x cento con la perdita di 2,6 milioni di voti.
Tutti sappiamo la successione dei fatti con liti intestine a non finire con scissioni e frammentazione del partito ( LEU,ART UNO, ITALIA VIVA ed altri),ma, non è mai stata fatta una severa analisi degli errori fatti come quello di andare da soli contro tutti al referendum e di presentarci alle politiche del 2018 con un manifesto demenziale lungo 5 metri con 100 cose fatte e da fare che i cittadini non ricordavano neppure ed ancora per aver fatto una campagna elettorale ascetica e lontana dalla gente, mentre Salvini e i 5 Stelle battevano le piazze.
Oggi il modo di fare politica è cambiato con l'utilizzo dei social che sono uno strumento di comunicazione importante, ma, quello tradizionale dei comizi nelle piazze rimane pur sempre quello più redditizio.
Dagli errori del passato dobbiamo trarre insegnamento perché " errare umanum est" ma " perseverare diabolicum est" ed allora ci sono alcune cose da capire se vogliamo avere qualche possibilità di migliorare i nostri consensi alle prossime politiche del 2023.
Il Movimento 5 Stelle alle politiche del 2018 ha ottenuto un grande successo con il 32xcento dei voti con una proposta che è arrivata alla pancia della gente " il reddito di cittadinanza" ed usando un linguaggio nuovo improntato sulla "dignità" mentre la Lega di Salvini con il 17xcento dei voti ha raccolto i frutti di "quota 100" ed usando il sillogismo " prima gli italiani".
In definitiva possiamo affermare che le elezioni politiche si vincono con cinque punti cardine:
1) linguaggio semplice ma efficace evitando il politichese;
2) almeno una proposta di primaria importanza per soddisfare le aspettative della gente;
3) coniare un motto da usare all'infinito in campagna elettorale ed ogniqualvolta affrontiamo un argomento o un dibattito;
4) andare in mezzo alla gente battendo le piazze a tappeto;
5) tornare a difendere i diritti dei lavoratori nel solco della nostra tradizione;
Ora vorrei affrontare un argomento divisivo dove nella sinistra tutti ne parlano, ma, la maggior parte si trincerano dietro l'ipocrisia ed è quello dell'immigrazione che ha consentito a Salvini di arrivare al 34x cento delle preferenze alle Europee del 2019 e alla Meloni di quintuplicare i consensi negli ultimi sondaggi.
La nostra cultura liberale, sociale e accogliente non deve essere di ostacolo alle nostre scelte strategiche in materia di immigrazione perché non è più sostenibile l'incessante arrivo e gli sbarchi sulle nostre coste e tanti italiani sono stanchi di questa situazione e sono portati a schierarsi con Salvini e la Meloni.
Ho avuto modo di constatare personalmente che nel popolo dei democratici e dei religiosi praticanti (io sono ateo) molti tendono ad affermare che Salvini ha ragione per una serie di motivi come:
- in Italia ci sono circa 6 milioni di
disoccupati dei quali circa 3
milioni sono sulla soglia della
povertà;
- dove li mettiamo?
- quale aspettativa di vita
possiamo offrire loro con un
alloggio ed un lavoro dignitoso
quando il lavoro non c'è?;
- dove andranno queste persone:
le donne verranno avviate alla
prostituzione schiave dei
protettori; gli uomini finiranno
per essere arruolati per lo
spaccio della droga;
- la maggior parte vivranno di
espedienti e andranno ad
ingrossare la microcriminalità;
Personalmente sono per l'accoglienza dei rifugiati politici e per coloro che fuggono dalle guerre, ma, per gli altri dobbiamo cambiare registro se non vogliamo essere travolti.
All'epoca del governo Gentiloni avevamo un Ministro dell'Interno (Minniti) che aveva compiuto il miracolo di ridurre del 90 cento gli arrivi e gli sbarchi sulle nostre coste senza azioni eclatanti come quelle di Salvini ed allora facciamolo sapere alla gente e riproponiamo quel modello che aveva conseguito risultati eccellenti.
Anche l'Europa dovrà cambiare indirizzo sulla questione dell'immigrazione e non limitarsi alle solite belle parole di circostanza che non cambiano la sostanza perché altrimenti si renderà complice nel consegnare il Paese Italia ai sovranisti.
Giovanni Ballerini giunto alla soglia degli 80 anni non nutre ambizioni politiche e non cerca visibilità ed è una persona che non si trincera dietro l'ipocrisia e dice sempre quello che pensa ( pane al pane e vino al vino) nell'intima convinzione delle proprie idee, ma, nel più assoluto rispetto di quelle altrui.
Firmato Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP.
Conversazioni con FURIO CECCHETTI
Giovanni di Sarzana offre indicazioni, quasi totalmente condivisibili, su come vincere.
Ma fa sorgere anche alcune domande, che rinviano alla radice dei problemi.
Oggi il Pd (e una coalizione larga in competizione con il centrodestra) ha la forza per attuare i 5 punti indicati? Esiste un quadro militante, per numero e preparazione, in grado di adeguarsi a quei punti? E quali processi storici hanno portato i partiti (il Pd magari meno di altri) nelle condizioni attuali? Si tratta di errori soggettivi o anche di processi oggettivi mai analizzati?
Giovanni, come credo tutti gli iscritti al Pd e di orientamento opposto a centrodestra, vuole vincere: ma cosa si intende per vincere? Vogliamo i nostri dirigenti ai posti di comando, perché ci sono più simpatici di altri o perché sono portatori di idee e programmi che vogliamo vittoriosi su idee e programmi diversi/opposti?
Gli indirizzi che suggerisce sulla questione "migranti" che idee e programmi fanno vincere? È poi vero che servano ad aumentare i consensi? Oppure chi la pensa in quel modo continuerà a votare l'originale invece della copia, arrivata anche in ritardo?
Certamente nessuno può essere d'accordo con un'accoglienza indiscriminata e senza limiti, ma questo è un problema limitato, rispetto al problema che una sinistra o un centrosinistra deve affrontare sul tema immigrazione.
Vivo in Brianza e conosco tanti artigiani /falegnami che non trovano più personale disposto a lavorare nelle loro botteghe, salvo extracomunitari, anche laureati, perché i nostri "figli" certi lavori non vogliono più farli. L'idea che i nostri disoccupati non trovano posto, perché rubato dagli extracomunitari, è tutto da dimostrare.
Non solo. Se abbiamo l'ambizione a lungo termine, di permettere a ogni individuo/famiglia, una vita dignitosa, senza danneggiare l'ambiente, dovremo porci il problema di quanta popolazione può sopportare la terra con un certo livello di benessere (rinvio al testo di Giovanni Sartori "La terra scoppia) e dunque un controllo demografico.
Noi stiamo attivando politiche per il cosiddetto "inverno demografico": ma considerato che attualmente nel mondo, nascono il doppio di individui, rispetto a quelli che muoiono, a differenza di quanto avviene in quasi tutto l'occidente "ricco", nel quale i nascituri sono meno dei morti, non serve forse una battaglia per una coordinata politica di immigrazione e integrazione, come soluzione razionale al problema?
Ho l'impressione che abbiamo perso una visione internazionalista dei problemi, non riusciamo più a vedere le logiche strutturali, che travalicano le qualità dei singoli.
Senza una visione internazionale, anche la difesa della democrazia diventa problematica: come mai una comunità democratica di 60 milioni di abitanti, risulta quasi impotente di fronte alla volontà di delocalizzare di una sola impresa? Per quale ragione la competizione tra Stati, fa prevalere una logica capitalista a livello mondiale?
I problemi sono più complessi dell'adottare alcune regole che ci porteranno sicuramente alla vittoria: dobbiamo prima trovare la bussola in grado di farci leggere la realtà e le sue contraddizioni.
Firmato Furio Cecchetti circolo di Meda Mb
Caro Furio Cecchetti del circolo Meda MB, tu esprimi concetti profondi e ben articolati di un livello culturale elevato anche dal punto di vista politico, mentre , io sono più pragmatico e vado alla radice dei problemi con parole semplici e comprensibili a tutti e sostengo le mie idee nel rispetto di quelle altrui, ma, soprattutto ascolto i commenti del popolino che alla fine sono quelli più indicativi nelle intenzioni di voto.
Come sempre sostengo e continuerò a sostenere il dissenso è il sale della democrazia ed il confronto, pur nella diversità delle idee, è un momento di grande civiltà.
Un caro saluto ed un abbraccio virtuale Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con mv.agora
Se ci poniamo come obiettivo quello di vincere le elezioni nel migliore dei casi saremo pari agli altri. Forse in leggero svantaggio, rispetto a chi gestisce la "bestia" ed è nato sui social. Al limite potremo provare la strada della Meloni... ma vale solo per l'opposizione.
Decidiamo se vogliamo essere il "politico" che pensa alle prossime elezioni o lo "statista" che pensa al futuro. Nel primo caso la nostra politica sarà dettata dai sondaggi, nel secondo dobbiamo proporre dove portare il paese e perché chiediamo sacrifici. Sacrifici ineludibili, inutile negarlo.
Purtroppo abbiamo strateghi che pensano di risolvere i problemi con la demonizzazione dell'avversario, come sta facendo Letta. Tutti uniti contro Salvini; è lui il demonio. Oppure c’è chi crede che la soluzione sia l'accordo, aggiungo io umiliante, con i 5S; senza se e senza ma. Con Conte: il vero rappresentante progressista italiano.
Quello che serve è ritrovare la nostra identità e utilizzarla come un faro verso ogni nostra scelta, verso ogni nostra opinione, per costruire il programma che vogliamo per portare l'Italia a essere grande nel mondo. Rilanciare il PD vuol dire prendere posizioni di principio e non sottostare, di volta in volta, a quello che si pensa serva per vincere le elezioni. Il mio segretario afferma che fonderemo un centro sinistra unito nei valori e poi ci alleeremo con i 5S: ma come fa a deciderlo a priori? Avrei voluto sentirlo dire che: “fonderemo un centro sinistra unito e poi ci alleeremo con chiunque condivida i nostri obiettivi e programmi”, questa sì che sarebbe stata un’affermazione per rivendicare la nostra identità, i valori, i principi e l’orgoglio di rappresentarli.
Dobbiamo riscostruire un rapporto prioritario con il mondo del lavoro, del volontariato, del sociale e del terzo settore. Dobbiamo costruire un gruppo interno al partito che si occupi costantemente del dialogo con queste realtà e ne recepisca le esigenze e le problematiche. Questa è l’Agorà e non certamente un’ulteriore corrente nel partito.
Condivido la scuola di formazione politica, chiederei di inserire anche l'etica politica.
Caro mv.agora, posso senz'altro condividere i tuoi concetti quello che non condivido è quando parli della " bestia" nato sui social perché io sono per il rispetto di tutti , indipendente dalla loro connotazione politica e del loro modo di fare politica.
Con simpatia Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
In relazione ai 5 punti cardine per ottenere buoni risultati alle elezioni politiche del 2023 mi sentirei di avanzare le mie proposte che potranno essere condivise o meno rispettando quelle altrui:
1) linguaggio semplice ma efficace evitando di parlare in politichese per fare in modo che sia comprensibile a tutti;
2) una riforma innovativa sul lavoro mediante la riduzione delle ore lavorative a settimana (da 40 a 36) per ridistribuire la ricchezza e per l'aumento dell'occupazione ( riforma articolata che ho già formulato alle Agorà);
3) utilizzare la parola "speranza" in campagna elettorale e in qualsiasi altra occasione ed allora potremo dire noi portiamo il vento della speranza per una vita migliore ( casa, lavoro, diritti, giustizia, eguaglianza e libertà e così via);
4) andare in mezzo alla gente nelle strade, nelle piazze, nei mercati, nei locali pubblici sui posti di lavoro e nelle fabbriche, ascoltando le loro esigenze e cercando di portare loro il vento della speranza;
5) tornare a fare quello che ci era sempre riuscito meglio e cioè a difendere i diritti dei lavoratori.
Firmato Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con mv.agora
Scusa Giovanni, Non vorrei essere frainteso. La "bestia" è lo strumento informatico costruito da Morisi, esperto del settore, per raccogliere consenso sui social e orientare il pensiero e far girare fake e complotti. Incluse le invasioni.....ecc
Strumento per vincere le elezioni, o almeno per orientare il pensiero/consenso.
Caro mv.agora, hai fatto bene a precisare perché io non avevo afferrato il senso della tua affermazione e cmq eviterei di di usare certe espressioni che potrebbero dare luogo ad ambiguità ,sempre con simpatia Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con Alessandro Cecconi
Scusate, ma è cominciato lo streaming?
Me lo chiedo anch'io.
Vorrei saperlo anch'io . Sarò tarda,ma non ho capito come funzionano queste Agorà. Incontri in presenza, ok. E po'? Streaming o il dibattito è questo che ho letto sopra, fra Giovanni Balletini, Furio Cecchetti e il misterioso mv.Agorà : non era consigliato e quasi obbigatorio dare il proprio nome e cognome?
Mariagrazia Bruzzone, circolo PD Trastevere Roma.
Io non sono riuscito ad entrare con link fornito, cmq il fantomatico mv.agora ha detto di essere del circolo Andrea del Sarto di Firenze e il direttivo non avrebbe dovuto iscriverlo perché qui se si vuole mantenere l'anonimato non ci si viene perché in quello che si scrive e si propone ci si deve mettere la faccia.
Ho provato a stamparlo ma non si è più fatto vivo.
Io mi qualifica sempre Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Scusa Giovanni avverto un poco di astio nelle tue parole. Io ho semplicemente compilato le schede con i dati richiesti e poi fatto l'accesso.
Se in un campo c'è scritto Nick name ho messo quello.
Nella registrazione ho dato nome e cognome. Non sono fantomatico, parliamo dei contenuti.
Marco Vendali
Caro Marco Vendali di Firenze, Il tuo chiarimento è convincente e da parte mia non c'è astio nei tuoi riguardi, tuttavia, avresti anche potuto qualificarti con il tuo vero nome come fanno tutti e ti ho definito " fantomatico" proprio perché non avevi un nome con il quale chiamarti.
Avendo fatto in passato il maresciallo dei carabinieri a volte certe espressioni mi vengono spontaneamente ,ma, ci tengo a precisarti che io rispetto tutti.
Se ti sei sentito offeso dalla mia locuzione mi dispiace e ti chiedo venia per l'espressione che ho usato.
Sempre con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Oggi dopo circa 40 minuti mi hanno mandato il link giusto ed ho potuto ascoltare gli interventi dei partecipanti all'agora' in presenza sul tema dei partiti e della democrazia paritaria e devo dire sinceramente e senza peli sulla lingua come sono solito fare che sono rimasto profondamente deluso .
Ho sentito parlare di tutto ( sanità, giustizia, lavoro, ambiente, immigrazione, Afganistan, America, globalizzazione agricoltura e chi più ne ha più ne metta) , ma, s parte una giovanissima che è rimasta sul pezzo non ho sentito un intervento coerente con il tema dei partiti come soggetti politici e di quelli che sono gli obbiettivi da raggiungere e come raggiungerli.
Ho sentito parlare delle elezioni ad Imola e Bologna di inclusione e di
globalizzazione e di demografia ma dei presupposti di un partito in relazione alla politica zero assoluto.
Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Cara Mariagrazia, ci spiace se qualche aspetto delle Agorà non è chiaro, se qualcosa non è ben compreso è dovuto sicuramente alla forma nuova di questa iniziativa e spetta a noi fugare i dubbi.
Il funzionamento dell'Agorà è descritto per i punti principali qui https://decidim.agorademocratiche.it/pages/singole-agora e in questo video https://www.youtube.com/watch?v=ZC54jTIQXXs
L'incontro delle Agorà può essere organizzato in 3 modi: in presenza, a distanza (spetta agli organizzatori scegliere in quel caso il servizio di video streaming che preferiscono come per esempio zoom o google meet), o in forma ibrida, ovvero con alcuni partecipanti in presenza e altri collegati. Quest'ultima formulazione è stata testata anche nelle 2 pre-agorà di Belluno e Milano su montagna e periferie.
I partecipanti all'Agorà a stretto giro, auspicabilmente entro 48 ore, devono poi pubblicare sulla piattaforma la sintesi delle proposte emerse, così tutte le persone interessate al tema possono commentarle e suggerire delle integrazioni nei commenti sulla piattaforma. La discussione potrà andare avanti fino a fine dicembre e nel frattempo potrete anche organizzare nuove agorà sul tema.
100 proposte saranno poi esaminate dal PD per accoglierne almeno 50.
Relativamente al nickname, il nostro auspicio è di usare nome e cognome, non obblighiamo nessuno a farlo ma ci piacerebbe che al di là dei casi di omonimia, di chi magari ha un nickname che usa abitualmente in rete e per il quale è egualmente riconoscibile l'intenzione di questa comunità è che partecipandovi ogni cittadino si presenti per chi è.
Grazie dell'attenzione
Buon pomeriggio! L'evento può essere ascoltato in diretta sul sito ufficiale di Radio Immagina a questo link: https://immagina.eu/
É sufficiente premere sul tasto giallo "play" in fondo alla pagina per far partire la diretta radio. Ci scusiamo per il disagio.
Conversazioni con Gianfranco Pergher
Buongiorno!
Anch'io ho avuto difficoltà a trovare il link giusto per ascoltare gli interventi. Ne ho potuto sentire solo alcuni, fra cui mi è piaciuto quello di Paolo Gerbaudo sulla forma-partito. Sarà possibile riascoltare una registrazione, o trovare una sintesi scrittà? Non trovo nemmeno se ci fossero delle proposte in questa Agorà (dovrebbero esserci, vero?). Saluti a tutti
Caro Gianfranco Pergher, tutti hanno avuto difficoltà a collegarsi perché inizialmente avevamo mandato un link sbagliato poi con quello successivo sono entrato, ma, si poteva solo ascoltare gli interventi in presenza di quelli che di erano iscritti senza poter interagire.
Cmq per me è stata una delusione, a parte l'intervento che hai citato di Paolo Gerbaudo,gli altri zero assoluto tutti fuori tema senza uno straccio di proposta. Ho sentito parlare di giustizia, sanità, demografia, Afganistan, America, globalizzazione, sicurezza, lavoro, elezioni ad Imola e Bologna, Welfar, parità di genere, ambiente e chi più ne ha più ne metta. Se vuoi fare un comizio vai nelle piazze ma una Agorà a tema devi restare sul pezzo altrimenti diventa inutile e fuorviante.
Finora l'unico che ha fatto una proposta articolata sono stato io, ma, non la vedi perché essendo terminata non la puoi visualizzare cmq se sei interessato potrei inviartela purché mi fai avere un contatto (Facebook, Messenger e wtsapp).
Con simpatia Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Cellulare smartphone 3714152629
Caro Gianfranco, ci spiace per il disagio. Riguardo al podcast puoi riascoltarlo qui: https://immagina.eu/2021/09/04/politica-partito-partecipazione/
Per quanto riguarda la sintesi scritta dell'evento e le sue relative proposte gli organizzatori dovranno caricarle entro un massimo di 7 giorni sulla piattaforma.
Conversazioni con Diego Bonfiglioli
Il PD è un partito popolare e vive del suo radicamento sul territorio, ma negli anni si è sempre più ridotta l’attività di base dei Circoli e la possibilità degli iscritti di poter incidere sulle scelte e le politiche del Partito. Le riunioni dei circoli sono sempre più rare e la partecipazione per un iscritto spesso si riduce alle iniziative di autofinanziamento ed alle campagne elettorali, momenti fondamentali ma che non possono esaurire la partecipazione politica, che vive di confronto, contributo ideale e decisioni condivise. Siamo al punto che spesso, mentre i circoli rimangono chiusi, gli iscritti si confrontano sui social, a dimostrazione della voglia che c’è di parlare di politica e confrontarsi. I circoli vanno tenuti aperti, gli iscritti coinvolti più frequentemente e consultati sulle decisioni importanti che deve prendere il Partito, tramite questionari, referendum interni o altro. Bisogna riportare le discussioni all’interno delle nostre sedi, anche perché farle continuamente nelle piazze virtuali dei social finisce per amplificare le divisioni, le polemiche e le discussioni agli occhi degli altri, dando una immagine di divisione. Bisogna discutere anche aspramente all’interno, ma poi portare all’esterno la sintesi unitaria del nostro agire politico.
E qui mi collego al secondo punto, l’eccessivo correntismo che stiamo vivendo: spesso il PD non appare come un partito, ma come un insieme di partiti o fazioni spesso in conflitto tra loro. Ciò indebolisce molto l’immagine e crea confusione nell’elettorato, perché è spesso difficile capire la linea del Partito quando in contemporanea autorevoli esponenti manifestano opinioni diverse su temi cruciali. Oppure quando il Segretario fa una dichiarazione e contemporaneamente un capogruppo parlamentare la smentisce affermando l’opposto. Bisognerebbe, anche qui, confrontarsi senza timori nel dibattito interno, ma poi esternamente tenere tutti la linea che si è decisa assieme a maggioranza. Se serve anche con modifiche statutarie che vincolino a questo comportamento, almeno da un certo livello di carica in su.
Diego Bonfiglioli, iscritto PD di Zola Predosa (BO)
Caro Diego Bonfiglioli iscritto al PD circolo di Zola Predosa (BO), condivido pienamente e convintamente tutte le tue argomentazioni sul ruolo dei circoli ed è quello che da sempre sostengo anch'io, purtroppo, hanno fatto di tutto per esautorarli e spesso alle rare riunioni ci ritroviamo in pochi fedelissimi.
Condivido, altresì, la tua proposta di uniformare l'informazione per fare in modo di parlare la stessa lingua.
In definitiva condivido ed appoggio in toto le tue bellissime proposte Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Conversazioni con Diego Bonfiglioli
statutarie che vincolino a questo comportamento, almeno da un certo livello di carica in su.
Sul tema delle Primarie, penso sia giusto che il Segretario venga eletto dagli iscritti, per due motivi: 1- non ci sono impedimenti all’iscrizione al PD, quindi chiunque voglia contribuire alla sua vita politica in qualsiasi forma può iscriversi quando vuole; 2- avendo un elettore gli stessi poteri di un iscritto, per quale motivo dovrebbe decidere di iscriversi? Le Primarie riservate agli iscritti darebbero valore all’iscrizione al PD, motivando più persone a farla. Gli elettori possono essere comunque coinvolti nella vita del partito con altri strumenti, come le presenti Agorà, le riunioni aperte dei Circoli o altro. Partecipare alle iniziative è un conto, determinare le decisioni sulla leadership un altro.
Ritengo poi che nel momento in cui, con le Primarie, si decide della leadership del Partito, non si stia discutendo solo sui nomi dei possibili Segretari, ma anche e soprattutto sulle idee e le linee politiche che quei nomi esprimono. Pertanto tale discussione dovrebbe investire tutti i livelli del Partito, a partire dai Circoli ed a salire ai vari livelli territoriali, ridefinendoli in base alla discussione sulle piattaforme programmatiche dei candidati. In altre parole, contestualmente alle Primarie andrebbero fatti tutti i Congressi territoriali. Perché da quel momento in poi cambierà la linea nazionale del Partito e ritengo dannoso trovarsi con dirigenze locali a tutti i livelli elette sulla base di discussioni su linee politiche passate. Siamo tutti lo stesso partito ed è utile e giusto che si porti avanti tutti la stessa linea, o che comunque si parta tutti dalla stessa discussione (perché è ovviamente possibile che a livello locale prevalga una linea diversa da quella vincente a livello nazionale). In caso di cambio di linea del Partito oggi è forte il rischio di avere dirigenze locali che tirano dalla parte opposta della Segreteria Nazionale pur essendo minoritarie nel loro stesso territorio, solo perché erano state elette in altre stagioni politiche ormai superate. Per come sono organizzati ora i tempi dei Congressi territoriali, sembrano quasi le elezioni di mid term americane, che infatti spesso premiano i perdenti delle presidenziali, creando una situazione di stallo che rallenta l’azione governativa. Proprio il contrario di ciò che serve ad un partito politico!
Infine ritengo utile trovare il modo di reintrodurre un finanziamento pubblico dei partiti, proporzionale ai voti ricevuti, vincolato nelle sue possibilità di utilizzo e con controlli. Una politica povera è una politica più corruttibile ed in balia di ricchi finanziatori o ad appannaggio di chi ha i soldi, perdendo in democrazia ed accessibilità.
Diego Bonfiglioli, iscritto PD di Zola Predosa (BO)
Caro Diego Bonfiglioli iscritto al PD circolo di Zola Predosa Bo, la tua analisi è un documento di grande levatura e lungimiranza e, pertanto, condivido ed appoggio integralmente la tua proposta Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP sport
Buongiorno Diego,
vorrei appoggiare la tue affermazioni inerenti il segretario del partito con alcune considerazioni. Nel sistema maggioritario con coalizioni che si presentavano alle elezioni poteva aver senso far votare il segretario da tutti gli elettori, anche perché il ruolo coincideva con quello del candidato alla presidenza del consiglio. Il presidente del consiglio è di tutti e non solo del partito e inoltre si dava la possibilità anche ai membri dell'alleanza di votare in modo trasversale il candidato alla presidenza.
Occorre, prima di tutto eliminare questo automatismo e separare i due ruoli: segretario e candidato alla presidenza del consiglio. Il segretario del partito deve essere eletto solo dagli iscritti; non può essere scelto dai votanti, spesso presunti tali, solo per dare una maggiore legittimazione o ampliare il consenso. Convengo con te su questo punto.
Concordo anche sul ruolo dei circoli, che non possono essere solamente dei soggetti "passivi" che si limitano a ufficializzare le decisioni già presente ai piani alti. Altrimenti non hanno senso. L'unica differente visione che vorrei portare alla tua attenzione è quella che ci permette anche adesso di poter scambiarci le idee. Il PD deve rinnovarsi e gestire e utilizzare i sistemi informatici all'interno dei propri processi organizzativi. Non mi fraintendere. Non dico di utilizzare sistemi come la "bestia" costruita da Morisi per Salvini e che lo ha portato ad arrivare, adesso al 20%, ma anche il 34% di consenso in situazioni particolarmente difficili per il paese. Noi non vogliamo ricorrere a fake e a metodi di condizionamento del pensiero/consenso, ma dobbiamo adeguarci ai tempi. Nella società globale e “liquida” individualista non esistono più i forti motivi di aggregazione legati ai principi di appartenenza a un gruppo o a un ideale. I gruppi adesso sono insiemi di singoli individui, che spesso si informano tramite le condivisioni delle opinioni su internet e che, dopo anni di lavaggio del cervello, adorano i complotti segreti, gli scontri violenti, bramano la fama e la notorietà, prima di ogni altra cosa, e devono mostrarsi per essere.
Evan Williams, uno dei fondatori di Twitter, afferma. “Una volta pensavo che il mondo sarebbe diventato un posto migliore se tutti avessero avuto la possibilità di parlare liberamente e scambiarsi idee. Mi sbagliavo".
Le notizie, i video, falsi o veri che siano, se infamanti, denigranti, urlati con toni estremi, e violenti, si propagano a una velocità esponenziale sulla rete. Mentre tutte altre notizie si fermano dopo poche condivisioni; pochi salti. Oggi siamo nell’era globale ma non soltanto per le popolazioni, l’economia e la finanza, ma anche per l’informazione, o meglio la disinformazione.
Conversazioni con mv.agora
Uno dei problemi fondamentali del sistema democratico sta proprio nella possibilità di indirizzare l’opinione delle masse tramite i bombardamenti mediatici e quindi governare grazie a tale consenso. Siamo ormai rassegnati ad accettare tutto, perfino che la “realtà percepita” sia più importante di quella reale; ed è a causa di questa forza irrazionale che la comunicazione è fondamentale e le democrazie, oggi composte da individui che non sono più cittadini e non hanno un’adeguata formazione culturale, sono una facile preda dei populisti e dei sovranisti.
Vorrei far notare che con un solo clik, circa 1 secondo, si possono raggiungere centinaia di miglia di persone. Occorre considerare che, in meno di due ore, il video di un falso stuart della nave “Acquarius” che raccontava il viaggio dei migranti come se fossero stati in una crociera con tutti confort è stato clickato da 400,000 persone. Oggi la base, soprattutto se giovane, utilizza mezzi diversi dai circoli per discutere formarsi e condividere opinioni.
Nel mio partito vorrei che i circoli, ricorrendo anche a strumenti informatici moderni, fossero inseriti nel processo organizzativo, almeno con principi di consultazione, sulle questioni più importanti e di principio.
Proprio per questo ho proposto di modificare lo statuto affinché accordi programmatici pre elettorali, eventuali post elettorali e anche riguardanti argomenti etici, debbano essere avallati dalla base, dagli iscritti al partito.
Marco Vendali - Circolo Andrea del Sarto - Firenze
Buongiorno Marco, concordo sulla necessità di trovare formule ibride di partecipazione alle riunioni dei Circoli e sull'utilizzo di mezzi informatici per facilitare consultazioni della base nelle circostanze da te citate. La sfida che ha davanti il PD è proprio riuscire ad integrare l'uso dell'informatica e della rete nella vita politica di una base abituata a rapporti diretti in presenza, e che spesso per motivi di età non ha dimestichezza con i mezzi informatici. Bisogna sfruttare l'informatica per coinvolgere di più i giovani e velocizzare dove possibile i processi, evitando però di marginalizzare coloro, tanti, che sono la vera ossatura della nostra base, della nostra cultura politica e del nostro radicamento nei territori. L'esperienza delle Agorà penso vada pienamente in questa direzione. Riunioni sia in presenza che in remoto o ibride e condivisione dei risultati e delle proposte online tipo social. A livello di circolo potrebbero esserci poi riunioni per chi non accede abitualmente alla rete ed alle piattaforme per fare il punto della situazione sulle discussioni delle Agorà riguardanti i temi di maggiore interesse per gli iscritti del circolo. Mi auguro poi che questo metodo di discussione aperta in un luogo ufficiale del Partito sulle proposte politiche in campo si mantenga anche dopo il 31 dicembre.
O si elimina l’iscrizione, la tessera, oppure bisogna marcare in termini di potere di incidenza, la differenza tra chi aderisce a una cultura politica, a un progetto di lunga durata, a un impegno che assorbe vittorie e sconfitte, rispetto ad adesioni più superficiali, più legate a singoli programmi di legislatura, a punti programmatici di maggior interesse personale, ad adesioni legate all’onda vincente di una fase; l’elezione dei gruppi dirigenti del partito deve essere riservata agli iscritti. Le platee che eleggono i gruppi dirigenti ai vari livelli devono essere espressione del livello inferiore.
Le primarie possono avere senso per le elezioni a livello istituzionale, quando si opera in coalizione e l’accordo tra gruppi dirigenti non trova soluzione, ma se rappresentano un’alternativa alla capacità di fare politica del quadro militante, degli iscritti, il rischio è di non ottenere nessun risultato duraturo e demotivare i militanti.
Bisogna aiutare i livelli locali del Partito a fare politica, come compito di tutto il Partito, di tutti i gruppi dirigenti.
La discussione in corso può suggerire alcune riflessioni su questa iniziativa delle agorà, che sembra orientata a proposte legislative.
Sicuramente generoso da parte del Pd offrire uno spazio alla discussione e individuare alcuni argomenti, impegnando risorse economiche e umane.
Però per formulare proposte concrete, che rispettino vincoli e compatibilità (normative, economiche, ecc.), serve avere una certa competenza nella singola materia.
Il compito della sintesi e dell’elaborazione di proposte serie non spetta ai gruppi dirigenti?
Di programmi ne esistono già tanti e anche ambiziosi (Agenda 2030, nostri programmi elettorali, Pnrr, ecc.): il problema è come legare le proposte ai processi reali, alla possibilità concreta di mobilitazione, di successo pratico, in grado di mutare il senso comune e cambiare i rapporti di forza.
Per formulare “proposte forti” in grado di mobilitare e colpire nel segno, non è necessario ripartire da un’analisi di fondo della realtà? Far diventare patrimonio di tutti i componenti di una organizzazione o alleanza di organizzazioni, la visione generale alla base di quelle proposte? Offrire un profilo meglio definito al corpo elettorale?
Il singolo cittadino (iscritto o meno), può certo contribuire alla singola proposta e nella sede opportuna, se ha la professionalità/competenza nello specifico tema, ma in quanto semplice cittadino, può contribuire sugli orientamenti generali, sulla base delle sue letture, della sua esperienza di vita o di militante.
Alfredo Reichlin diceva che l’identità di un partito è la sua funzione storica. Ma come individuo la funzione storica e come la faccio diventare un profilo ben percepibile dall’opinione pubblica? Non devo spiegare entro quali vincoli vigenti devo perseguire i miei obiettivi? Come penso a breve/lungo termine di cambiare le compatibilità esistenti? Come rendo chiaro il progetto di società (italiana, europea e mondiale) che ho in testa (se dopo l’analisi l’ho elaborato) e ben radicato nei processi reali?
Insomma, se le agorà, sulla base di tesi il più chiaramente formulate, avessero avuto come scopo coinvolgere più persone possibili in un confronto finalizzato a far diventare patrimonio comune una certa visione della realtà e gli orientamenti per raggiungere obiettivi generali, forse anche proposte di dettaglio diventerebbero più comprensibili, come tasselli di un mosaico o tappe di un percorso esplicitato.
L’idea di una piazza virtuale che integri luoghi di aggregazione fisici sempre più radi e poco frequentati, è buona; ma non era meglio, invece che esercitarsi a fare i legislatori, condividere/dissentire/discutere, su temi di fondo in grado di promuovere una lettura comune della realtà in questa fase storica?
Conversazioni con mv.agora
Scusate un'ultima considerazione per Giovanni. Lo scopo non è vincere le elezioni, altrimenti giustificheremo chi, come Salvini o i populisti, ricorrono a strumenti come la "bestia" o fanno politica con i sondaggi. Quello è il risultato. Lo scopo è portare proposte per il paese che siano in linea con i nostri principi e valori (in linea) e convincere la gente che queste sono le scelte giuste perché noi abbiamo un progetto per il paese, per il benessere di tutti, non solo per domani. Ma per il futuro.
Caro mv.agora Marco Vendali, innanzitutto voglio complimentarmi con te per aver accolto il suggerimento mio e delle Agorà di qualificarti anche se potevi non farlo, e poi, visto che mi hai citato io vorrei ribadirti che non ho affermato che voglio vincere,ma, che l'obbiettivo di un partito è quello di creare i presupposti per vincere le elezioni politiche per andare a governare portando avanti le proposte formulate in campagna elettorale.
Se i partiti dovessero perdere di vista questa prospettiva diventerebbe tutto aleatorio e privo di contenuti sempre con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Giovanni, ho provato a cambiare i Nick name con nome e cognome, ma mi da errore. Come hai fatto te aggiungerò alla fine intervento, nome e cognome.
Caro mv.agora Marco Vendali di Firenze, apprezzo moltissimo la tua correttezza ed anche tu come me sei uno che non ama lasciare le cose in sospeso sempre con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Carissimi, condivido moltissimo di quello che hanno scritto Giovanni da Sarzana, Furio da Meda e Marco da Firenze. C'è un comune modo di sentire che è anche il mio. Credo che questa iniziativa delle Agorà sia importante proprio per mettere in contatto le persone che hanno voglia di collaborare per rilanciare la partecipazione e l'iniziativa politica democratica, e che dobbiamo cercare di trarne il massimo. Io aspetto di sapere se su questa Agorà ci saranno delle proposte concrete, e allora interverrò per commentarle. Ma guardate che, se ne siamo convinti, possiamo noi stessi promuovere un'Agora sul tema, ad esempio, della "forma partito" (cioè di come deve cambiare il PD per arrestare il declino - evidente - e rilanciare). Purtroppo mi avvedo che siamo in pochi. Per fare un'Agorà ci vogliono almeno 10 iscritti e 10 non iscritti, parità di genere e un luogo fisico o virtuale (es. Zoom) per presentare le proposte e discuterle. Ma se volete, io ci sono. Gianfranco Pergher Circolo 2 di Udine. Carissimi saluti
Conversazioni con Giovanni
Carissimo Gianfranco Pergher iscritto al circolo 2 di Udine, personalmente ho già inoltrato le mie proposte alle Agorà in data 03/09/2021 alle ore 16,33 e potrai visualizzarla su Partito, Politica e Partecipazione e se la condividi potrai anche votarla.
Ora consentimi una dissertazione, visto che sei di Udine, io ho fatto il il maresciallo dei carabinieri alla Stazione di Udine Porta Aquileia negli anni dal 1963 al 1964 e nel 1965 e 1966 ho comandato la Stazione Carabinieri di Taipana nella Carnia poi devasta dal tremendo terremoto del 1976 .
Un abbraccio virtuale con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Caro Giovanni, è un onore! (anche se all'epoca io non mi trovavo a Udine).
Devo dirti che ho potuto finalmente ascoltare la prima parte dell'Agorà in podcast, e ci sono stati interventi molto interessanti, in particolare di Piero Ignazi, ma anche di Morcellini, Felice e Bellissima. Potrai vedere anche che sono stati aggiunti dei documenti per precisare meglio il senso degli interventi, che per regolamento erano brevi. Se hai tempo, ti invito a riascoltare il podcast qui: https://immagina.eu/2021/09/04/politica-partito-partecipazione/ perché sono state presentate molte idee nuove che credo possano interessare a te, come anche agli altri che hanno commentato questa Agorà (Marco, Diego, Furio ecc.). Oggi conto di ascoltare la seconda parte e, se vuoi, ne potremo discutere.
Un abbraccio
Conversazioni con Giovanni
Caro Gianfranco Pergher di Udine, ho ascoltato tutti gli interventi ed ho visionato anche i documenti aggiuntivi e sinceramente l'unico intervento interessante in sintonia con la mia idea di Partito è stato quello di Walter Veltroni, che stimo moltissimo , il quale ha detto come dovrebbe essere il partito e cosa dovrebbe fare ed ha indicato la strada con alcune proposte che , peraltro, condivido pienamente anche perché si identificano anche in quelle che ho proposto io, infatti:
1- linguaggio nuovo morigerato e comprensibile (in simbiosi con me)
2- lavoro, lavoro, lavoro ( in sintonia con me);
3- parola da usare in qualsiasi intervento ed in campagna elettorale "solidarietà" ed io "speranza" e sono locuzioni che si adattano perfettamente in ogni contesto di discussione ed allora si potrebbe dire " noi portiamo il vento della speranza per una vita migliore" come noi vi portiamo la nostra solidarietà per una vita migliore" e così via.......
4- lui ha aggiunto "ambiente" e che il PD aspira a diventare il primo partito ambientalista Italiano;
5- io invece ho proposto la difesa dei diritti dei lavoratori nel solco della nostra tradizione.
Per il resto ho sentito interventi bellissimi come dialettica, ma, più improntati a comizi elettorali che su una discussione a tema come l'Agorà in argento dove devi rimanere sul pezzo.
Io sono un semplice iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP e non parlo il politichese ma vado direttamente alla radice dei problemi e pragmaticamente propongo soluzioni senza tanti giri di parole.
Sono dell'avviso che ognuno di noi debba esprimere le proprie opinioni , sbagliate o giuste che siano, n sintonia con il proprio modo di pensare.
Non ho ambizioni politiche e non cerco visibilità ( sono ultraottantenne) ma dico sempre quello che penso senza peli sulla lingua e non mi trincero dietro l'ipocrisia.
Quando nella sinistra tutti ne parlano ma in pochi hanno il coraggio di dire il loro recondito pensiero sull'immigrazione bene io l'ho fatto mettendoci la faccia e lo potrai visualizzare nella mia proposta su questa Agorà.
Con simpatia ed affetto Giovanni Ballerini iscritto al PD circolo Battifollo e Crociata di Sarzana SP
Giovanni, perdonami, ma non ho sentito nessun intervento di Walter Veltroni nell'Agorà! Quanto a quello che dici tu:
- Mario Morcellini professore di comunicazione ha proposto di essere più chiari e semplici nella scelta della parole chiave, con al primo posto Scuola e formazione; Salute di territorio e prossimità; i Giovani; e di insistere molto sul PNRR per dare prova di concretezza, operatività e operosità;
- Romano Bellissima della Fondazione Nenni ha insistito sul rapporto con l’opinione pubblica, che oggi è scarso, e sul fatto che bisogna tornare a occuparsi dei poveri, dele ingiustizie e delle disuguaglianze;
- Paolo Gerbaudo ha fatto l'esempio della SPD tedesca che, dopo avere dichiarato di voler stare dalla parte dei lavoratori, è risalita decisamente nei sondaggi;
- Emanuele Felice docente universitario ha parlato di valorizzazione del ruolo degli iscritti (per cui, il segretario va eletto dagli iscritti); che è anche è anche la base per formare una classe dirigente.
Molti hanno parlato del problema del finanziamento del partito, senza il quale non possiamo fare molto.
Mi sembra che siano cose molto vicine a quelle che dici tu, e tutte molto importanti per noi.
Un abbraccio.
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