
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Dare piena e compiuta attuazione all’art.49 della Costituzione: assicurando altresì ai partiti le risorse necessarie
- Descrizione dettagliata
- In questa prospettiva più interventi hanno argomentato innanzitutto la necessità di dare piena e compiuta attuazione all’art.49 della Costituzione: da un lato, razionalizzando e rafforzando le varie norme che sono state introdotte nel corso degli anni in materia di trasparenza e di democraticità interna dei partiti politici e, dall’altro, assicurando a questi ultimi le risorse materiali per organizzare sul territorio luoghi fisici e luoghi digitali di incontro, di confronto e quindi di partecipazione politica e di costruzione di legami sociali.
La democrazia, come ogni bene o servizio fondamentale – è stato giustamente ricordato - è il prodotto artificiale della volontà e dell’azione umana ed ha un costo: un costo che deve essere sostenuto, almeno nel suo contenuto essenziale, dall’intera collettività secondo i principi che regolano i doveri costituzionali di solidarietà, e ciò anche per assicurare la separazione e l’autonomia della sfera politica dalla sfera economica. Una democrazia senza risorse, o una democrazia che dipende dalla beneficenza del potere economico privato, è una democrazia debole che difficilmente potrà rendere effettivo il diritto riconosciuto a ogni individuo di associarsi e di concorrere (con metodo democratico) a determinare l'indirizzo politico delle comunità in cui vive, e, per questa strada, “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che … impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. - Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Una democrazia senza risorse, o una democrazia che dipende dalla beneficenza del potere economico privato, è una democrazia debole che difficilmente potrà rendere effettivo il diritto riconosciuto a ogni individuo di associarsi e di concorrere (con metodo democratico) a determinare l'indirizzo politico delle comunità in cui vive, e, per questa strada, “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che … impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Parlamento, associazioni e tutti i cittadini.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Politiche e strumenti per una democrazia “emancipante” nell’attuale contesto economico, sociale e digitale
I Parlamenti e più in generale le istituzioni rappresentative del pluralismo vivono, da tempo, una stagione difficile. Faticano a rappresentare e faticano a governare e, in particolare, faticano a promuovere uno sviluppo emancipante e inclusivo che assicuri uguaglianza di opportunità e uguaglianza di accesso ai beni essenziali. E’ cresciuto nel Paese, insieme alla paura e all’insicurezza economica, un sentimento di sfiducia nelle istituzioni democratiche, nella mediazione politica e nei corpi intermedi; un sentimento di sfiducia che ha assunto, in alcuni momenti, specie negli anni che hanno preceduto la pandemia, l’intensità e la forma di una vera e propria “contrapposizione” tra il popolo e il “Palazzo”.
Il bivio che abbiamo di fronte per affrontare e cercare di risolvere questo serio problema, che rischia di minare alle fondamenta l’intero assetto democratico costituzionale, potrebbe essere così sintetizzato: “abbattere il Palazzo”, superare la sua centralità, esasperando la contrapposizione; oppure, riformare il “Palazzo” e, al contempo, riformare l’organizzazione sociale della partecipazione politica.
Detto in altri termini: possiamo imboccare la strada di una progressiva extra-parlamentarizzazione dei processi partecipativi e decisionali, dando vita a istituti giuridici alternativi e autonomi da quelli imperniati sulla rappresentanza politica e sul protagonismo dei partiti e dei corpi intermedi, teorizzando che il popolo non abbia bisogno di alcun “Palazzo” o che la democrazia rappresentativa non abbia più ragione d’essere nella modernità e nel quadro dell’attuale contesto tecnologico e comunicativo; oppure, al contrario - muovendo dalla convinzione che non sia possibile preservare le condizioni del pluralismo e della partecipazione critica e attiva se non vi è mediazione organizzata, rappresentanza generale e Assemblee legislative - imboccare la strada dell’impegno per ridurre la contrapposizione e la distanza, cercando, da un lato, di rendere le istituzioni della democrazia rappresentativa più capaci di coinvolgere, di rappresentare, di decidere e, quindi, di governare i processi economici e sociali; e, dall’altro, cercando di offrire ai cittadini nuovi e ulteriori strumenti di partecipazione e di esercizio dei loro diritti politici e delle loro responsabilità.
La presente agorà intende muoversi in questa seconda prospettiva, cercando innanzitutto di mettere a fuoco i presupposti materiali, culturali e istituzionali di una effettiva partecipazione (critica e riflessiva) all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese nell’attuale contesto, caratterizzato (altresì) da una profonda e pervasiva innovazione digitale che incide su ogni aspetto della nostra vita individuale e relazionale, e dunque sugli stessi processi partecipativi e di costruzione del consenso.
Nel quadro di una più generale riflessione sulla democrazia che vorremmo realizzare, occorrerà perciò dedicare una particolare attenzione alle potenzialità e ai limiti di tale innovazione, ovvero, più precisamente, alla definizione delle condizioni di un suo utilizzo virtuoso e coerente con i principi di una democrazia “emancipante”, di una democrazia cioè capace di mantenere le promesse dell’uguaglianza (nel rispetto delle diversità) e del “pieno sviluppo della persona umana”.
Se sarai presente a Torino ti preghiamo di arrivare con almeno 15 minuti di anticipo all’evento, così da facilitare le operazioni di controllo dell’avvenuta registrazione alla piattaforma e all’evento.
Agorà organizzata da Andrea Giorgis
Elenco dei sostenitori
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5 commenti
I modi in cui si formano e prosperano le comunità umane possono basarsi su forme di consenso e partecipazione non razionali basate sull'emotività. Possono infatti far leva su sentimenti forti quali l'incertezza, la paura, il timore per il diverso e lo straniero , l'invidia etc. Queste dinamiche sono proprie della storia dell'uomo e hanno contribuito a sancirne il successo evolutivo preservando le identità comunitarie e le forme di potere che le rappresentavano anche attraverso l'identificazione, l'espulsione e il contrasto nei confronti di chi la poteva minacciare: il diverso e lo straniero o più semplicemente chi la pensava controcorrente. Talvolta in modo estremo sotto la guida dei cosiddetti "uomini della provvidenza" o di gruppi ristretti di individui che si erano arrogati il potere di rappresentare la comunità. Se queste dinamiche nella storia passata potevano forse avere un senso e una giustificazione storica / evolutiva "locale", date le forme limitate in cui tradizionalmente l'informazione nasceva e si diffondeva, ora non sono più ammissibili. Questi meccanismi diventano ora nel villaggio globale devastanti perché sono amplificati nei loro effetti dalle tecnologie di costruzione del massaggio e della sua diffusione tramite agenti artificiali e altri strumenti che ne aumentano la portata ben al di là della diffusione e efficacia "organica", quali la multimedialità e l'intelligenza artificiale. Si veda il merito questa presentazione: https://bit.ly/3nE1MZw
Nella storia recente dell'umanità ci sono numerosi episodi (il caso Cambridge Analytica, l'elezione di Trump del 2016, la persecuzione delle minoranze mussulmane in Myanmar etc) in cui la disinformazione in Internet è stata determinante. Tuttora montagne di soldi vengono spesi da nazioni e da parti politiche in forme di guerra elettronica contro il loro avversari, al punto da rendere illusorie e inefficaci le tradizionali forme democratiche di partecipazione al potere.
In difesa della democrazia e dei suoi principi si propone pertanto di escludere da ogni forma di finanziamento pubblico le organizzazioni politiche e sociali che facessero ricorso a qualunque strumento di disinformazione reso possibile dalla ICT.
<< La democrazia, come ogni bene o servizio fondamentale – è stato giustamente ricordato - è il prodotto artificiale della volontà e dell’azione umana ed ha un costo: un costo che deve essere sostenuto, almeno nel suo contenuto essenziale, dall’intera collettività secondo i principi che regolano i doveri costituzionali di solidarietà, e ciò anche per assicurare la separazione e l’autonomia della sfera politica dalla sfera economica. Una democrazia senza risorse, o una democrazia che dipende dalla beneficenza del potere economico privato, è una democrazia debole che difficilmente potrà rendere effettivo il diritto riconosciuto a ogni individuo di associarsi e di concorrere (con metodo democratico) a determinare l'indirizzo politico delle comunità in cui vive, e, per questa strada, “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che … impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. >>.
Sulla base di questa riflessione mi trovo profondamente d'accordo nel sostenere questa iniziativa.
Troppo spesso si lascia al solo volontariato la cura del bene comune e questo credo sia un errore che allontana i cittadini alla realtà: la democrazia è la più bella forma di governo ma bisogna impegnarsi sia come singoli che collettivamente per farla funzionale.
Stefano Turi
Ricreare luoghi di partecipazione organizzata , informata e responsabile, è un necessita di una democrazia che soffre di frammentazione , sfiducia nelle istituzioni, partecipazione bassa e preferenze volatili. Una nuova organizzazione dei partiti con un mix virtuoso di presenza fisica sul territorio e virtuale in rete dovrebbe poter assicurare con continuità nel tempo l'indipendenza di giudizio dai grandi interessi costituiti (e anche da quelli piccoli), nonchè informazione, accessi e spazi a fasce di popolazione che non l'avrebbero. Un finanziamento pubblico a ciò finalizzato in modo specifico è una precondizione
Dopo l’elezione del PdR e prima che si partano assurdi progetti di presidenzialismo lontani dalla nostra storia occorre rafforzare i partiti e la democrazia dal basso
Oltre che necessario per l'efficacia operativa dell'organizzazione, il finanziamento dell'attività politica assume particolare rilevanza per altre due ragioni fondamentali:
1) L'indipendenza del potere politico o quantomeno la sua non corruttibilità;
2) L'accessibilità al potere politico anche da parte di chi non gode di risorse sufficienti.
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