
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Un’eredità universale tassando i vantaggi di pochi
- Descrizione dettagliata
- L’Italia è un paese ricco, anche dal punto di vista patrimoniale, ma la ricchezza è distribuita in modo sempre più ingiusto. Questa ingiustizia si riproduce attraverso le eredità che sono sempre più diseguali. La combinazione di trasferimenti intergenerazionali sempre più concentrati e una tassazione delle eredità e delle donazioni fra le più basse e le meno progressive all’interno del panorama dei paesi più sviluppati fa sì che molti e molte giovani non ricevano nulla o comunque somme molto limitate mentre alcuni e alcune ricevono grandi fortune.
Contrastare la disuguaglianza di opportunità intergenerazionale richiede una molteplicità di interventi. Servono certamente politiche per l’istruzione e interventi nel mercato del lavoro e nelle politiche attive che favoriscano retribuzioni e percorsi di carriera decenti. Serve, però anche una disponibilità̀ di ricchezza. Avere una base di ricchezza consente a una o un giovane di proseguire gli studi, di farlo scegliendo l’Università a lei o lui più congeniale, di mettere in atto un progetto innovativo, di conoscere il mondo e apprendere una o più lingue.
La proposta, descritta in dettaglio, nei suoi termini originari, nei documenti con cui si è aperta l’Agorà, è composta da tre gambe fra loro complementari:
• Un trasferimento di ricchezza, da erogare a ogni ragazza o ragazzo, al compimento dei 18 anni, una somma di denaro pari a 15mila euro (circa un decimo della ricchezza media). Il trasferimento è universale, perché, per una volta, tutti e tutte siano sullo stesso piano e, comunque, anche i figli di genitori ricchi potrebbero essere ostacolati nel perseguimento del loro piano di vita, qualora in opposizione a quello dei genitori. L’universalismo può anche stimolare la percezione di un senso di appartenenza per chi ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza in condizioni di svantaggio e che, per una volta, si sente parte, alla pari, di una generazione che si muove insieme. La selettività, inoltre, è iniqua e distorsiva. La soglia che separa gli aventi diritto dai non aventi diritto lascia inevitabilmente fuori qualche bisognoso, mentre qualcuno si fingerà bisognoso solo per potere accedere al trasferimento. Il trasferimento è, altresì, non condizionato, proprio perché vuole responsabilizzare e perché ogni lista di condizioni, oltre a essere anch’essa distorsiva, appare discutibile e comunque gli usi non sono, nei fatti, controllabili.
• L’attivazione di servizi abilitanti, offerti, a partire dagli anni dell’adolescenza, dall’età di 14 anni nella scuola e all’interno della comunità e dei servizi sociali, volti a sostenere la valutazione di alternative e la maturazione di decisioni informate libere da condizionamenti e pressioni, grazie a momenti di discussione fra pari, offerta di formazione, anche finanziaria, confronto con persone di diversa provenienza ed età che hanno compiuto scelte di vita diverse. La libertà di scelta in cui crediamo non è quella dei liberisti secondo cui ogni gusto é sovrano. Le preferenze non si formano nel vuoto e alcuni hanno più strumenti di altri e altre. In questa prospettiva, la proposta può essere anche occasione di innovazione nei processi formativi.
• Una rinnovata imposta sulle successioni e le donazioni, che denominiamo imposta sui vantaggi ricevuti, che va a incidere sulla somma di tutte le grandi eredità e donazioni ricevute nell'arco della vita. Il numero di persone attualmente soggette all’imposta ogni anno è pari a circa 80 mila. Con questa nuova imposta i/le paganti verrebbero dimezzati e chi riceve di più pagherà di più: solo chi riceve trasferimenti di ricchezza che lo collocano nel 5% più ricco degli italiani pagherà l’imposta, che sarebbe nulla al di sotto dei 500mila euro. L’imposta pagherebbe fino a circa 3⁄4 del costo della dotazione universale di ricchezza.
Le tre gambe generano fruttuose interdipendenze. Sapere di potere contare su una eredità a diciotto anni può favorire lo studio, modificando le aspettative. La presenza di un’imposta progressiva fa si che anche il trasferimento universale avvantaggi di fatto di più i più svantaggiati (che riceverebbero l’eredità ma non pagano l’imposta). - Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- La proposta mira a ridurre il condizionamento che la ricchezza accumulata dalla precedente generazione esercita sulle scelte di vita di ragazzi e ragazze. Verrà ridotta la disuguaglianza tra chi ha la fortuna di nascere in una famiglia agiata e chi no, mescolando le carte nel passaggio intergenerazionale della ricchezza e riducendo il peso della protezione individuale, da parte della famiglia. Si accresceranno senso di responsabilità e impegno di ragazze e ragazzi che si troveranno a discutere fra loro e con l’intera comunità e, effetto non marginale, aumenterà anche il dinamismo dell’economia.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Governo, regioni, scuole e sistema dell’istruzione nel suo complesso, associazioni giovanili (come quelle che hanno partecipato all’Agorà), organizzazioni di cittadinanza attiva, imprenditori.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Più potere e libertà ai diciotto anni, con un passaggio generazionale più giusto
Parlare di giovani non basta. Il Forum Disuguaglianze e Diversità ha una proposta per cambiare davvero le cose. L’Italia attraversa una grave crisi generazionale che si esprime in pochi laureati rispetto alla media EU, alto numero di ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano, abbandono scolastico, crisi di natalità, salari bassi di entrata, pervasivo ricorso al lavoro gratuito. L’istruzione è un tassello fondamentale per colmare le disuguaglianze di opportunità, ma non basta. Oggi nel nostro paese il futuro di un giovane o una giovane è determinato in misura sempre maggiore dalla ricchezza della famiglia di origine, che resta una risorsa cruciale.
Due ragazze che hanno frequentato con passione e ottimi risultati un istituto tecnico e che dopo la maturità vogliono continuare a studiare e sperimentare, saranno facilitate o ostacolate nel perseguire i propri disegni di vita a seconda dalla possibilità o meno di poter contare sulla ricchezza della propria famiglia di origine. Il Forum Disuguaglianze e Diversità, che lavora per produrre politiche di contrasto alle crescenti disuguaglianze, ha formulato una proposta per far pesare meno la ricchezza familiare nella vita dei e delle giovani. E’ una proposta in due mosse. La prima è di eliminare l’anomalia italiana: l’assenza di incisività e di progressività nelle imposte sulle successioni e donazioni. Un’ingiustizia, non motivabile.
La nostra proposta prevede una modifica dell’attuale imposta, con una soglia di esenzione di 500 mila euro, che consente al 95% circa di eredi e beneficiari di ricevere l’intero patrimonio trasferito dai familiari senza pagare imposta alcuna. Solo al di sopra di questa soglia è previsto un prelievo progressivo. A questa proposta se ne associa una seconda: l’istituzione di un’eredità di 15.000 euro (il 10% della ricchezza media) al compimento dei 18 anni, universale, incondizionata e accompagnata. Universale perché ogni selettività è densa di problemi: è difficile separare in modo inequivocabile i bisognosi dai non bisognosi e questo potrebbe provocare distorsioni e percezioni di iniquità di trattamento. L’universalismo aumenta, invece, la coesione sociale e il senso di comune appartenenza: dare a tutti e tutte la stessa cifra al passaggio cruciale verso la vita adulta. Incondizionata perché il nostro obiettivo è accrescere la libertà “sostanziale” dei giovani non decidendo per loro come usare quanto ricevuto, ma lasciandoli scegliere se viaggiare, studiare in un’Università lontana da casa, tentare, anche in gruppo, un progetto imprenditoriale o risparmiare.
Accompagnata, perché prevediamo interventi formativi di educazione finanziaria e di indirizzo alle scelte, coinvolgendo tutti gli attori territoriali, dentro e fuori le scuole, al fine di contrastare le differenze nelle capacità di decisione e di promuovere un confronto fra i e le giovani volto ad orientarli nelle decisioni sul percorso di vita da intraprendere. Fra l’altro, si tratterebbe anche di una bella innovazione educativa. La prima di queste misure finanzierebbe in larga misura la seconda. Ci incontreremo per dibattere di questa proposta che può rappresentare il segno di un genuino cambio di rotta nell’affrontare davvero il “tema giovani”.
La proposta, che si è arricchita di 24 mesi di confronto con comunità di giovani in tutta Italia, può fare in questa sede un passo ulteriore.
Documenti da scaricare
- Proposta contenuta nel Rapporto “15 Proposte per la giustizia sociale” https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2019/03/3-passaggio-generazionale.x96206.x38612.pdf
- Proposta in pillole https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2019/11/Pillola_Proposta15.x38612.pdf
- Articolo su LaVoce.info https://www.lavoce.info/archives/74648/per-un-passaggio-generazionale-piu-giusto/
- Accedi a tutti i materiali della proposta https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/eredita-universale/
Elenco dei sostenitori
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8 commenti
fondamentale aggredire il problema della disuguaglianza di ricchezza sia dal lato delle tasse di successione (redistribuzione) , sia da quello di una dotazione ugualitaria di ricchezza a tutti i giovani prima dell'ingresso nel mercato (pre-distribuzione). Quindi giusto il criterio universalistico dell'uguale dotazione incondizionata per tutti i giovani Da valutarsi attentamente l'applicazione in relazione alla riforma dei valori catastali della proprietà immobiliari. Specie dei grandi centri urbani.
È una proposta concreta, comprensibile, che mostra chiaramente i valori di una sinistra democratica e riformista. Da sostenere con forza e convinzione.
Sono fra quanti hanno sempre creduto nel sostegno alla freschezza e all’energia delle nostre risorse giovanili. Credenza che si è rafforzata in questo periodo di pandemia che ci costringe a cambiare in fretta il vecchio modello di sviluppo capitalistico. Era ora che ripartendo dalle radici dalla nostra tradizione e cultura riuscissimo a concepire e perseguire l’obiettivo di un disegno di legge capace di sanare una inaudita frattura generazionale che, peraltro, rafforza anche l’Unità nazionale.
Condivido convintamente la proposta e ritengo che possa diventare uno dei punti qualificanti del programma politico di una coalizione progressista.
Vorrei tuttavia dare un contributo su un punto già sollevato nel corso dell'agorà e in un precedente commento, al fine di prevenire le prevedibili critiche di chi osteggia per principio qualunque forma di imposta patrimoniale, critiche che potrebbero minare il consenso popolare alla proposta.
Ritengo a tal fine essenziale esplicitare in dettaglio le modalità di applicazione della proposta alle proprietà immobiliari, anche alla luce dell'auspicabile riforma dei valori catastali. Sulla successione degli immobili già ora gravano imposte ipotecarie e catastali del 3%, peraltro senza alcuna franchigia. Un immobile del valore di mercato dell'ordine del milione di euro (quotazione facilmente raggiunta nelle zone non solo centrali di una grande città), prevedendo per la nuova imposta una aliquota del 5% tra 0,5 e 1 M€, sarebbe gravato da una imposta complessiva di 55000 euro. Tale imposta sarebbe chiaramente insostenibile, per esempio, per un giovane disoccupato o sottoccupato che si trovasse ad ereditare l'appartamento di famiglia, magari quello in cui vive attualmente. Mi sembra evidente che il caso non possa essere equiparato a quello nel quale lo stesso giovane ereditasse un patrimonio di titoli o depositi della stessa entità, dai quali potrebbe facilmente ricavare la liquidità necessaria per corrispondere l'imposta di successione.
A mio parere questi non sono dettagli da rimandare alla stesura definitiva di un disegno di legge, ma vanno evidenziati tra gli elementi chiave della proposta stessa. Non dimentichiamoci che l'assurda opposizione aprioristica ad ogni imposta patrimoniale in Italia è strettamente legata al fatto che tre quarti degli italiani associano il patrimonio da tassare alle abitazioni di prorietà nelle quali vivono (non senza qualche ragione, visto che le uniche imposte patrimoniali esistenti sono quelle sulla casa).
Penso con particolare speranza agli effetti positivi che la realizzazione di una simile proposta avrebbe sui percorsi formativi di tantissimi ragazzi e ragazze; probabilmente ridurrebbe anche l'abbandono scolastico, sarebbe uno stimolo a tener duro nonostante i programmi completamente scollati dalla realtà della scuola secondaria di primo e secondo grado, perché prevarrebbe l'idea di avere la possibilità di scegliere, a 18 anni, un'istruzione a misura delle proprie aspettative, dei propri desideri di futuro.
Non escludo che in astratto, in un altro Paese che non abbia i problemi arretrati che ha l’Italia, in particolare proprio di disuguaglianza sociale, misure universali di emancipazione dei giovani possano avere un senso: ma qui mi pare che il Forum abbia perso la percezione delle priorità, ponendo in pessima luce, attraverso la proposta 15/B, tutto l’insieme del discorso.
Rilevo in particolare che il Documento, pur assumendo le carenze ed i divari di istruzione tra i principali indicatori nel contesto delle disuguaglianze sociali, e pur auspicando qua e là una maggior offerta formativa (vedi ad esempio nella proposta 9, sul riequilibrio territoriale, e nella 12 sulla dignità del lavoro, ed anche altrove): ma – con il debole alibi di voler approfondire il tema nel successivo biennio di attività del Forum – non esplicita mai come proposta forte
- né la effettività ed estensione dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni, con apertura delle scuole a tempo pieno (idea forse vecchia, ma sempre buona, perché mai finora attuata),
- né la gratuità degli studi universitari per i meno abbienti, con dignitosi posti-letto e congrui presalari, che potrebbero correttamente costare ben più di 15.000 € per studente, se non si vogliono precludere ai meno ricchi le lauree magistrali – o, perché no, il dottorato - oppure ancora lunghi percorsi come quelli di accesso alle professioni mediche (in ottemperanza al disapplicato art. 34 della Costituzione, dove i “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”).
D’altronde la semplice e chiara espressione “diritto allo studio” non figura in tutte le 167 pagine del testo delle 15 proposte del Forum DD.
(In un simile quadro, ma offrendo servizi connessi ad un progetto formativo, e non bonus monetari una tantum, potrebbe essere più seriamente rivalutata l’estensione di provvidenze come il pre-salario anche a figli “dissenzienti” di famiglie ricche, che rinunciassero al loro status ed a tutte le possibili future eredità).