
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Oltre il partito? Spunti e idee da mettere in pratica
- Descrizione dettagliata
- PARTECIPANTI
Alessandro Acquaviva, Nunzia La Rosa, Cesare Salonia, Iano Corsico, Antonio Merenda, Cristian Terranova, Maurizio La Rosa, Salvo Di Pino, Bruno Buccheri, Silvia Lisi, Dario Di Pietro, Gabriele Astuto, Vincenzo Altavilla, Marco Monterosso, Sebastiano Campisi, Maria Sequenzia, Sofia Silluzio, Salvo Adorno, Giovanna, Carmelo Spataro, Vittorio Midolo, Francesco Bellomo (meet)PREMESSA
Vista la situazione di crisi internazionale dovuta alla guerra in atto in Ucraina per mano dell'esercito russo è sembrato scontato oltreché doveroso condannare questo atto di aggressione che lede l'integrità territoriale di uno stato europeo (in termini geografici) ai confini politici dell'UE. Al contempo si esprime massima solidarietà al popolo ucraino anche per mezzo di manifestazioni di piazza come quella tenutasi nella mattinata odierna a Siracusa.
L'Agorà Sortino si ripromette di seguire le vicende in corso adoperandosi per azioni concrete e solidali a favore dei cittadini sfollati ucraini.INTRODUZIONE
Antonio Merenda, presentando l'incontro odierno ripercorre i contenuti del programma definendo il focus oggetto della discussione, ovvero la riflessione circa l'efficacia che lo strumento “partito” può rivestire nei giorni nostri e come si relazioni con altre forme di espressione e partecipazione democratiche, quali i movimenti e le associazioni, in un'ottica di azione in rete finalizzata a determinare/influenzare il processo politico.
Provocatoriamente, ma non troppo, si ipotizza una riforma costituzionale dell'art. 49 laddove, eliminando la parola partito, rimane, in ogni caso la facoltà dei cittadini di associarsi liberamente per esercitare democraticamente la politica...INTERVENTI
Alessandro Acquaviva: la neo costituita associazione Effetti collaterali nasce con l'intento di stimolare l'azione del PD superando la logica delle correnti al fine di scuotere il partito dal torpore in cui si trova ad operare, ostaggio della contrapposizione fra gruppi riconducibili a rappresentanti politici che agendo sulla base di una forte delega dei propri sostenitori contribuiscono a deprimere la partecipazione larga a scapito di decisione di pochi sulla testa di molti. Sebbene si ritenga fondamentale la forma partito a partire dalla certezza delle regole di esercizio democratico contenute negli statuti locali e nazionale si vuol sottolineare come “lo statuto materiale” sia parimenti importante ed in continua evoluzione. A tal proposito si citano gli anni in cui un'importante realtà associativa della provincia di Siracusa come “Agire Solidale” rappresentasse un costante pungolo nell'ambito delle determinazioni politiche dei partiti influenzandone, di fatto, scelte e prospettive.Nunzia La Rosa, Il distacco partito-popolo ha generato populismi che hanno inquinato la politica italiana salvo poi ravvedersi alla prova dei fatti dell'amministrazione/governo. Poco importa la forma scelta per l'esercizio della politica...sia che si tratti di movimento che di partito l'aspetto fondamentale rimane la qualità della partecipazione ad un progetto condiviso con una chiara strategia a medio/lungo periodo sul futuro che immaginiamo per la nostra comunità. Il contenitore è importante ma è necessario che venga riempito di contenuti non legati alla soddisfazione di bisogni contingenti e correntizi.
Cesare Salonia, prendendo spunto dall'ipotesi – provocatoria – di riforma dell'art. 49 della Costituzione, interviene chiarendo come il partito sia strumento e baluardo per un'espressione organizzata e democratica del processo politico. L'esperienza vissuta in prima persona consente di testimoniare ciò che rimane alla base e nel profondo dei rapporti politici ed umani di chi ha vissuto la vita partitica. In estrema sintesi si sostiene come, a prescindere dalle evoluzioni storiche, dalle trasformazioni e e relativi cambi di sigle e slogan, il sostrato valoriale che è alla base dell'affinità politica permette ancora oggi, oltre gli screzi e le diversità di vedute, di riconoscersi fra “compagni”. Ciò, di per se, è una conquista da salvaguardare anche per costruire nuove forme di partecipazione.
Cristian Terranova interviene evidenziando come la generazione che ha maturato la propria coscienza politica negli anni 90, nell'età adolescenziale, non abbia potuto usufruire della guida politica di una struttura organizzata che potesse far crescere una nuova classe dirigente con le dovute conoscenze di carattere politico-amministrativo. A tal proposito la critica mossa mira a riempire questo vuoto poiché un percorso formativo strutturato consentirebbe anche di attrarre le persone verso la politica, formare adeguatamente nuovi quadri dirigenti e consentire la diffusione di una solida consapevolezza civica sulle questioni concrete che riguardano la vita della comunità in cui si vive.
Salvo Adorno, nell'ammettere l'esistenza di molte criticità che rendono incerto il funzionamento degli organismi previsti dallo statuto del PD (siracusano e non solo) specificando che lo stallo è dovuto in grossa parte al gioco vizioso fra correnti politiche che badano al posizionamento di potere più che ai contenuti ed all'efficacia dell'azione politica, non si può che accettare tale realtà dei fatti che è figlia di un nocivo “eccesso di delega” inversamente proporzionale alla partecipazione diretta dei militanti. In questa situazione diviene improponibile esercitare il ruolo si segretario come mero garante/mediatore di equilibri politici divenendo imprescindibile una presa di posizione che determina il rinsaldarsi di uno schieramento netto fra maggioranza e opposizione all'interno dello stesso PD.
Cionondimeno sarebbe inutile e soprattutto infruttuoso arrendersi semplicemente allo stato delle cose, per cui, alla luce delle posizioni espresse, si ribadisce e rilancia il progetto di scuola politica già in cantiere e solamente rimandato a causa delle vicessitudini e contingenze legate alla pandemia. In quest'ottica si ribadisce come la partecipazione dal basso, dai territori, possa rappresentare l'unico antidoto al prevalere del “potere per delega”, dunque lo scontro fra correnti/fazioni, precedentemente citato.Carmelo Spataro, riportando la propria esperienza in seno al partito e ricordando il cursus honorum che l'ha condotto a ricoprire ruoli di responsabilità sia all'interno dello stesso che delle istituzioni presso le quali è stato eletto, sottolinea come la formazione più efficace avvenga di fatto “sul campo”. L'ingresso nelle istituzioni gli ha consentito, nel tempo, di apprendere tecniche e sviluppare capacità politico amministrative che gli hanno permesso di ricoprire diversi ruoli politici ed istituzionali esercitandoli con la consapevolezza delle conoscenze acquisite in maniera progressiva. Da qualche tempo l'adesione diretta (tesseramento) al partito ha lasciato spazio ad una partecipazione alla vita democratica sotto altre forme e, comunque, ribadendo, anche da qui in avanti, la disponibilità nel trasferire/condividere conoscenze di carattere politico-amministrativo a quanti intendano attivare processi di partecipazione democratica come quello dell'odierna Agorà (la quale, d'altra parte, sottolinea l'incapacità del partito tout court di attivarsi autonomamente per coinvolgere e favorire la partecipazione dei cittadini)
Sofia Silluzio, rileva che l'approcciarsi ad uno strumento come il partito implica che la persona abbia una consapevolezza del “se politico”, ovvero che sia stata in grado di elaborare e proiettare nella realtà l'immagine ed il senso del proprio impegno civico. Questo processo, negli anni, si è inceppato per via della montante disaffezione e disillusione generata delle degenerazioni che alcune pratiche politiche hanno causato nelle coscienze dei cittadini. La ricostruzione di questo sentimento civico passa per un lavoro accurato che deve certamente tener conto delle “regole certe” che uno statuto di un soggetto politico può e deve garantire a salvaguardia della democrazia ma che, al contempo, non rischi di imbrigliare la partecipazione e la spontaneità inibendo, di fatto, l'entusiasmo di chi si avvicina alla politica(soprattutto dei più giovani)
Vittorio Midolo, ribadisce come coniugare la formazione politica finalizzata alla costruzione di una coscienza civica conduce a prese di posizione rilevanti nelle vicende politiche locali poiché ciò consente di scegliere con consapevolezza rendendo possibile il confronto con chi ha posizioni differenti. Poter disporre di questi strumenti cognitivi consente, seppur nelle diversità di vedute, di addivenire ad una sintesi scongiurando l'immobilismo.
Strutturare l’azione politica seguendo il paradigma della “rete” potrebbe rappresentare in tal senso una concreta strategia di rilancio.Gabriele Astuto, sostiene che l'esperienza dell'odierna Agorà rimandi a pratiche antiche che tuttavia rimangono fondamentali per l'agire politico democratico.
Bruno Buccheri, osserva come la linfa che permette alla dinamica politico-partitica di sviluppare progettualità e azioni concrete è direttamente proporzionale alla partecipazione e vitalità alle associazioni che, purtroppo, negli ultimi tempi, si è notevolmente ridimensionata determinando l'attuale crisi dei partiti. Occorre, pertanto, porre attenzione sulle cause che stanno alla base della disaffezione per poi poter valutare quali siano i migliori strumenti per esercitare la politica democratica nelle sue diverse forme ed espressioni.
Maurizio La Rosa, evidenzia come il partito non sia più attrattivo in quanto non riconosciuto come luogo/strumento di risoluzione di problematiche concrete quali carenza di posti di lavoro. Queste organizzazioni sono dunque divenute via via sempre più autoreferenziali perdendo, di fatto, peso e centralità nell'arena decisionale. Da qui la crisi, disaffezione e progressivo distacco tra popolo e politica. Rincuora il fatto che sembra passata la sbornia dell' ”uno vale uno” ritornando finalmente al centro la necessità di dotarsi di figure capaci a gestire situazioni e temi che necessitano conoscenze talvolta sufficienti, altre approfondite, in diversi campi e settori.
Iano Corsico, porta a riprova di quanto detto una fotografia plastica di quanto osservato nella mattinata siracusana in occasione della manifestazione contro la guerra in Ucraina circa la bassa partecipazione dei componenti di quel mondo associativo e politico che, sulla carta, ha sposato ed aderito all'iniziativa. Salo le scuole che hanno animato la piazza in grossa parte carente si è dimostrata la capacità dei soggetti politici di mobilitare militanti ed iscritti. Sembra mancare talvolta il “sentire comune” che consente di pensare che investire il proprio tempo su tematiche di interesse collettivo possa contribuire realmente a cambiare le cose. In tal senso si evidenzia l'assenza di interlocutori politici che si facciano carico delle istanze dei corpi intermedi e della cittadinanza prendendosi la responsabilità di rispondere, rendicontare il proprio operato di fronte a suddette sollecitazioni.
LE PROPOSTE
1. Scuola politica che serva a formare quadri e dirigenti non già sul versante accademico ma su quello della tecnica di esercizio della politica fuori e dentro le istituzioni. Ciò che manca non è l’accesso al sapere in termini di scienza della politica (per quello c’è l’Università) bensì degli strumenti e strategie per esercitare “l’arte del possibile” in un determinato contesto storico e cultuale.
2. La deriva dell’”eccesso di delega” conduce a contrapposizioni tra fazioni/correnti che inibiscono il sano confronto fra posizioni differenziate nonché la partecipazione dei singoli. Una riflessione approfondita sul limite e/o ponderazione del voto per delega (specificando bene anche all’interno degli statuti) potrebbe limitare le distorsioni in atto.
3. Non emerge come urgente e necessario liberalizzare le forme con cui si esercita la politica intervenendo (addirittura) con una modifica costituzionale. Tuttavia appare utile specificare meglio cosa sia e di cosa debba occuparsi il partito oggigiorno all’interno di un “ecosistema politico strutturato in rete” dove ogni nodo ha una funzione specifica. Se il partito è porta d’accesso per la politica attiva che conduce a ruoli istituzionali sarà necessario che migliori sensibilmente il processo di selezione della classe dirigente. Dunque non per cooptazione e reti amicali/parentali/professionali bensì come soggetto diaframma fra attori sociali differenti che orbitano nel medesimo ecosistema. Questi soggetti, a loro volta, non dovranno mirare, dal canto loro, all’accesso a posizione politiche dirigenziali per cooptazione, bensì adoperandosi attraverso la partecipazione diretta, attraverso stimoli-critiche-proposte, alla determinazione delle politiche pubbliche locali. Un siffatto approccio, dal basso, può rappresentare un importante stimolo per una successiva riforma complessiva promossa su scala nazionale.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- L'evoluzione della forma partito e la relazione fra soggetti politici diversificati secondo il paradigma dell'azione in rete.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- PARTECIPANTI ALL'AGORÀ DEL 26/02/2022
Alessandro Acquaviva, Nunzia La Rosa, Cesare Salonia, Iano Corsico, Antonio Merenda, Cristian Terranova, Maurizio La Rosa, Salvo Di Pino, Bruno Buccheri, Silvia Lisi, Dario Di Pietro, Gabriele Astuto, Vincenzo Altavilla, Marco Monterosso, Sebastiano Campisi, Maria Sequenzia, Sofia Silluzio, Salvo Adorno, Giovanna, Carmelo Spataro, Vittorio Midolo, Francesco Bellomo (meet)COMPONENTI DELL'AGORÀ SORTINO
ORGANIZZAZIONI POLITICHE
partiti politici, movimenti politici locali e associazioni non profit che si ispirano ai valori e prassi del manifesto delle Agorà democraticheSINDACATI E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Agorà da cui è emersa la proposta:
Oltre il partito? Missione possibile
Le vicende che nel corso degli ultimi anni hanno interessato l'evoluzione degli strumenti/organizzazioni attraverso cui si fa politica impongono una riflessione accurata sui costi/benefici che le singole scelte degli individui che intendono partecipare alla politica comportano. Di grande attualità sono i fatti che riguardano le eccezioni di forma rilevate dalla magistratura nei confronti del processo deliberativo/elettivo interno al M5S nonché delle modalità di finanziamento dell'attività politico-culturale nel caso della fondazione Open nel periodo in cui Matteo Renzi era segretario nazionale del PD. Ci si chiede, in buona sostanza, se l'evoluzione dello strumento PARTITO debba condurre ad una sua rifondazione mantenendo l'attuale esclusività di rango costituzionale, oppure se non sarebbe più opportuno "liberalizzare la partecipazione" aprendo ad organizzazioni che si rifanno maggiormente al paradigma della RETE, includendo perciò soggetti diversi (partiti, associazioni, fondazioni etc.) con l'individuazione di un capofila con ruolo di guida/pivot.
_________________________ ARTICOLO 49 COST. ITALIANA Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. IPOTESI NUOVO ART. 49 COST. ITALIANA Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale __________________________
Ne parliamo con: Alessandro Acquaviva - delegato assemblea provinciale PD Siracusa, Presidente dell'associazione Effetti Collaterali Nunzia La Rosa - già candidata per il PD Siracusa alle primarie per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica del 2013 Mauro Magnano - già responsabile organizzazione PCI Sortino negli anni '80 Cesare Salonia - ex Segretario comunale DS Sortino e fondatore circolo Arci Esedra
Elenco dei sostenitori
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