
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Anticipare la scadenza 2050 per la neutralità carbonica, puntare sulle fonti rinnovabili, no al ritorno al carbone!
- Descrizione dettagliata
- Proponiamo di far tutto il possibile per accelerare la transizione ecologica ed anticipare la scadenza del 2050 per la neutralità carbonica. Tale proposito si rende necessario vista la tendenza opposta osservata nel periodo di ripresa dalla pandemia, quando le emissioni carboniche sono invece aumentate. In particolare chiediamo di non fare scelte dannose per l’ambiente e pericolose per il futuro di tutti per far fronte a problemi contingenti, come ad esempio riattivare le centrali a carbone per sopperire alla diminuzione del gas dalla Russia a seguito della guerra in Ucraina. Si persegua la via dello sviluppo di fonti sostenibili e rinnovabili, moltiplicando gli sforzi e gli investimenti in tale direzione.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- L’emergenza climatica è la prima e più importante emergenza cui l’umanità si trova di fronte e tutto il resto va fatto tenendola sempre al primo posto delle priorità. Non avrebbe senso superare problemi contingenti, come anche una guerra, per poi rischiare di morire tutti a causa dei cataclismi o delle siccità o carestie generati dal cambiamento climatico che nel frattempo non ci si è preoccupati di prevenire ed impedire. Siamo già in ritardo di decenni, non possiamo posticipare ulteriormente la soluzione a questo problema, sapendo anche che stiamo ormai parlando solo di contenere i danni che comunque ci saranno.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Istituzioni internazionali, Parlamentari, Ministro della transizione ecologica e dello sviluppo economico, associazioni, amministrazioni locali, singoli cittadini.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Ambiente: la tecnologia della vita - Anticipare la scadenza 2050 puntando sull'impronta ecologica e sulle foreste.
Questa Agorà è promossa da iscritti al PD di Zola Predosa (BO) e da cittadini non iscritti impegnati da tempo sui temi ambientali, che assieme hanno contribuito ad elaborare il documento allegato, come base di discussione. Il governo del territorio deve svolgere una funzione sociale cioè quella di salvaguardare gli spazi vitali per il benessere dei cittadini e delle loro comunità (Art. 42 della Costituzione). Il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile, vitale per l’uomo e le specie viventi. Si degrada rapidamente, mentre si rigenera lentamente. Nel rapporto 2021 SNPA (Sistema Nazionale per la protezione dell'ambiente) si rileva che il consumo di suolo è stato 11 volte maggiore del ripristino di aree naturali: 56,7 km² di nuovo consumo contro 5 km² di aree naturali ripristinate, per un saldo netto di 51,7 km² di suolo consumato. Nonostante 175mila abitanti in meno. La velocità di consumo di suolo netto ... si mantiene, come negli ultimi anni, a 14 ettari al giorno … con perdita spesso irreversibile di aree naturali e agricole … per realizzare nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, ecc. dentro e fuori le aree urbane. Se a fronte della chiara indicazione normativa la risposta è quella dei dati riscontrati, c’è da chiedersi quale situazione riscontreremo nel 2050? Inoltre la deforestazione crescente è una delle cause del riscaldamento globale, dell’aumento della CO2 e dell’intensificarsi dell’effetto serra, della perdita di biodiversità, del dissesto idrogeologico, ecc. … PROPOSTA: ANTICIPARE LA SCADENZA 2050, PUNTANDO SULLA IMPRONTA ECOLOGICA E SULLE FORESTAZIONE URBANA E NON Fondamentale è delimitare le pratiche urbanistiche (cioè l’insieme dei provvedimenti atti a determinare il futuro di un territorio per organizzarlo in zone abitative, industriali e di servizio) in un quadro politico innovativo volto al “saldo zero nell’utilizzo del suolo”. La volontà politica va indirizzata: 1) al sostegno delle iniziative locali per il “saldo zero nell’utilizzo del suolo”; 2) a premiare finanziariamente la Pubblica Amministrazione impegnata in questa prospettiva. 3) ad una pianificazione del territorio basata su uno strumento finora poco utilizzato: l’impronta ecologica, cioè il calcolo del saldo fra le grandezze negative (ad esempio consumo di suolo, risorse consumate, rifiuti prodotti, CO2 compresa) e quelle positive atte a compensarne gli effetti (come forestazione urbana e non, riqualificazione di aree degradate, mantenimento delle radici identitarie ecc.) … … continua ed approfondisci nel documento allegato
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