
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Riformare le istituzioni internazionali per una conoscenza che sia bene comune globale
- Descrizione dettagliata
- Fino a qualche decennio fa era quasi universalmente riconosciuto che le autorità pubbliche dovessero affrontare il problema di trovare un compromesso tra gli incentivi ex ante che le rendite di monopolio potevano fornire per gli investimenti innovativi e i loro numerosi svantaggi ex post: prezzi elevati, una produzione limitata, incentivi ridotti per investimenti innovativi che richiedono le conoscenze monopolizzate, mancato raggiungimento di scopi pubblici incompatibili con gli interessi dei monopolisti.
Nel 1994, con gli Accordi TRIPS nell’ambito del WTO (World Trade Organization) avviene un’ideologica ridefinizione dei monopoli sulla conoscenza, riconoscendoli, con il termine "proprietà intellettuale", come una forma di proprietà privata che offre diritti simili a quelli legati a una casa o a un terreno. Con questa decisione viene oscurato il fatto che quando la conoscenza diventa proprietà privata si limita la libertà di altri di utilizzarla anche quando essa sia stata indipendentemente acquisita. Gli effetti negativi di tale limitazione sull’innovazione, lo sviluppo e la giustizia sociale sono eclatanti. Ogni Stato, poi, è spronato ad una corsa al ribasso per garantire privilegi monopolistici per le proprie imprese e per il proprio settore pubblico mentre non esiste un’istituzione globale preposta alla produzione pubblica di conoscenza.
La crisi pandemica ha reso eclatante l’errore di quella scelta, con la ricerca per i vaccini privatizzata o usata dagli Stati nazionali per una politica di potenza. Non è stato nemmeno possibile sospendere i diritti di proprietà intellettuale sui farmaci per il covid in una situazione di emergenza come era persino possibile in base agli accordi internazionali.La proposta, descritta in dettaglio nei documenti con cui si è aperta l’Agorà, prevede una riforma del WTO in modo tale da stabilire un livello di investimento minimo in scienza pubblica aperta da parte tutti gli Stati, mettendo così fine a una distruttiva concorrenza sleale a ribasso fra le nazioni che al momento cercano di privatizzare la conoscenza da loro prodotta senza contribuire alla crescita della conoscenza usufruibile liberamente in ogni parte del mondo.
Prevede anche di istituire un’autorità internazionale che stabilisca con la dovuta celerità quei casi, non sempre prevedibili in anticipo, in cui è necessario che la conoscenza sia fruibile da tutti e la proprietà privata intellettuale vada espropriata nell’interesse pubblico. E’ infatti assurdo che si possano infrangere i diritti di proprietà su una casa quando essa blocca la costruzione di una strada di pubblica utilità mentre non si possano alterare i diritti di proprietà privata su una conoscenza. Eppure la proprietà privata di una conoscenza può bloccare tanti sentieri di possibili innovazioni e tante vie per aumentare il benessere umano. Inoltre mentre la casa viene abbattuta la conoscenza diventa semplicemente fruibile da tutti. Questo potere che in passato apparteneva agli stati nazionali non può essere abolito e in un mondo globale esso deve trasferito a una autorità internazionale.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- I cosiddetti diritti di proprietà intellettuali hanno portato a una mutazione del capitalismo. La percentuale dei cosiddetti intangibili (brevetti, trade-mark copy-right progetti industriali ecc.) nel capitale delle 500 imprese più importanti del mondo è passata dal 17% nel 1975 al 90% nel 2020. La monopolizzazione della conoscenza ha generato enormi diseguaglianze e la stagnazione dell’economia. Le grandi corporations accumulano profitti ingiustificati, le PMI faticano a rimanere al passo dell’innovazione perché non hanno accesso alla conoscenza, i brevetti delle scoperte scientifiche finiscono per deprimere l’innovazione a danno del benessere collettivo. Nel caso della ricerca medica, ciò ha effetti particolarmente gravi: la ricerca si concentra sulle cure per le malattie più “remunerative”, non necessariamente le più gravi; i prezzi di farmaci e terapie non riflettono solo i costi effettivi di ricerca e produzione e un giusto profitto, ma la formazione di rendite ingiustificate.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Stato nazionale e Unione europea; istituzioni accademiche e di ricerca pubblica; organizzazioni di cittadinanza attiva nazionali e internazionali; organizzazioni di tutela dei diritti del malato.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Brevetti o conoscenza bene comune: se non dopo la pandemia, quando cambiare?
La tutela della proprietà intellettuale oggi sovrasta la tutela dell’accesso alla conoscenza come bene pubblico globale. Ne derivano una forte concentrazione del controllo sulla conoscenza, prezzi monopolistici e l’esclusione dai servizi di moltitudini di persone, una distorsione delle innovazioni e un freno alla loro diffusione. Si tratta di gravi lesioni della giustizia sociale, specie nei campi della salute, come divenuto eclatante con la pandemia, e della transizione digitale ed ecologica.
Cambiare è possibile. Il Forum Disuguaglianze e Diversità ha intrapreso due strade per farlo. La prima proposta affronta le carenze del Trattato TRIPs (Trade-Related aspects of Intellectual Property rights) con cui i diritti di monopolio, riconiati come diritti di proprietà intellettuale, hanno acquisito uno status simile alla proprietà privata di un immobile. L’assoluto rispetto del Trattato è diventato per gli stati nazionali condizione indispensabile per partecipare agli scambi internazionali. Il risultato è stata una profonda mutazione del capitalismo.
Si pensi che la percentuale dei cosiddetti intangibili (brevetti, trade-mark copy-right progetti industriali ecc.) nel capitale delle 500 imprese più importanti del mondo è passata dal 17% nel 1975 al 90% nel 2020. Il ForumDD propone una riforma che permetta di rilanciare una scienza pubblica intesa come bene comune di tutto il genere umano.
A questo scopo, oltre a modificare lo status dei diritti di proprietà e di accesso alla conoscenza, viene stabilito un livello di investimento minimo in scienza aperta per tutti gli Stati mettendo così fine a una distruttiva concorrenza sleale fra nazioni e viene istituita un’autorità internazionale che stabilisca quando l’interesse pubblico prevale sulla proprietà privata intellettuale (come nell’articolo 41 della nostra Costituzione, appena rilanciato e rafforzato dal nostro Parlamento).
La seconda proposta parte dalla costatazione che gli investimenti pubblici in scienza aperta vengono facilmente sfruttati da imprese che brevettano gli ultimi passaggi del processo innovativo. Negli USA, ad esempio, per ciascuno dei 210 nuovi farmaci approvati il governo ha finanziato la ricerca con oltre 840 milioni di dollari di fondi pubblici (per ciascuna singola nuova molecola), probabilmente il 50% del costo, ma contribuenti e pazienti non hanno partecipato poi ai profitti dei farmaci brevettati. Questo è successo su grande scala sotto i nostri occhi per i vaccini Covid-19 finanziati con 18 miliardi di dollari di soldi pubblici, senza porre un tetto ai prezzi, obblighi su distribuzione o licenze di produzione nei paesi a basso reddito.
Proponiamo quindi di costruire imprese pubbliche europee che, praticando politiche di prezzo sostenibili e accessibili, usino la conoscenza prodotta per controbilanciare i grandi monopoli tecnologici privati, restituendo così alle persone il valore di ciò che è prodotto grazie alle proprie imposte. I settori saranno quelli dove è massima l’urgenza di assicurare la giustizia sociale. In particolare nella ricerca biomedica è stata di recente presentata al Parlamento Europeo la proposta di creare un’infrastruttura europea per i farmaci nel segno dell’innovazione intesa come bene pubblico globale.
Le imprese private collaborerebbero in qualità di fornitrici, rinunciando alle esclusive brevettuali. Ipotesi analoghe potranno essere configurate per creare poli pubblici europei per accompagnare le transizioni digitale ed ecologica. Con la pandemia Covid-19 distorsioni e comportamento opportunistico degli stati sono stati eclatanti nella vicenda sulla sospensiva dei brevetti che avrebbe permesso di vaccinare in modo massiccio anche nei paesi del sud del mondo. L’urgenza di agire nelle direzioni richiamate è evidente.
Documenti da scaricare
Proposta contenuta nel Rapporto “15 Proposte per la giustizia sociale” https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2019/03/proposta-n-1.x17422.pdf
Sospendere i brevetti sui vaccini non basta. Serve una riforma del Wto https://www.editorialedomani.it/economia/brevetti-vaccini-sospensione-riforma-wto-hw4iuok9
Il capitalismo dei monopoli intellettuali https://www.eticaeconomia.it/il-capitalismo-dei-monopoli-intellettuali/
Proposta contenuta nel Rapporto “15 Proposte per la giustizia sociale” https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2019/03/proposta-n-2.x17422.pdf
Presentazione della proposta al Parlamento europeo https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/uninfrastruttura-europea-per-linnovazione-biomedica-come-bene-pubblico-la-proposta-nata-nel-forumdd-allattenzione-del-parlamento-europeo/
Vaccini, così l’innovazione biomedica può diventare un “bene pubblico” https://www.micromega.net/vaccini-intervista-massimo-florio/
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