
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Investimenti in edilizia universitaria per la didattica
- Descrizione dettagliata
- La carenza di edifici da adibire a uso accademico, sia per la didattica che per la ricerca, è una delle più preoccupanti emergenze del nostro sistema universitario. A questo si accompagna lo stato di conservazione delle nostre infrastrutture, spesso per nulla idoneo a uno svolgimento sicuro delle attività di studio e di ricerca.
Una simile considerazione può essere fatta per le residenze universitarie del diritto allo studio: i posti disponibili sono da sempre troppo pochi e la condizione di vita in tante “case dello studente” sale tragicamente alle cronache a cadenza annuale. Su questo fronte bene si innesta la previsione del miliardo contenuto nel programma del PNRR, ma ancora tanto rimane da fare.
Un dignitoso e adeguato investimento in edilizia universitaria è fondamentale per conseguire l’obiettivo di aumentare il numero di iscrizioni e, di conseguenze, di laureate e laureati nelle nostre Università. Per questo si rende necessario:
• Finanziare in modo massiccio programmi di ristrutturazione delle attuali strutture universitarie, a fini di efficientamento energetico, sicurezza e salubrità;
• Riconvertire edifici pubblici dismessi a vantaggio degli Atenei e dei Centri di Ricerca. - Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Infrastrutture del sistema universitario
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Ministero dell'Università e della Ricerca, Regioni, Comuni, Atenei, Rappresentanze studentesche
Agorà da cui è emersa la proposta:
Università e diritto allo studio: le leve per una ripartenza equa
L’università rappresenta un contesto fisico e temporale di piena maturità di ragazzi e ragazze da un punto di vista individuale, professionale e civico. Si tratta di uno strumento fondamentale affinché studenti e studentesse possano raggiungere il pieno riconoscimento, indipendenza ed emancipazione, economica e sociale, e, conseguentemente, contribuire, donando le proprie energie e competenze, alla crescita di una polis, di una società. Se da un lato sembrerebbe chiaro e lineare l’obiettivo e il fine ultimo dell’istituzione universitaria, in coerenza con l’art. 34 della nostra Costituzione, dall’altro le azioni messe in campo nei decenni passati si sono rivelate scarse e improduttive, rendendo ancora più acute le differenze di status sociale di partenza di studenti e studentesse, così come le differenze territoriali.
È possibile osservare come tale vulnus riguardi tutto l’ambito universitario e del diritto allo studio, con rispettivi servizi associati allo stesso. Si pensi al contesto della residenzialità universitaria: emerge in questo campo che i posti alloggio forniti dagli Enti e dalle Regioni non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno di sistemazione per studenti e studentesse fuori sede e prive di mezzi; l’aumento delle difficoltà economiche della popolazione italiana rende questa esigenza sempre maggiore. Stesso discorso vale per i servizi di ristorazione universitaria, che rappresentano un fattore critico in diverse Regioni italiane: garantire il diritto allo studio significa anche erogare alcuni servizi che devono essere accessibili a tutti gli studenti e tra questi vi è certamente il servizio mensa.
Una ristorazione di qualità e accessibile a tutti è, infatti, fondamentale per abbattere un’importante voce di spesa a carico dello studente: i pasti rappresentano oltre il 50% dei costi totali per gli studenti in sede e pendolari (fino a 2.730 € annui, che arrivano anche a 5.460€ per i fuori sede). Il tema del diritto allo studio si interseca anche con quello dei trasporti, influenzando la piena partecipazione alla vita universitaria da parte della popolazione studentesca. Da un lato i trasporti pubblici locali, inefficienti in alcuni contesti territoriali, con i costi dei mezzi aumentati di molto negli ultimi anni, rendendo oneroso il loro utilizzo: in molte Regioni non esiste nessuna forma di agevolazione per il trasporto urbano o extraurbano, a fronte di un sistema talvolta poco capillare e/o inefficiente, sia su rotaia (ove presente) che su gomma. Dall’altro la questione del pendolarismo, condizione generalizzata dovuta alle distanze che esistono sia tra i luoghi di residenza e le sedi universitarie e sia tra le periferie delle Regioni ed i centri in cui sono presenti gli Atenei, aspetto che in molti casi determina difficoltà nell’affrontare con serenità il proprio percorso di studi. Una grossa opportunità di cambio di rotta è rappresentata dal PNRR, il quale già prevede un intervento massiccio sulle borse di studio, con un aumento medio di 700 euro dell’importo delle borse di studio – arrivando così ad un valore di circa 4.000 euro per studente – e con l’ampliamento, nel contempo, anche della platea degli studenti beneficiari.
Sul fronte della residenzialità il PNRR ha l’obiettivo di incentivare la realizzazione, da parte del comparto pubblico e di soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata, da parte del MUR, degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. L’obiettivo è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40mila a oltre 100 mila entro il 2026. Un’occasione fondamentale per ridare la linfa necessaria al sistema universitario e per ridare all’istituzione stessa la necessaria centralità nelle dinamiche sociali, economiche e culturali. Primavera degli Studenti organizza quest’Agorà con l’obiettivo di stimolare il dibattito intorno a questi temi – anche approfittando delle prossime elezioni CNSU del 17, 18 e 19 maggio 2022. Per questo saranno con noi rappresentanze studentesche da tutta Italia, esponenti del mondo universitario e del mondo politico, partitico e giovanile.
Hanno già confermato la loro presenza Brando Benifei, europarlamentare; Francesco Verducci, senatore e vicepresidente della Commissione Istruzione Pubblica; Chiara Gribaudo, deputata e responsabile Missione Giovani PD; Giuditta Pini, deputata PD.
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