
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Un vero Partito europeo come strumento della Democrazia sovranazionale
- Descrizione dettagliata
- I Partiti devono ripensare la dimensione del proprio agire politico per divenire luogo di confronto ed elaborazione collettiva anche sulle questioni politiche globali che in tutto il mondo mobilitano milioni di persone, a partire dai giovani. Dunque il PD dovrà essere protagonista della nascita in Europa di un vero Partito transnazionale, unico in grado di dare voce unitaria alle forze progressiste, in cui sia prevista la partecipazione diretta di tutti gli iscritti per la definizione comune delle scelte fondamentali per il futuro del pianeta.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Ormai sono innumerevoli i fenomeni globali che hanno un impatto diretto nella vita quotidiana di tutti i cittadini, come da ultimo anche la pandemia ha dimostrato. Solo con l’agire politico a livello sovranazionale ad esempio la crisi climatica, le migrazioni o lo sviluppo tecnologico potranno essere governati. Solo con una visione complessiva dei problemi dal locale al globale si riuscirà ad elaborare proposte efficaci per risolvere le grandi questioni del nostro tempo, dando nuovi stimoli per la partecipazione popolare e l’azione politica democratica.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Politologi e studiosi dei partiti, i militanti, i rappresentanti delle istituzioni, esponenti del PSE e dei progressisti europei, cittadini, associazioni, ONG e movimenti che si occupano di forme di democrazia sovranazionale e globalizzazione.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Politica, Partito, Partecipazione
04 settembre 2021
15:30 - 18:30
Incontro sulla partecipazione politica e sul soggetto Partito, a partire da possibili riforme quali:
- legge sui partiti politici
- finanziamento ai partiti politici
- democrazia paritaria
La diretta radio dell'evento sarà disponibile su https://immagina.eu/
Elenco dei sostenitori
e altre 46 persone
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17 commenti
Sarebbe un grande passo avanti. Oggi ci troviamo ad allearci in Italia con chi in Europa migra verso altre famiglie politiche ed a domandarci se sia il caso di allearsi con chi in Europa chiede di entrare nei S&D! Avere coerenza tra politiche nazionali e politiche europee aiuterebbe sicuramente sul piano dell'efficacia dell'azione e sulla chiarezza di intenti di fronte agli elettori. Aiuterebbe anche il processo di integrazione europea. Sentirsi nello stesso partito che costruisce la casa comune. Aiuterebbe un processo di unificazione delle forze di sinistra spostando l'attenzione su ciò che si vuole per il futuro piuttosto che su ciò che ci ha diviso nel passato.
Sottoscrivo senza il minimo dubbio. Un Partito Europeo (Socialista? Socialdemocratico? Democratico? non importa il nome, se il senso è chiaro) è necessario per gli stessi motivi per cui è necessaria l'Unione Europea: i problemi da affrontare sono oggi così grandi e globali, che anche l'azione politica deve crescere di dimensioni, semplicemente per essere in grado di affrontarli. Fra l'altro, il Partito Europeo ci aiuterebbe anche a uscire da certe cattive abitudini nostre italiane, e impareremmo forse qualcosa.
Conversazioni con Alessandro Bruzzi
Sicuramente dovrà chiamarsi PARTITO DEMOCRATICO EUROPEO #PDE o non sarà...
L'importante è avere un partito che sia veramente europeo....
Ormai le grandi tematiche che ci toccano quotidianamente possono essere affrontate solo a livello sovranazionale (crisi ambientale, pandemia, ecc). Solo se ci doteremo di un vero Partito europeo avremo modo di prendere delle scelte a riguardo in modo democratico e partecipato. Il PD dovrebbe essere il primo ad affrontare questa sfida di una nuova forma partito sovranazionale che insieme alle altre forze progressiste europee diano modo a milioni di cittadini di prendere le scelte fondamentali per il nostro futuro.
Conversazioni con Camilla Mariotto
Non riesco bene a capire la portata innovativa di questo partito transnazionale rispetto al gia' esistente Partito Socialista Europeo (https://www.pes.eu/en/?) al quale fa anche parte il PD.
La proposta non prevede la creazione di un altro partito transnazionale, ma far divenire il PSE un partito transnazionale a tutti gli effetti. ciò significa che la sua linea politica, il congresso e qualsiasi forma di dibattito partino dagli iscritti dei diversi partiti nazionali. In questo modo ad esempio gli iscritti del PD potrebbero partecipare direttamente al dibattito in corso all'interno del PSE, con una loro affiliazione diretta, venendo coinvolti nella definizione di decisioni essenziali per il proprio futuro. In questo senso il PD diverrebbe uno strumento di democrazia sovranazionale partecipato dal basso.
Conversazioni con FURIO CECCHETTI
L'osservazione di Camilla mi sembra opportuna per eventuale precisazione. Avevo inteso l'obiettivo non come la creazione di un altro Partito, ma per dare un taglio più internazionalista alle formazioni europee progressiste , rispetto alla tendenza, sempre presente, a privilegiare o far pesare eccessivamente, la visione nazionale su quella internazionale (a partire dal "ne sabotare ne aderire" in occasione della prima guerra mondiale da parte del Psi)
La proposta non prevede la creazione di un altro partito transnazionale, ma far divenire il PSE un partito transnazionale a tutti gli effetti. ciò significa che la sua linea politica, il congresso e qualsiasi forma di dibattito partino dagli iscritti dei diversi partiti nazionali. In questo modo ad esempio gli iscritti del PD potrebbero partecipare direttamente al dibattito in corso all'interno del PSE, con una loro affiliazione diretta, venendo coinvolti nella definizione di decisioni essenziali per il proprio futuro. In questo senso il PD diverrebbe uno strumento di democrazia sovranazionale partecipato dal basso.
Grazie mille della precisazione. Come argomentata ha molto più senso e proporrei di modificare la proposta con queste annotazioni.
Conversazioni con Massimo Cali
Sono convinto che uno dei pilastri su cui fondare una nuova Europa siano i grandi partiti transnazionali. I partiti attuali sono portati a occuparsi prevalentemente dei problemi nazionali perché il loro elettorato è nazionale. Servono invece movimenti e partiti europei (di cui quelli nazionali sarebbero un’emanazione) che sappiano coinvolgere i cittadini dei singoli paesi sui grandi temi sovranazionali che vanno affrontati ad un livello superiore. Per concretizzare il progetto di un’Europa politica e non solo economica, servono partiti transnazionali guidati da leader di livello europeo.
Concordo in pieno, e questa proposta tenta di trovare gli strumenti migliori per rendere questo disegno reale
Conversazioni con FURIO CECCHETTI
Opportune le precisazioni di Paolo e Massimo. Trovo però più realistico l'obiettivo di fare del PSE il soggetto in grado di accrescere la torsione internazionale dei vari Partiti nazionali, perché un vero Partito transnazionale europeo, può esserci solo in parallelo al progredire dell'integrazione europea, per ragioni politiche e istituzionali oggettive. Poi ogni proposta organizzativa che favorisca una più accentuata visione internazionale dei Partiti nazionali, può agevolare.
Concordo, ma le due cose possono andare di pari passo, ossia stimolo ed effetto contemporanemamente di nuove forme di democrazia sovranazionale...
Anch'io penso che sia necessario partire dal PES trasformandolo in un vero Partito transnazionale europeo. Attualmente è solo una confederazione di partiti che si definiscono socialisti, socialdemocratici o democratici. Chiamarlo Partito Democratico Europeo sarebbe però (e ahimè) ambiguo: in effetti esiste un “European Democratic Party” http://democrats.eu/ che però rimanda alla spaccatura già vissuta nel PD, e in ultima analisi a una visione del partito che ritengo sbagliata in due sensi: di avere messo l’accento sul leader anziché sulla partecipazione (favorendo una deriva verso forme di populismo plebiscitario); e di avere cercato di accreditare un “partito democratico ma non socialista” (mettendo così da parte la lotta alle disuguaglianze). Perciò il Partito europeo deve partire dai Valori (Democrazia Libertà Uguaglianza Pace Giustizia, come recita il Manifesto del PES) e dal metodo (Partecipazione e Collaborazione).
Bisognerebbe anche chiedersi se l'attuale forma partito del PD vada ripensata in questa direzione, magari anche eliminando alcune ambiguità nei suoi "miti fondativi". I quali da un lato erano probabilmente inevitabili all'inizio, ma dall'altro hanno effettivamente permesso "derive" populistiche, e quindi potrebbero e dovrebbero essere corretti. Ma sarebbe un discorso lungo, e forse ci vorrebbero molte altre Agorà per discuterne a fondo...
Conversazioni con Maria Chiara Prodi
Il tema implicito è per me anche un altro.
Il dilagare del sovranismo è causato dal giusto sentimento di una diminuzione costante di "sovranità" intesa come qualità del "cittadino sovrano" e non di uno "stato sovrano".
Le carte vanno quindi rimescolate per un'educazione civica che spieghi a quale istituzioni allochiamo parti della sovranità del cittadino, perché questa torni ad essere effettiva (cioè globalmente superiore alle forze economiche e non democratiche).
Per tantissime questioni la taglia minima è l'Europa, e il "filtro" dello Stato Nazione alla presa di decisioni non è quella più efficiente nell'ottica della massimizzazione della sovranità del cittadino.
Ergo l'ottica trasnazionale per me è una forma di critica costruttiva e non necessariamente conflittuale per superare un impasse che se non risolta rischia di farci perdere tutto quello che conosciamo in termini di diritti democratici e sociali.
Esatto. Il tema potrebbe essere cosa significa oggi sovranità, a quale livello deve svilupparsi per essere reale e soprattutto quali siano gli strumenti per rendere oggi il cittadino realmente sovrano. Dunque si collega al tema della democrazia sovranazionale in cui il PD dovrebbe essere protagonista nella definizione di nuovi strumenti al riguardo, a partire appunto dalla creazione di un vero Partito europeo... ;-)
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