
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Vota ai sedicenni non basta senza una riforma della scuola
- Descrizione dettagliata
- Il voto può essere un'esperienza estremamente formativa nella vita dei più giovani: già solo allargare lo strumento del voto a persone che ancora frequentano la scuola, può portare a una maggiore consapevolezza di quella che è la politica partitica, portandole a informarsi di più e magari a un loro maggiore partecipazione alle elezioni, anche una volta uscite dalle scuole. Questa speranza, però, non basta: un progetto che miri a un processo di allargamento dell'elettorato attivo deve essere per forza affiancato da una proposta volta a introdurre un percorso di istruzione alla cittadinanza e all'attualità. Nel corso dell'agorà si è anche parlato su come dovrebbe svolgersi questo percorso:
• cittadinanza e attualità dovrebbe essere prevista come una materia a sé stante;
• tale materia dovrebbe essere insegnata a partire dal primo anno delle scuole superiori, prevedendo almeno 1 ora di insegnamento settimanale;
• il programma dovrebbe essere previsto dal Ministero dell'Istruzione e non dalle singole scuole e dovrebbe dare un'istruzione generale su un funzionamento dello stato sotto un profilo giuridico ed economico, oltre che prevedere lezioni su tematiche legate all'attualità;
• oltre alle ore di lezione, ogni singola scuola dovrebbe prevedere percorsi formativi che coinvolgano ospiti esterni, legati alle tematiche discusse nel programma (professori universitari, giornalisti, etc.);
• sarebbe interessante prevedere, all'interno delle scuole, delle ore di dibattito tra candidate e candidati di diversi partiti al momento delle elezioni, in modo da coinvolgere e rendere più consapevoli gli e le studenti. - Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- la scarsa partecipazione e coinvolgimento dei giovani alla politica
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Le scuole, le rappresentanze studentesche, i collettivi, il corpo professori, ministero istruzione, politiche giovanili, regioni, comuni, università.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Voto ai sedicenni
Agorá organizzata da Elena Carta
In Europa, alcuni paesi hanno già abbassato i limiti di età al voto: in Austria chi ha sedici anni può votare in tutte le elezioni dal 2007, così come a Malta dal 2018. In Grecia, grazie a una riforma del governo guidato da Alexis Tsipras, dal 2016 possono votare anche i diciassettenni. In Ungheria i maggiori di sedici anni possono votare se sposati, in Germania solo nelle elezioni dei Parlamenti di alcuni länder e in Svizzera nel cantone di Glarona. In Scozia, i sedicenni hanno votato per la prima volta nel 2014 (al referendum per l’indipendenza) e c’è stata una sperimentazione anche in Norvegia nel 2011, in occasione di alcune elezioni locali. Nel resto del mondo il diritto al voto è esteso ai e alle sedicenni in Argentina, Brasile, Nicaragua, Cuba, Ecuador, mentre in Indonesia e Timor Est si vota dai 17 anni in su. E in Italia? Malgrado le mobilitazioni, la politica è ancora restia ad ascoltare la generazione degli scioperi per il clima, spesso considerata troppo irresponsabile per partecipare attivamente alla vita politica. Il voto ai sedicenni potrebbe dare più voce a una generazione spesso inascoltata e riuscire ad avvicinare i giovani alla politica?
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