
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Unicità e universalità della pediatria come concetto strategico nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria
- Descrizione dettagliata
- Questa proposta presuppone a riconoscere la specificità delle conoscenze e delle competenze di pediatria generale e delle varie specialità pediatriche da un lato e le peculiarità della crescita e dello sviluppo dall’altro, anche gli ambiti formativi.
Si propone quindi che:
• L’età pediatrica venga intesa come età evolutiva e come tale estesa dalla nascita sino al compimento dei 18 anni, includendo gli eventi fisiologici e le patologie correlate dal periodo perinatale e neonatale all’adolescenza.
• L’assistenza pediatrica venga erogata all’interno di aree omogenee, dedicate esclusivamente ai soggetti in età evolutiva, secondo i canoni già declinati nel Progetto obiettivo Materno Infantile del 1998-2000.
• Vengano aumentati i posti letto di terapia intensiva e subintensiva pediatrica su tutto il territorio nazionale e identificati centri di riferimento per la cura dei pazienti con patologie rare e croniche.
• Si proceda ad una riorganizzazione dei reparti di pediatria riducendone il numero e potenziandoli in modo da migliorare la qualità dei servizi forniti.
• Vengano ridotte le unità di chirurgia pediatrica, mantenendo solo quelle con una significativa
e dimostrata attività e definendo nuovi bacini di riferimento più ampi di quelli oggi esistenti.
• Venga organizzato un servizio di trasporto pediatrico, riconvertendo magari il servizio di trasporto neonatale (STEN), oggi esistente in quasi tutte le regioni a svolgere anche il servizio di trasporto pediatrico.
• I reparti ospedalieri pediatrici garantiscano i principi della Carta del bambino in ospedale a partire dal ridurre al minimo il ricorso al ricovero non giustificato da necessità diagnostiche o terapeutiche.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- La pediatria ospedaliera in generale ma quella dei piccoli e medi centri, vive grandi difficoltà dovute
a i bassi volumi di attività e, conseguentemente, di possibilità di una gratificante esperienza professionale.
Ma soprattutto ci sono difficoltà a garantire stabilità nell’organico (soprattutto medico) con elevato turnover e ricorso a soluzioni (cooperative, pagamento a prestazione) che svuotano il concetto stesso di sistema pubblico e di continuità di cure.
I servizi di alta specialità in ambito pediatrico sono per lo più centralizzati in grandi Ospedali (universitari e/o IRCCS), con un perdurante squilibrio tra Sud e Centro Nord, e conseguente consistente migrazione per motivi sanitari.
Rare sono le situazioni che vedono i professionisti dei Centri specialistici effettuare attività di supporto presso ospedali periferici. Di conseguenza, bambini e famiglie che non risiedono vicino al Centro Specialistico incontrano maggiori difficoltà nel follow-up. Per i bambini con patologie croni - Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- È necessario assicurare un coordinamento efficace tra i servizi di Cure Primarie e i servizi ospedalieri
in particolare i punti nascita e i reparti pediatrici e i servizi di NPIA, con l’obiettivo di programmare i
servizi, assicurare continuità, fluidità e qualità dei percorsi, rilevazione epidemiologica e dei bisogni,
promuovere formazione e aggiornamento, in particolare nella componente multiprofessionale, e
assicurare il raccordo sul piano territoriale con i servizi educativi e sociali e con le realtà associative
e culturali.
Agorà da cui è emersa la proposta:
L’assistenza ospedaliera dell’area pediatrica nella nuova organizzazione socio sanitaria delle donne, dei bambini e degli adolescenti
I reparti ospedalieri pediatrici devono garantire i principi della Carta del bambino in ospedale a partire dal ridurre al minimo il ricorso al ricovero non giustificato da necessità diagnostiche o terapeutiche. Tutte le bambine e i bambini e gli adolescenti devono essere ricoverati in reparti gestiti da personale medico e infermieristico pediatrico. La pediatria ospedaliera in generale ma quella dei piccoli e medi centri, vive grandi difficoltà dovute a i bassi volumi di attività e, conseguentemente, di possibilità di una gratificante esperienza professionale.
Ma soprattutto ci sono difficoltà a garantire stabilità nell’organico (soprattutto medico) con elevato turnover e ricorso a soluzioni (cooperative, pagamento a prestazione) che svuotano il concetto stesso di sistema pubblico e di continuità di cure. I servizi di alta specialità in ambito pediatrico sono per lo più centralizzati in grandi Ospedali (universitari e/o IRCCS), con un perdurante squilibrio tra Sud e Centro Nord, e conseguente consistente migrazione per motivi sanitari. Rare sono le situazioni che vedono i professionisti dei Centri specialistici effettuare attività di supporto presso ospedali periferici.
Di conseguenza, bambini e famiglie che non risiedono vicino al Centro Specialistico incontrano maggiori difficoltà nel follow-up. Per i bambini con patologie croniche, se le cure sono generalmente di buono o ottimo livello, la presa in carico complessiva e il supporto alla famiglia sono spesso carenti. Alcuni aspetti quali l’Assistenza Domiciliare Integrata pediatrica e le cure palliative sono appannaggio di una minoranza di centri e di territori.
L’accesso a diagnosi e cura di secondo e terzo livello per disturbi neuropsichici dell’età evolutiva, (problemi di neuro sviluppo, salute mentale, disabilità ed altro) è carente nella gran parte dei territori mancando un numero sufficiente di posti letto ospedalieri dedicati. I percorsi di formazione dei professionisti, sia curricolare che in servizio, devono tendere alla collaborazione, alla complementarità e all’integrazione multisettoriale attorno al bambino e alla sua famiglia. È necessario assicurare un coordinamento efficace tra i servizi di Cure Primarie e i servizi ospedalieri in particolare i punti nascita e i reparti pediatrici e i servizi di NPIA, con l’obiettivo di programmare i servizi, assicurare continuità, fluidità e qualità dei percorsi, rilevazione epidemiologica e dei bisogni, promuovere formazione e aggiornamento, in particolare nella componente multiprofessionale, e assicurare il raccordo sul piano territoriale con i servizi educativi e sociali e con le realtà associative e culturali.
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