
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Quale Welfare per la non autosufficienza. Proposte per il potenziamento del sistema integrato di supporto alla non autosufficienza e la disabilità
- Descrizione dettagliata
- Necessità di un percorso ragionato e condiviso per la integrazione dei servizi
Riteniamo che il percorso di integrazione dei servizi sociali e sanitari intorno al tema della non autosufficienza sia un percorso indispensabile ma complesso, a causa della naturale resistenza degli operatori dei due sistemi al cambiamento, e nei nostri territori della intrinseca debolezza del sistema dei servizi sociali.
Tale percorso di integrazione richiede la definizione di un percorso ragionato e sottoposto a periodica revisione.
Sarebbe opportuno che tale percorso a livello locale sia definito in modo strutturato, prevedendo la costituzione di appositi gruppi di lavoro composti dagli operatori dei servizi sociali e sanitario, allargati a rappresentanti di altre categorie (terzo settore e rappresentanti dei destinatari) e che da tale gruppo derivi la programmazione di azioni comuni concrete.
In particolare, poiché nessuna riforma può essere realmente realizzata se non coinvolge innanzitutto gli operatori chiamati ad erogare i servizi, oltre alle attività di programmazione una prima azione congiunta potrebbe riguardare la realizzazione di azioni formative dirette congiuntamente ad operatori sociali e sanitari. - Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Punto di partenza del ragionamento è che il sistema del supporto alla non autosufficienza non debba essere considerato quale la somma di singoli interventi gestiti dal sistema sanitario e dal sistema dei servizi sociali, quanto un sistema organico di servizi incentrati sui bisogni della persona.
Occorre quindi costruire un reale ed efficace sistema di collegamento fra il sistema sanitario ed il sistema dei servizi sociali, a livello dei Distretti sociali. Tale collegamento deve riguardare il livello della programmazione dei servizi e poi quello operativo della loro erogazione.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Enti Locali, ASP, INPS, Terzo Settore: Forum, Autorità Garante per la disabilità, ANFFAS ,Assofadi, AFADIPSI
Agorà da cui è emersa la proposta:
Quale Welfare per la non autosufficienza – Disabilità e non autosufficienza, sistema regionale e sistema locale dei servizi, interventi sociali, sanità
Agorá organizzata da Antonella Fucile
La definizione di non autosufficienza Secondo il CNEL la persona non autosufficiente è quella che richiede un intervento assistenziale permanente e continuativo, sia nella sfera di vita individuale che di relazione. In base a tale criterio, la persona non autosufficiente è quella che ha bisogno di aiuto, anche in parte, per svolgere attività essenziali. Diversa, invece, è la situazione per un disabile. Una persona con disabilità è colui il quale ha una qualsiasi limitazione della capacità di agire. La disabilità porta ad un handicap: uno svantaggio, una limitazione della capacità di agire e rapportarsi. Insomma, una disabilità va ad incidere sulle capacità del singolo e le sue possibilità di partecipazione sociale. Disabilità e non autosufficienza hanno, quindi un significato diverso. Questo però non significa che un disabile non possa essere anche non autosufficiente. Infatti una disabilità grave può trasformarsi anche in non autosufficienza con tutto ciò che comporta l’appartenere a questa categoria. A partire dalla definizione di non autosufficienza all’interno di questa Agorà si tenterà di capire quali sono le differenze con la “semplice” disabilità; cosa comporta la non autosufficienza quale situazione patologica; quali limiti o impedimenti alla vita di relazione, sociale e lavorativa dell’individuo stesso. quali le prestazioni di aiuto e sostegno, quali filiere di riferimento integrate e complementari che superano la rete frammentata di misure e servizi regionali; quali le diverse regole e procedure da seguire. L’attuale modello di gestione delle non autosufficienza La spesa pubblica per la tutela della non autosufficienza (LTC) comprende tre differenti tipologie di prestazioni: l’indennità di accompagnamento, l’assistenza socio-sanitaria ai non autosufficienti e le prestazioni socio-assistenziali erogate dagli enti locali, in particolare i comuni, a beneficio dei disabili, degli anziani non autosufficienti e delle persone dipendenti da alcool e droghe. A queste tre tipologie di prestazioni, corrispondono livelli di governo differenti: centrale, regionale, locale. E’ proprio questo contesto che non riesce a garantire in modo strutturale risposte appropriate. In tal modo i criteri di definizione della non autosufficienza, ad eccezione dell’indennità di accompagnamento, sono molto diversi da regione a regione, in assenza di indirizzi legislativi unitari a livello nazionale o regionale senza interazione con i servizi socio-assistenziali dei comuni. Ipotesi di riforma del sistema di assistenza ai non autosufficienti Per molti mesi, il dibattito politico ha avuto al centro delle aspettative il rilancio del sistema Italia ed il PNRR, ma la fase attuativa di riforma della non autosufficienza, non riesce a restituire quello che l’integrazione tra sanità e sociale avrebbe dovuto realizzare. Un tema di cui si parla da almeno trent’anni e su cui ogni Regione legifera e realizza interventi diversi. Ma la Missione 6 del PNRR, attraverso il cosiddetto “DM 71” del Ministero della Salute che riporta “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”, ad oggi non soddisfa le aspettative. Gli ambiti ad alta integrazione sociosanitaria, e cioè Case della comunità e assistenza domiciliare, ad oggi, non indicano una presenza stabile di servizi sociali e di assistenti sociali. Ad una prima considerazione l’integrazione può essere realizzata solo con i servizi del territorio poiché lo standard del personale ogni 40.000 / 50.000 abitanti per la Casa della comunità prevede soltanto n. 1 assistente sociale. Figura questa che si limiterà a fare da tramite tra i servizi sanitari interni e quelli sociali presenti sul territorio. Stesso discorso può essere fatto per i punti unici di accesso, che secondo il DM 71, sono in relazione ai servizi sanitari e, per la valutazione multidimensionale priva della definizione degli operatori nella loro composizione e funzione. Tutto ciò che concerne il sociale è lasciato alla discrezionalità delle Regioni o degli Ambiti. Ma il pilastro dell’integrazione socio-sanitaria è rappresentato dall’assistenza domiciliare, su cui il PNRR ha fatto chiarezza: “solo attraverso l’integrazione dell’assistenza sanitaria domiciliare con interventi di tipo sociale si potrà realmente raggiungere la piena autonomia e indipendenza della persona anziana/disabile presso la propria abitazione”. Perdurano vecchi schemi di servizio riguardanti i parzialmente autosufficienti e adattati a nuove e diverse esigenze. L’ADI erogata dalle Aziende Sanitarie ha molti limiti legati alle prestazioni ridotte per 2/3 mesi l’anno e caratterizzate prevalentemente da interventi infermieristici. Con l’intento di razionalizzare e creare un quadro coerente, la legge di bilancio 2020 ha istituito un fondo denominato “Fondo per la disabilità e la non autosufficienza” proprio per agevolare la differenziazione netta tra disabilità e non autosufficienza, ma permangono misure diverse e difformi e discrezionalità nell’interpretazione del bisogno. Il “Dopo di noi” Cogliendo le indicazioni della Legge n. 112/2016 detta “Dopo di noi”, si intende, infine, promuovere una nuova sinergia tra famiglie, Ente pubblico, Terzo Settore. Anche qui vi sono criticità e nodi non sciolti dalla legge, che alla fine ricadono sull’attività dei Distretti in quanto le Regioni con una vera e propria partita di giro, assegnano le risorse economiche agli ambiti territoriali e determinante è il funzionamento delle Unità di valutazione Multidimensionale per l’elaborazione del progetto di vita. Questo Focus si propone quindi di approfondire la tematica della non autosufficienza, a partire dalla domanda economica e sociale di questi soggetti soli, fortemente fragili, e senza aiuto, la loro quotidianità, l’ambiente, le relazioni sociali. Si intende poi approfondire l’assetto vigente dei servizi per il supporto alle persone non autosufficienti, nella sua complessa articolazione, nei vari livelli di competenza e nelle problematicità connesse. Si vuole, dibattere e comprendere i miglioramenti ipotizzati rispetto all’assetto vigente, nelle ipotesi e nei lavori in corso già dagli anni ‘90, approfondendo il “Patto per un nuovo welfare per la non autosufficienza” e la proposta di legge delega da raccordarsi con la riforma della disabilità prevista anch'essa dal PNRR. già attiva da dicembre 2021. Infine, si intende costruire formalmente una rete di protezione dei diritti delle persone non autosufficienti insieme con le Organizzazioni di Volontariato e gli Enti del Terzo Settore che le rappresentano.
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