
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Condivisione del lavoro di cura, genitorialità equamente condivisa, nuovi equilibri tra tempi di vita e di lavoro.
- Descrizione dettagliata
- Sono depositate diverse proposte di legge che intervengono sulla riforma dei congedi, gli emendamenti PD al cosiddetto family act hanno già dato l’obiettivo di allungare a 3 mesi il congedo di paternità obbligatorio e innalzato a 14 l’età dei figli per cui è consentito prendere il congedo. Bisogna arrivare a un sistema paritario, per una genitorialità equamente condivisa, dotarsi di una strategia “di sistema” fatta di molti strumenti. Prevedere anche per i padri il congedo di paternità obbligatorio di 5 mesi. Prevedere 12 mesi complessivi di congedo parentale, ripartiti nel modo più equo possibile fra madre e padre, ovvero massimo 6 mesi ciascuno, con un aumento dell’indennità. Prevedere part time e smart working condiviso. Stabilire che l’Inps eroghi direttamente il pagamento della indennità prevista per i 5 mesi di congedo obbligatorio di maternità alle lavoratrici delle imprese che hanno fino 9 dipendenti. Aumentare l’indennità prevista a carico della fiscalità generale per i 5 mesi di congedo obbligatorio di maternità dall’attuale 80 per cento al 100 per cento della retribuzione percepita
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Gli squilibri di genere nel nostro Paese sono strettamente legati all’iniqua distribuzione del tempo tra lavoro retribuito e non retribuito tra i generi. Le donne dedicano il 75% del loro tempo di lavoro quotidiano al lavoro non retribuito. Di contro il tempo principale degli uomini è quello per il lavoro retribuito. Ma la vera differenza è nel tempo per sé, gli uomini ce l’hanno, le donne no.
Bisogna inoltre riaffermare il valore sociale della maternità. Nella situazione attuale le imprese anticipano il pagamento dell’indennità e questa modalità mette in difficoltà di liquidità le piccole imprese che devono contemporaneamente retribuire la persona che sostituisce la lavoratrice in maternità e anticipare l’indennità.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Forze imprenditoriali e sindacali, parlamentari, INPS.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Il lavoro delle donne
Il lavoro delle donne muove il mondo, ma troppo spesso non viene riconosciuto. Perché gran parte di questo lavoro è gratuito, riguarda la cura e la riproduzione della vita e viene affidato alle donne come compito minore e socialmente poco rilevante. Un errore per noi tutti e una gabbia per tante donne.
Il Covid ha illuminato l’importanza del lavoro riproduttivo e ha fatto precipitare disuguaglianze e fragilità dell’organizzazione del lavoro produttivo. Dopo anni di lento e graduale aumento dell’occupazione femminile la crisi prodotta dalla Pandemia ha colpito soprattutto le donne, in Italia lavora meno della metà delle donne. Le donne sono le più precarie.
Il lavoro è indipendenza, e può essere anche uno strumento di realizzazione di sé, ma oggi tra le donne tra i 25 e i 49 anni con figli minorenni, più di 4 su 10 non hanno un lavoro, mentre più del 40% delle madri con almeno un figlio preferisce il part-time pur di continuare a mantenere un’occupazione. Creare occupazione femminile significa fare i conti con gli stereotipi e una cultura ancora molto diffusa nel nostro Paese che pensa ancora che il ruolo primario della donna sia occuparsi della cura della casa e della famiglia: la quota di consenso su questa affermazione è maggioritaria in Italia, allineandosi a paesi come l’Ungheria e la Polonia e ben lontano dai Paesi del Nord Europa come la Danimarca. In Danimarca non solo a questa divisione tradizionale tra pubblico e privato non ci crede nessuno, ma secondo il World Happiness Report è anche uno dei paesi più felici del mondo proprio perché investe sull’uguaglianza sociale.
Le donne dedicano il 75% del loro tempo di lavoro quotidiano al lavoro non retribuito. Di contro il tempo principale degli uomini è quello per il lavoro retribuito. Ma la vera differenza è nel tempo per sé, gli uomini ce l’hanno, le donne no. Il tempo per sé non è solo tempo per lo sport o per le amicizie, è anche il tempo della partecipazione politica, il tempo delle assemblee, delle riunioni, dei progetti con le altre e con gli altri. Dobbiamo quindi creare un riequilibrio dei tempi, questo significa anche portare fuori dall’ambito domestico il lavoro di cura, quindi migliorare la vita delle persone, investire sulla cura e sulla convivenza.
La pandemia ci ha insegnato quanto è importante e il prendersi cura, la pandemia ci ha insegnato che mettere al centro la produzione ammala, in senso letterale. Parlare del lavoro delle donne significa parlare della nostra organizzazione sociale e indicare proposte e progetti che investano nella cura, puntino all’equilibrio tra tempi di vita e tempi di lavoro, la condivisione del lavoro di cura, un nuovo welfare, il contrasto alla precarietà, il sostegno all’imprenditoria femminile, alla parità salariale.
L’assemblea della magnolia ha elaborato una piattaforma per una rivoluzione della cura, per un welfare pubblico non residuale, politiche a sostegno dell’occupazione femminile. Sono tutti temi e proposte da discutere in questa Agorà.
L'evento sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook della Conferenza Nazionale Donne Democratiche
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