
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Rafforzare e riformare il welfare
- Descrizione dettagliata
- La Pandemia ci ha mostrato l’importanza di una società che si prende cura delle persone. Il welfare pubblico non deve essere residuale, e i servizi non devono essere sostituiti da bonus. Vanno garantiti i servizi essenziali di assistenza per i servizi sociali, rafforzando la struttura del sociale, per renderla competitiva e davvero integrata e alleata con le strutture sanitarie. Il welfare deve essere vero strumento a sostegno dell’autonomia delle persone, di ogni età. Va dunque presidiato il welfare pubblico e aumentata la spesa corrente per esso. Il potenziamento del welfare è anche un’occasione per la creazione di occupazione femminile.
La riforma degli ammortizzatori sociali deve garantire tutti i tipi e le forme di lavoro, va comunque previsto un reddito di autodeterminazione, che non sempre il lavoro riesce a garantire.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Contrastare le disuguaglianze e garantire pari opportunità alle persone, eliminare gli ostacoli che non permettono il pieno sviluppo della persona umana. Il Covid ha acuito le disuguaglianze e stressato la capacità di inclusione delle nostre comunità. Vanno ripensati e rafforzati i servizi mettendo al centro i diversi bisogni delle persone, rafforzando l’integrazione socio sanitaria e la coprogettazione tra pubblico e terzo settore. Va condiviso il lavoro di cura che oggi grava in gran parte sulle famiglie e nelle famiglie sulle delle donne o sul lavoro delle donne immigrate. Liberare tempo delle donne e rafforzare l’autonomia e le opportunità delle persone, per la qualità della vita di tutte e tutti.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Ministero del lavoro e del welfare, parlamento, EELL, Regioni, sindacati, terzo settore, cittadinanza attiva.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Il lavoro delle donne
Il lavoro delle donne muove il mondo, ma troppo spesso non viene riconosciuto. Perché gran parte di questo lavoro è gratuito, riguarda la cura e la riproduzione della vita e viene affidato alle donne come compito minore e socialmente poco rilevante. Un errore per noi tutti e una gabbia per tante donne.
Il Covid ha illuminato l’importanza del lavoro riproduttivo e ha fatto precipitare disuguaglianze e fragilità dell’organizzazione del lavoro produttivo. Dopo anni di lento e graduale aumento dell’occupazione femminile la crisi prodotta dalla Pandemia ha colpito soprattutto le donne, in Italia lavora meno della metà delle donne. Le donne sono le più precarie.
Il lavoro è indipendenza, e può essere anche uno strumento di realizzazione di sé, ma oggi tra le donne tra i 25 e i 49 anni con figli minorenni, più di 4 su 10 non hanno un lavoro, mentre più del 40% delle madri con almeno un figlio preferisce il part-time pur di continuare a mantenere un’occupazione. Creare occupazione femminile significa fare i conti con gli stereotipi e una cultura ancora molto diffusa nel nostro Paese che pensa ancora che il ruolo primario della donna sia occuparsi della cura della casa e della famiglia: la quota di consenso su questa affermazione è maggioritaria in Italia, allineandosi a paesi come l’Ungheria e la Polonia e ben lontano dai Paesi del Nord Europa come la Danimarca. In Danimarca non solo a questa divisione tradizionale tra pubblico e privato non ci crede nessuno, ma secondo il World Happiness Report è anche uno dei paesi più felici del mondo proprio perché investe sull’uguaglianza sociale.
Le donne dedicano il 75% del loro tempo di lavoro quotidiano al lavoro non retribuito. Di contro il tempo principale degli uomini è quello per il lavoro retribuito. Ma la vera differenza è nel tempo per sé, gli uomini ce l’hanno, le donne no. Il tempo per sé non è solo tempo per lo sport o per le amicizie, è anche il tempo della partecipazione politica, il tempo delle assemblee, delle riunioni, dei progetti con le altre e con gli altri. Dobbiamo quindi creare un riequilibrio dei tempi, questo significa anche portare fuori dall’ambito domestico il lavoro di cura, quindi migliorare la vita delle persone, investire sulla cura e sulla convivenza.
La pandemia ci ha insegnato quanto è importante e il prendersi cura, la pandemia ci ha insegnato che mettere al centro la produzione ammala, in senso letterale. Parlare del lavoro delle donne significa parlare della nostra organizzazione sociale e indicare proposte e progetti che investano nella cura, puntino all’equilibrio tra tempi di vita e tempi di lavoro, la condivisione del lavoro di cura, un nuovo welfare, il contrasto alla precarietà, il sostegno all’imprenditoria femminile, alla parità salariale.
L’assemblea della magnolia ha elaborato una piattaforma per una rivoluzione della cura, per un welfare pubblico non residuale, politiche a sostegno dell’occupazione femminile. Sono tutti temi e proposte da discutere in questa Agorà.
L'evento sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook della Conferenza Nazionale Donne Democratiche
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