
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Educazione al rispetto di genere, delle differenze, all’affettività, contrasto agli stereotipi
- Descrizione dettagliata
- Promuovere cambiamento culturale e narrazioni differenti, per una società libera da pregiudizi e stereotipi di genere. Agire sulla formazione dei formatori. Investire sulla scuola e l’università, per superare una troppo diffusa matrice patriarcale – e maschilista - che ancora permea la cultura del nostro Paese. Vanno rivisti i processi di approvazione e scelta dei libri di testo in modo tale da garantire una didattica che valorizzi la persona, contrastando discriminazioni e stereotipi legati a sesso, origine, religione, disabilità, ceto.
Per questo è necessario predisporre percorsi di aggiornamento e verifica per docenti e genitori, incentivando momenti di confronto a livello territoriale che coinvolgano anche gli enti territoriali e la società civile. Vanno coinvolti in prima persona gli uomini. Investire in Programmi di Orientamento, condotti da professionisti con competenze specialistiche e attraverso il coinvolgimento degli insegnanti
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- In Italia la maggioranza delle persone ritiene che il ruolo più importante della donna sia quello di prendersi cura dei figli e della famiglia. È un dato sproporzionato rispetto a quelli rilevati negli altri paesi europei. Questo determina anche le scelte di policies. Ma soprattutto è ancora troppo diffusa una mascolinità tossica che si fa senso comune, cultura che disprezza la libertà delle donne, la loro autonomia.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Ministeri competenti, mondo della scuola, dell’università, editoria, media, associazionismo associazioni che lavorano sul contrasto alla violenza di genere, mondo lgbtq.
Agorà da cui è emersa la proposta:
Il lavoro delle donne
Il lavoro delle donne muove il mondo, ma troppo spesso non viene riconosciuto. Perché gran parte di questo lavoro è gratuito, riguarda la cura e la riproduzione della vita e viene affidato alle donne come compito minore e socialmente poco rilevante. Un errore per noi tutti e una gabbia per tante donne.
Il Covid ha illuminato l’importanza del lavoro riproduttivo e ha fatto precipitare disuguaglianze e fragilità dell’organizzazione del lavoro produttivo. Dopo anni di lento e graduale aumento dell’occupazione femminile la crisi prodotta dalla Pandemia ha colpito soprattutto le donne, in Italia lavora meno della metà delle donne. Le donne sono le più precarie.
Il lavoro è indipendenza, e può essere anche uno strumento di realizzazione di sé, ma oggi tra le donne tra i 25 e i 49 anni con figli minorenni, più di 4 su 10 non hanno un lavoro, mentre più del 40% delle madri con almeno un figlio preferisce il part-time pur di continuare a mantenere un’occupazione. Creare occupazione femminile significa fare i conti con gli stereotipi e una cultura ancora molto diffusa nel nostro Paese che pensa ancora che il ruolo primario della donna sia occuparsi della cura della casa e della famiglia: la quota di consenso su questa affermazione è maggioritaria in Italia, allineandosi a paesi come l’Ungheria e la Polonia e ben lontano dai Paesi del Nord Europa come la Danimarca. In Danimarca non solo a questa divisione tradizionale tra pubblico e privato non ci crede nessuno, ma secondo il World Happiness Report è anche uno dei paesi più felici del mondo proprio perché investe sull’uguaglianza sociale.
Le donne dedicano il 75% del loro tempo di lavoro quotidiano al lavoro non retribuito. Di contro il tempo principale degli uomini è quello per il lavoro retribuito. Ma la vera differenza è nel tempo per sé, gli uomini ce l’hanno, le donne no. Il tempo per sé non è solo tempo per lo sport o per le amicizie, è anche il tempo della partecipazione politica, il tempo delle assemblee, delle riunioni, dei progetti con le altre e con gli altri. Dobbiamo quindi creare un riequilibrio dei tempi, questo significa anche portare fuori dall’ambito domestico il lavoro di cura, quindi migliorare la vita delle persone, investire sulla cura e sulla convivenza.
La pandemia ci ha insegnato quanto è importante e il prendersi cura, la pandemia ci ha insegnato che mettere al centro la produzione ammala, in senso letterale. Parlare del lavoro delle donne significa parlare della nostra organizzazione sociale e indicare proposte e progetti che investano nella cura, puntino all’equilibrio tra tempi di vita e tempi di lavoro, la condivisione del lavoro di cura, un nuovo welfare, il contrasto alla precarietà, il sostegno all’imprenditoria femminile, alla parità salariale.
L’assemblea della magnolia ha elaborato una piattaforma per una rivoluzione della cura, per un welfare pubblico non residuale, politiche a sostegno dell’occupazione femminile. Sono tutti temi e proposte da discutere in questa Agorà.
L'evento sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook della Conferenza Nazionale Donne Democratiche
Elenco dei sostenitori
Segnala un problema
Questo contenuto è inappropriato? Facci sapere perché
Condividi: