
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Inclusione linguistica nei territori a forte flusso migratorio
- Descrizione dettagliata
- Da Prato, provincia con il più alto numero di alunni con cittadinanza non italiana, la proposta per privilegiare la dimensione linguistica come strumento indispensabile di integrazione e inclusione. Intervenire sul potenziamento delle competenze linguistiche degli alunni per ridurre la dispersione che tra gli alunni stranieri raggiunge il 50%. Favorire la reale diffusione di una didattica inclusiva per tutti, per valorizzare le potenzialità dei singoli, ridurre disuguaglianze e fragilità ed essere di reale arricchimento per gli alunni nativi.
Assegnare docenti della classe di concorso A23 in ogni scuola che superi il tetto del 30% di studenti con cittadinanza non italiana.
La classe di concorso A23, LINGUA ITALIANA PER DISCENTI DI LINGUA STRANIERA, è stata istituita per mettere a disposizione delle scuole sempre più eterogenee docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano come lingua non materna.
Ad oggi i docenti della A23 vengono impiegati soltanto nell’educazione degli adulti all’interno dei CPIA anche se la classe di concorso non è nata esclusivamente per questo segmento d’istruzione.
Occorre rilanciare l’interesse della politica, dei sindacati e delle associazioni di professionisti verso questa classe di concorso dal forte valore simbolico e pratico.
Il docente A23 si occupa sia della lingua della comunicazione sia della lingua dello studio degli studenti bilingui emergenti, coordina le attività di progettazione di interventi in italiano lingua seconda negli istituti, supporta team docenti e consigli di classe nell’implementazione di strategie di personalizzazione e nella redazione di PDP e piani personali transitori e mappa i livelli linguistico-comunicativi degli studenti, offrendo una documentazione sulla situazione delle competenze linguistiche degli alunni stranieri al momento non disponibile.
Finanziare corsi di lingue anche non comunitarie nei territori a forte flusso migratorio nel tempo extra-scuola.
Nei territori dello Stato italiano si parlano tante e svariate lingue che arricchiscono il patrimonio linguistico della penisola.
Le scuole secondarie di secondo grado offrono la possibilità di scelta di lingue non comunitarie. Le scuole del primo ciclo d’istruzione offrono, invece, insegnamenti solo per l’inglese e per le lingue comunitarie trascurando il patrimonio plurilingue dei territori nei segmenti del primo ciclo d’istruzione, momento più adatto, secondo gli studi scientifici, alle acquisizioni linguistiche.
Studiare le lingue delle comunità presenti nei territori nell’ottica della valorizzazione del plurilinguismo consentirebbe a tali lingue di assumere prestigio e creerebbe coesione sociale dando la possibilità alle cittadine e ai cittadini italiani di arricchire il proprio patrimonio linguistico padroneggiando le lingue presenti sul territorio.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Ridurre la dispersione scolastica degli alunni migranti di prima e seconda generazione.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Istituti scolastici, Enti locali, Associazioni dei volontariato, culturali e sociali, Cooperative sociali, Associazioni delle comunità dei migranti, Sindacati, Docenti, Associazioni studentesche.
Agorà da cui è emersa la proposta:
La scuola come presidio territoriale, aperto e diffuso, permanente, inclusivo, per l'istruzione, la formazione, per l'orientamento ed il benessere
Agorá organizzata da Sandra Bolognesi
L’Agorà che intendiamo organizzare nasce dalla volontà di portare all’attenzione nazionale le proposte emerse nella nostra riflessione sulla scuola, iniziata nel Tavolo scuola del PD di Prato e poi approfondita nell’evento di apertura del Tavolo alla città ed ai non iscritti al PD, che si è tenuto il 21 giugno 2022 al teatro Magnolfi. Tutto il confronto è stato orientato sull’idea di dare priorità ai bisogni di bambini, ragazzi, giovani e sull’esigenza di non limitarsi alle analisi, ma tentare di elaborare proposte e provare ad immaginare come dovrebbe essere articolata la scuola, per essere adeguata alle problematiche di oggi e per rispondere alla dispersione e all’emergenza educativa. Abbiamo riflettuto su come la pandemia abbia fatto sentire la mancanza della scuola come punto di riferimento quotidiano, fatto di relazioni, spazi, tempi sicuri, accoglienti, stimolanti, formativi. Dalle nostre riflessioni è emersa una idea di scuola in divenire, una visione composta da idee concrete da portare all’attenzione, sia a livello locale che nazionale, con proposte fra loro interconnesse, creando agganci anche con tematiche non affrontate in questa fase (tempi e ritmi della scuola, edilizia scolastica; didattica inclusiva, educazione all’affettività), proposte comunque capaci di esprimere, come nel titolo dell’Agorà, il senso di una rivitalizzazione profonda.
LA SCUOLA COME PRESIDIO TERRITORIALE cioè luogo della comunità.
APERTO E DIFFUSO in una relazione stretta e biunivoca col territorio, in cui la scuola è espressione culturale di un territorio su cui si propone un’educazione diffusa, che richiama ad un modo diverso di pensare alla socialità ed alla conoscenza.
PERMANENTE aperto tutto il giorno, tutto l’anno.
INCLUSIVO per tutte le fasce d’età, per tutte le diversità, per ciascuno.
PER L'ISTRUZIONE, LA FORMAZIONE, per l’alfabetizzazione culturale critica e consapevole.
PER L'ORIENTAMENTO al lavoro ED IL BENESSERE personale e sociale.
LE PROPOSTE che definiscono questa idea di fondo sono raggruppate in una mappa in divenire (Allegato 1) In questa prima fase abbiamo concentrato la nostra attenzione su alcune proposte che consideriamo centrali e prioritarie.
1- Potenziamento della struttura amministrativa e gestionale delle scuole. Questo aspetto risulta propedeutico a tutto il processo di rinnovamento; poter contare su scuole autonome solide nella loro struttura organizzativa e gestionale, è condizione indispensabile affinché si possa pensare di rendere concreta la idea di scuola proposta.
2 – Diversa articolazione del tempo scuola e suo efficace potenziamento. Tempo pieno offerto a tutti gli alunni, come principale elemento strutturale per intervenire sulla dispersione scolastica, articolato in modo diverso nei vari cicli scolastici. Ricerca di un equilibrio dei tempi di vita degli alunni sia nella giornata scolastica che nell’ambito del calendario annuale
3- Rapporto tra scuola e territorio. Investire sulle relazioni tra insegnanti, alunni, genitori, comunità. Scuola aperta, al centro della vita sociale del territorio, per offrire momenti di formazione, di aggregazione, di crescita culturale per tutti. Sviluppo di un contesto territoriale che offre opportunità di socializzazione e formazione.
4 – Superamento dell’esclusività della lezione frontale ed individuazione delle condizioni necessarie per attuare una didattica realmente laboratoriale, sulla base del curricolo verticale agito, in continuità dall’Infanzia alla Scuola Superiore. Numero massimo di alunni per classe (20/22), orario dei docenti più ampio rispetto alle ore di funzionamento della scuola, in modo da prevedere attività di compresenza e tutoraggio.
5. Riduzione della dispersione nei territori a forte flusso migratorio intervenendo sul potenziamento delle competenze linguistiche degli alunni. Favorire la reale diffusione di una didattica inclusiva per tutti, per valorizzare le potenzialità dei singoli, ridurre disuguaglianze e fragilità. Da Prato, provincia con il più alto numero di alunni con cittadinanza non italiana, la proposta per privilegiare la dimensione linguistica come strumento indispensabile di integrazione e inclusione.
I seguenti temi sono a nostro avviso centrali, ma hanno bisogno di ulteriori approfondimenti e/o sono già presenti in modo esaustivo e condivisibile nelle proposte delle Agorà Democratiche
1 - Spazi adeguati ad una scuola presidio territoriale.
2- Lo psicologo a scuola e Educazione all’affettività
Su questo tema si sono elaborati progetti e riflessioni anche proposte dai Giovani Democratici Pratesi che già sono presenti nella piattaforma delle Agorà In questo contesto, centrale e trasversale risulta essere la valorizzazione e la formazione continua del personale scolastico a partire dai docenti, riconoscendo loro un rinnovato protagonismo e stimolando la volontà di progettare e sperimentare. Per la realizzazione di tutto questo la scuola deve poter avere finanziamenti adeguati, straordinari e ordinari, per realizzare un rilancio della scuola come bene comune, patrimonio di esperienze innovative e professionalità, da mettere al centro degli obiettivi della politica e della vita della comunità.
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2 commenti
Conversazioni con Maria Paglia
Sono una maestra che insegna nella scuola primaria dell’Istituto Marco Polo. Il nostro è un Istituto a forte flusso immigratorio ed è situato nel centro storico di Prato. Da molti anni ormai le famiglie italiane “fuggono” da scuole multietniche come la nostra (Cesare Guasti) perché considerate di “frontiera”, verso scuole dove c’è una minore concentrazione e presenza di alunni e studenti con vissuti migratori e gruppi sociali più fragili. Le famiglie italiane non scelgono più le nostre scuole, pur riconoscendone le qualità: la ricchezza dell’offerta formativa e l’attenzione particolare ai bisogni educativi di tutti gli alunni. In questi anni la mia scuola ha promosso la formazione continua degli insegnanti con esperti qualificati, rendendoli più competenti e maggiormente formati in particolare nell’insegnamento della L2. Per favorire l’inclusione ed evitare che si creino scuole o classi “ghetto” - definite spesso così dalle famiglie italiane - in questi anni non è stato utile tener conto solo dello stradario e della capienza massima di 25 alunni per aula. Una classe a composizione multilingue presenta difficoltà maggiori nell’insegnamento della lingua italiana rispetto a classi a maggioranza linguistica italiana. Raggiungere competenze adeguate nell’acquisizione della lingua italiana richiede tempi lunghi, utilizzo di compresenze dei docenti sulla stessa classe e personalizzazione degli interventi educativi-didattici. In molte scuole si supera il tetto del 30% di inserimento di alunni non italofoni, da circa 7 anni nelle nostre classi si arriva ad una soglia dell’80% o 90%; si iscrivono e frequentano solo due o tre alunni italiani per classe. Le famiglie italiane che vivono nel centro storico scelgono le scuole private o scuole pubbliche dove vi è un minore inserimento di alunni di origine straniera. Per affrontare questa problematica senza false retoriche sarebbe auspicabile un intervento politico a livello nazionale per riflettere e fare un’analisi sui diversi contesti scolastici, attraverso interventi e ricerche, osservazioni mirate eseguite sul campo da esperti al fine di verificare sia i numeri degli alunni inseriti che valutare il tipo di inclusione messa in atto dalla scuola. Sarebbe urgente redigere un protocollo a livello locale (Il Comune con il contributo dell’Ufficio Scolastico Provinciale) che preveda la redistribuzione equa ed equilibrata su tutto il territorio pratese degli alunni non italofoni tra le varie scuole per garantire a tutti effettive condizioni di parità e piena fruizione del diritto allo studio assicurando l’inclusione e l’integrazione reale. Le nostre classi multilingue sono un piccolo mondo dove le diverse culture si incrociano; la conoscenza allontana i pregiudizi e crea legami sociali, gli alunni imparano a comunicare anche nelle loro lingue di origine, che, valorizzate, diventano un prezioso bagaglio culturale di arricchimento per le classi, la scuola e non per ultimo per la nostra società. Maria Paglia
Verissimo Maria. E' un tema importantissimo da affrontare con risposte senza dubbio difficili da attivare sia a livello nazionale che locale. Potremmo su questo tema incontrarci a settembre e capire insieme quali proposte promuovere. GRAZIE!
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