
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Lotta al riciclaggio: accompagniamo gli Enti locali a esserne protagonisti
- Descrizione dettagliata
- La legge 231/2007, all’art. 10, obbliga anche gli Enti locali alla comunicazione di operazioni sospette. Sul fronte del contrasto al riciclaggio, infatti, essi costituiscono una prima e fondamentale linea di trincea: hanno in mano la vita dei cittadini (licenze edilizie e commerciali, multe, dati ottenuti dal PRA e dal Catasto, contratti elettrici e del gas, dati dell’anagrafe, informazioni fiscali del cittadino, informazioni rilevate dal controllo del territorio ecc.) e devono essere messi in grado di incrociare i dati in loro possesso con quelli di altre istituzioni (per es. agenzia delle entrate, agenzia delle dogane, camere di commercio, prefetture, forze dell’ordine) per individuare, in base a criteri ben definiti, delle anomalie da segnalare all’Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d’Italia.
Per ottenere questo risultato sono necessarie le seguenti azioni:
- attuare in via definitiva e rendere consultabile gratuitamente il registro dei titolari effettivi, previsto dal D. .Lgs 90/2017 e istituito dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze 11 marzo 2022, n. 55, mediante l’emanazione, entro 60 giorni dall’entrata in vigore di quest’ultimo (avvenuta in data 9 giugno 2022), del necessario decreto disciplinare, a cura del Ministero dello Sviluppo Economico. Ciò deve avvenire nell’ambito della più ampia iniziativa di emanazione dei decreti attuativi della V Direttiva europea antiriciclaggio del 2018 (che va completata).
- Sollecitare il Comitato di Sicurezza Finanziaria a emanare le linee guida per individuare i criteri di mappatura del rischio di riciclaggio in ogni tipo di PA e riesaminare, eventualmente allargandolo, il perimetro di intervento della PA stessa nel sistema di contrasto al riciclaggio.
- Fare un attento e capillare lavoro culturale, promuovendo la sensibilizzazione e la formazione, a tutti i livelli, anche quello della PA, sui temi della legalità e del contrasto a mafie, corruzione e riciclaggio, in quanto l’allarme sociale - e dunque politico - destato da tali fenomeni è troppo basso in relazione al pericolo che essi costituiscono per la democrazia. In particolare, per la PA (incluse le Centrali Uniche di Committenza previste per la realizzazione del Pnrr), risulta essenziale anche un percorso di implementazione di competenze specifiche sulle materie inerenti al contrasto al riciclaggio, ai fini del quale potrebbe essere utile anche la redazione, da parte della Commissione parlamentare antimafia, di un vademecum dedicato.
- Tenendo conto che la digitalizzazione deve rimanere al servizio della competenza giuridica e dell’esperienza degli operatori, siano essi professionisti (per es. notai) o amministratori, sul territorio, promuovere lo sviluppo - e l’adozione, o l’incentivazione all’uso o la sua facilitazione, anche da parte della PA - di applicativi in grado di incrociare le banche dati di Comuni, Camere di commercio, Fisco, Procure ecc., mettendo a sistema e analizzando gli indicatori di anomalia in base a una scala di rischio di riciclaggio (basso, medio, alto), allo scopo di emettere, in automatico, alert volti all’istruzione di segnalazioni o comunicazioni di operazioni sospette (riducendo significativamente, in questo modo, anche il numero delle segnalazioni o comunicazioni non significative).
- Promuovere la costituzione, su base territoriale, di “reti di legalità organizzata” che coinvolgano, in un’ottica di corresponsabilità, Comuni, Camere di commercio, Prefetture, FFOO ecc., con l’obiettivo di condividere dati, informazioni e strumenti.
- Attivare in tutti gli EELL uffici antiriciclaggio in grado di incrociare le proprie data bank con quelle, per es., dell’agenzia delle entrate, dell’agenzia delle dogane ecc., per ricavare dati da processare in base a una scala di rischio (basso, medio, alto) e, in caso, far partire delle comunicazioni di operazioni sospette alla Unità di Informazione Finanziaria (UIF) presso la Banca d’Italia. Per ovviare, in un primo periodo, alla carenza di risorse di comuni medi e piccoli (la maggior parte), detti uffici potrebbero essere collocati in enti di secondo livello (anche sfruttando le C.U.C. delle province e delle Città metropolitane), che provvederebbero a erogare il servizio ai comuni di tale classe dimensionale collocati all’interno di una determinata area. Potrebbe altresì essere necessario stabilire - in relazione alla grandezza del comune - un tetto minimo di comunicazioni di operazioni sospette.
- Sollecitare i Sindaci a inserire nelle deleghe relative alle materie di bilancio, anche il contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio. - Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Il contributo dei Comuni al sistema di prevenzione del riciclaggio è ancora molto ridotto (nel 2021, a fronte di 139.000 segnalazioni di operazioni sospette, solo 128 sono pervenute della Pubblica Amministrazione). Ciò avviene soprattutto perché tale obbligo, in carenza di risorse, viene vissuto come un ulteriore fardello burocratico, che va ad aggiungersi al già gravoso lavoro quotidiano, in particolare per i comuni piccoli e medi.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Comuni, Città metropolitane, Province, Regioni, Camere di commercio, Agenzia delle entrate, Agenzia delle dogane, Prefetture, Forze dell’ordine, Procure, Aziende Sanitarie, Aziende partecipate, Ordini professionali
Agorà da cui è emersa la proposta:
Lotta al riciclaggio: il protagonismo degli enti locali nel quadro europeo. Applicazione della 231/2007 e contrasto ai “paradisi fiscali”.
Agorá organizzata da Federico Ferri
Chiediamo che gli Enti locali e l’Europa siano in prima linea nel contrasto al riciclaggio. Licenze edilizie e commerciali, multe, dati ottenuti dal PRA e dal Catasto, contratti elettrici e del gas, dati dell’anagrafe, informazioni fiscali del cittadino, dati rilevati dal controllo del territorio sono informazioni che gli Enti locali possiedono e che possono incrociare, rendendo evidenti anomalie eventualmente sintomatiche di operazioni di riciclaggio. Il Comune di Milano si è dotato, già nel 2014, di un Ufficio Lotta al Riciclaggio, in grado di inoltrare alla Unità di Informazione Finanziaria, presso la Banca di’Italia, segnalazioni di operazioni sospette. Si tratta della pura e semplice applicazione della normativa antiriciclaggio (L. 231/2007, art. 10), che noi chiediamo sia attuata da tutti gli Enti locali e che, unitamente alla clausola di esclusione dai contratti con la PA di chi non dichiara il proprio titolare effettivo (un emendamento che è necessario sostenere, ora che la riforma del codice dei contratti passa alla Camera), costituisce un potente fattore di prevenzione contro l’inquinamento mafioso, ma non solo, dell’economia legale. Queste proposte vanno però inserite in un quadro più ampio, europeo come minimo: per questo è fondamentale che la UE vieti i “paradisi fiscali” nel proprio territorio e che preveda chiaramente, a livello normativo, l’esclusione da eventuali benefici delle imprese in essi radicate.
Ne discuteremo con Pierpaolo Romani (Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico), Valentina Rubertelli (Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato), Tommaso Luigi Solazzo (Ufficiale di collegamento Consulente della Commissione parlamentare antimafia), Franco Roberti (Parlamentare europeo, già Procuratore nazionale antimafia), Franco Mirabelli (Capogruppo Pd in Commissione parlamentare antimafia), Gian Antonio Girelli (componente della Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità di Regione Lombardia, già Presidente della medesima Commissione); Simone Negri (Sindaco di Cesano Boscone, Delegato all’Ambiente e alla Legalità della Città metropolitana di Milano; David Gentili (componente del Comitato antimafia del Comune di Milano, già Presidente della Commissione consiliare antimafia del Comune di Milano), Ilaria Ramoni (componente del Comitato Legalità Trasparenza Efficienza amministrativa del Comune di Milano, consulente della Commissione parlamentare antimafia), Claudia Peciotti (responsabile Giustizia e Lotta alle mafie nella Segreteria regionale del Pd), Federico Ferri (responsabile del Dipartimento legalità del Pd metropolitano milanese).
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