
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Politiche del lavoro e dello sviluppo territoriale: transizione ecologica e salvaguardia del territorio
- Descrizione dettagliata
- Considerando le particolari caratteristiche delle periferie urbane (presenza ad esempio di insediamenti industriali e commerciali e di grandi condomini sia di edilizia pubblica che privata) creare Comunità Energetiche come nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Le Comunità Energetiche offrono a) benefici ambientali evitando la produzione di energia da fonti fossili e diminuendo la dissipazione di energia per perdite di rete; b) benefici economici grazie ai meccanismi di incentivazione previsti per promuovere la transizione energetica; c) benefici sociali grazie alla condivisione dei vantaggi economici , finanziari e ambientali fra i partecipanti della Comunità.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- la produzione di energie rinnovabili, il costo di trasporto e della dispersione di rete (Km0) e la responsabilizzazione verso un uso oculato dell'energia
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- cittadini, istituzioni, associazione di rappresentanza datoriali e sindacali, gruppi di interesse che fanno largo uso dei social, risorse economiche ed imprenditoriali del territorio
Agorà da cui è emersa la proposta:
Politiche del lavoro e dello sviluppo territoriale
“Politiche del lavoro e dello sviluppo territoriale” Cosa possono fare i territori per elevare il proprio tenore di vita.
Obiettivi:
• Valorizzazione delle risorse umane favorendo la più ampia integrazione possibile delle persone e, sotto il punto di vista professionale, integrando competenze puramente manuali con quelle di alto livello scientifico e tecnologico
• Cura del territorio valorizzandone al massimo le potenzialità umane e materiali e riqualificando le aree in stato di abbandono
• Potenziamento della crescita professionale multidisciplinare ed integrata, derivante dallo studio e dalla conoscenza delle nuove tecnologie, dei materiali, dei processi produttivi
• Creazione di una rete di attività e servizi che abbiano come riferimento principale il territorio di insediamento e la popolazione residente, in un contesto di economia circolare
• Sostenibilità economica e finanziaria delle iniziative nel medio/lungo periodo
• Produzione e mantenimento sul territorio della “ricchezza” generata nonché una equa distribuzione della medesima lungo tutta la filiera ed a favore del territorio di insediamento
• Integrazione sinergica fra sistema produttivo profit e no profit, sistema della formazione professionale e sistema sociale (cittadini ed istituzioni) Sostanzialmente si vorrebbe valorizzare al massimo le potenzialità (tutte) del territorio attraverso un patto fra società, mondo economico finanziario (profit e no/non profit) ed istituzioni dello Stato che persegua uno sviluppo economico inclusivo ed ambientalmente sostenibile che non solo garantisca l’equo/ottimizzato utilizzo delle risorse, ma, per quanto possibile, tenda addirittura a rigenerarle e/o implementarle. Bisogna passare dall’utopia, ovvero del sogno irrealizzabile, all’eutopia, cioè la realizzazione concreta del miglior contesto economico, sociale ed ambientale fattibile partendo dalla situazione esistente, dalle risorse disponibili e dall’individuazione di quelle reperibili.
Criticità:
• La condivisione “politica” e “sociale”
• La frammentazione dei livelli decisionali
• Il ruolo delle istituzioni locali
• La scelta “condivisa” del livello di sostenibilità sociale ed ambientale degli interventi
• Il mix di tecnologie
• Costi nascosti ed esternalizzazioni sia dei costi (sociali, ambientali, economici) che dei ricavi
• Vincenti e perdenti della transizione: politiche inclusive
• L’equilibrio economico e l’equa distribuzione del reddito e della ricchezza
• La frammentazione territoriale e delle proprietà sia pubbliche che private
• Il rapporto pubblico/privato
Elenco dei sostenitori
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