
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Stabilire criteri e linee guida per gli impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli
- Descrizione dettagliata
- Stiamo facendo troppo poco per attuare la Transizione energetica indispensabile a fermare il Riscaldamento globale. Secondo le valutazioni degli scienziati, se continuiamo così le temperature a fine secolo non aumenteranno di 1,5-2°C, ma addirittura di 3-4°C, e il cambiamento climatico, di cui purtroppo si vedono già gli effetti, diventerà irreversibile.
Perciò è necessario dare una decisa accelerazione alla produzione di fonti energetiche rinnovabili, come l’eolico (per il quale però l’Italia ha risorse limitate ) e soprattutto il fotovoltaico, che è ormai una tecnologia matura e in molti casi economicamente conveniente. Poiché il fotovoltaico sui tetti e le coperture non basterà per gli obbiettivi fissati per il 2050, bisogna pensare anche ad impianti a terra sfruttando sia le aree improduttive e marginali, ma anche una certa quota di terreni agricoli, ad esempio attraverso l’Agrivoltaico di cui esistono già significative applicazioni ed esperienze.
In tutti i casi è necessario trovare soluzioni che permettano di rendere il fotovoltaico sempre più compatibile con l'ambiente, il paesaggio e, dove possibile, con le coltivazioni, garantendo anche il mantenimento della biodiversità e delle funzioni del suolo.
Perciò chiediamo:
- di stabilire criteri e linee guida per gli impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli;
- di incentivare le soluzioni che prevedono la possibilità di coltivare i terreni al di sotto degli impianti fotovoltaici (cosiddetto Agrivoltaico), ad esempio con colture ortive o il pascolamento del bestiame;
- di stabilire comunque che gli impianti debbano essere sufficientemente sollevati da terra per consentire almeno la crescita dell’erba e quindi possa “ospitare” la piccola fauna selvatica e le api, nonché correttamente inseriti nel paesaggio con opportuni interventi di “mitigazione” come siepi e alberate;
- di incentivare la ricerca scientifica perché studi e sperimenti nuove soluzioni, come la progettazione del fotovoltaico sul territorio come infrastruttura di collegamento abbinata a interventi attivi di riqualificazione ambientale, ad esempio riforestazione e inserimento nei “corridoi ecologici” per preservare la fauna e la biodiversità. - Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Gli impianti fotovoltaici a terra, specialmente su terreni agricoli, vanno regolamentati perché non comportino danni all'ambiente, al paesaggio e al suolo.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- Il Partito Democratico, il Governo, il Parlamento, le Regioni, le Associazioni degli agricoltori, le Università
Agorà da cui è emersa la proposta:
Quale Fotovoltaico per la transizione energetica
In questa Agorà ci proponiamo di discutere su come dare una decisa accelerazione alla produzione di FER attraverso il fotovoltaico, che è ormai una tecnologia matura, in molti casi economicamente conveniente, e soprattutto è il nostro migliore alleato nella lotta contro il cambiamento climatico ormai in atto. Il recente piano del ministro Cingolani riconosce la necessità di produrre circa 650 TWh all’anno da fonti rinnovabili nel 2050, ma prevede solo 60 GW di nuove FER al 2030, di cui circa 42 di fotovoltaico. Noi crediamo che sia troppo poco, e che sia necessario fare molto di più, anche stabilendo obbiettivi vincolanti per ciascuna Regione, nell’ambito della propria programmazione territoriale, per quanto riguarda le nuove installazioni. Prioritariamente il nuovo fotovoltaico andrà installato sui tetti delle abitazioni e delle industrie, e nell’ambito delle Comunità energetiche; ma occorre incentivarlo di più, anche semplificando le procedure autorizzative e burocratiche. Tuttavia, considerata la dimensione della transizione energetica che sarà necessaria di qui al 2050, questo non basterà. Bisognerà quindi pensare anche ad impianti a terra sfruttando terreni agricoli improduttivi, marginali e che non alterino il paesaggio. Purtroppo rischiamo in questo senso un “effetto nimby” da parte di ambientalisti che considerano il fotovoltaico quasi come un nemico dell’ambiente, mentre invece è il nostro principale alleato per prevenire effetti irreversibili a danno dell’ambiente, della biodiversità, dell’agricoltura e del paesaggio stesso; e di amministratori timorosi di prendersi responsabilità. Bisogna superare queste resistenze facendo da un lato corretta informazione, e dall’altro adottando e migliorando le nuove proposte per rendere il fotovoltaico sempre più compatibile con l'ambiente e il paesaggio, con sistemi già sperimentati all’estero e anche in Italia, ad esempio il cosiddetto “Agrivoltaico” (come proposto anni fa da Legambiente), e vincolandoli a interventi attivi di riqualificazione ambientale, ad esempio riforestazione e inserimento nei “corridoi ecologici” per preservare la fauna e la biodiversità. Ad esempio, parchi fotovoltaici sollevati da terra e inerbiti possono costituire piccole “oasi” per le api e la piccola fauna (assai meglio delle stesse superfici agricole coltivate). Le proposte (che saranno comunque discusse e messe a punto durante l’Agorà) sono: - attuare un piano di transizione ecologica più coraggioso, con una maggiore diffusione delle FER; - realizzare una pianificazione degli impianti attraverso quote ripartite fra le Regioni e accordi a livello locale come i Piani energetici intercomunali; - per tutti gli impianti a terra, migliorare i requisiti di compatibilità ambientale e abbinarli con una difesa attiva degli ecosistemi; inoltre, puntare sull'agrivoltaico integrato nell'azienda, fino a una certa quota della superficie aziendale.
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