
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
1) Coesione e inclusione sociale -Tavolo Provinciale sul monitoraggio qualitativo e quantitativo dello stato della spesa dei Distretti socio-sanitari
- Descrizione dettagliata
- Attivazione di un Tavolo di consultazione, all’interno della Rete Territoriale prevista dall'art. 13 della proposta di convenzione allegata alle “Linee Guida” della Regione Siciliana per la programmazione dei Piani di Zona 2021, riguardante il monitoraggio e la valutazione quantitativa e qualitativa sullo stato di realizzazione degli interventi e sull'attuazione della spesa di tutti i programmi attivati.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- E’ noto che i Distretti Socio-sanitari hanno gravi difficoltà di spesa delle risorse assegnate per l’erogazione dei servizi socio assistenziali e socio-sanitari di competenza. Complessità delle procedure, scarsità ed eccessivo turn-over del personale, comportano un rallentamento grave nella attuazione dei servizi. Per i servizi attivati, non sono disponibili dati rispetto alla loro valutazione qualitativa. Inoltre, i Distretti della Provincia di Siracusa sembrano in grave difficoltà, rispetto alla loro funzione di soggetti promotori di iniziative a valere su risorse finanziarie diverse da quelle del FNPS. Si ritiene che il far emergere il dato delle somme non spese ed ancora disponibili, a partire dalla programmazione 2013-2015, possa favorirne la riprogrammazione, consentendo quindi l’avvio di nuovi servizi a favore delle componenti più deboli della popolazione. Il monitoraggio qualitativo consentirebbe di migliorare l’efficacia dei servizi, e ne migliorerebbe la riprogrammazione.
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- AGCI
CONFCOOPERATIVE
FORUM TERZO SETTORE DELLA PROVINCIA DI SIRACUSA
LEGACOOP
ASP
Altre Associazioni rappresentative degli Enti del terzo settore
Distretti SocioSanitari della Provincia di Siracusa
Agorà da cui è emersa la proposta:
COESIONE E INCLUSIONE SOCIALE - PNNR e Sud - Sostegno alle famiglie, persone in difficoltà, disuguaglianza di genere, divario tra centri e periferie
La perdurante fragilità del welfare state più tradizionale, che fatica a rinnovarsi in funzione delle mutate condizioni socio-economiche del Paese, spiega l’importanza di cercare di rendersi conto della natura di un nuovo welfare. Nell’ultimo decennio la tenuta della spesa pubblica per le politiche sociali non si è accompagnata a una riorganizzazione incisiva delle diverse voci di spesa, lasciando in continua crescita il costo della previdenza che caratterizza da molti decenni il welfare state italiano. Il vulnus non è la scarsità di risorse a disposizione per la spesa sociale, ma un’articolazione interna fortemente sbilanciata, che penalizza le componenti del welfare diverse da quella previdenziale, soprattutto a danno degli interventi per i giovani, per le donne e per le famiglie. Accanto agli interventi garantiti dal settore pubblico, il secondo welfare coinvolge gli attori non pubblici, i soggetti del Terzo Settore, al fine di mobilitare risorse (economiche e ideative) per affrontare quei bisogni sociali che le politiche pubbliche non sono in grado di soddisfare a causa della limitata capacità di spesa dello Stato, per far fronte al crescente costo delle protezioni sociali tradizionali, in special modo previdenza e sanità e attuare misure di contenimento dell’ingente debito pubblico nazionale. E’ proprio sul Terzo Settore che il Governo ha maggiormente investito, emanando specifica normativa con una legge di riforma e di riordino, la n.106/2016 in cui il complesso degli enti privati, associazionismo, volontariato e impresa sociale, costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale in attuazione al principio di sussidiarietà, diventano parte di una stessa famiglia. L’attuazione della normativa ad oggi fa emergere alcune criticità sulle condizioni di applicabilità. In tal senso, si fa riferimento a due parole - chiave: coprogettazione e coprogrammazione che si realizzano quando, da parte della Pubblica Amministrazione, vi è la consapevolezza della necessità di acquisire gli apporti dei soggetti privati. All’esito del procedimento di coprogettazione si costituisce un rapporto convenzionale a titolo non oneroso in virtù del quale P.A. e Enti del Terzo Settore collaborano. Per agevolare l’efficace e celere attuazione degli interventi, il PNNR offre l’occasione di sperimentare un modello di sviluppo inclusivo e partecipato che necessita di una forte collaborazione, con la messa a disposizione di risorse proprie allo svolgimento di attività di interesse generale, finalizzate al soddisfacimento dei bisogni della comunità, Ma come fare comunità sulle politiche di welfare? Come creare utili strategie nei territori e costruire efficaci strumenti di policy? Come costruire le relazioni tra i livelli di decisione? Come migliorare nella pratica l’efficacia e l’utilità delle politiche centrali? Come portare nei territori del Sud, spesso, incapaci di progettare e storicamente in ritardo nell'erogazione dei servizi, valore aggiunto attraverso i fondi del PNNR? Quali tempi aspettarsi per ottenere risultati? Solo attraverso gli attori locali indirizzati a raggiungere una visione multisettoriale ai diversi livelli amministrativi e tecnici di un territorio, si possono ricomporre i conflitti là dove sussistano e raccogliere le esigenze degli utilizzatori diretti ed indiretti del bene avvantaggiandosi del contributo attivo della comunità locale. Per il successo del processo è necessaria un'interazione costante fra i saperi tecnici ed il bagaglio esperienziale diffuso. Questo è un metodo di arricchimento vicendevole di conoscenze ed esperienze. Un buon livello di partecipazione consente di gettare le basi per costruire accordi di programma che costituiscono l’esito finale.
Elenco dei sostenitori
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