Agorà Democratiche

Le rinnovabili e la vocazione dei territori nella transizione energetica

Descrizione dettagliata La transizione energetica che, con riferimento alle conferenze sul clima, in particolare la COP-26 recentemente tenuta a Glasgow, si basa su un ricorso estensivo alle fonti rinnovabili, chiede a tutti i paesi un impegno significativo ed efficace di collaborare alla decarbonizzazione del pianeta per evitare di superare l’incremento della temperatura media dell’atmosfera terrestre di un grado e mezzo rispetto al livello preindustriale. A questo scopo è necessario azzerare le emissioni di carbonio legate alle attività umane entro il 2050. Si tratta di una sfida epocale da giocare a tutti i livelli, politico, economico, industriale e soprattutto di coinvolgimento complessivo della cittadinanza. Il Partito Democratico intende partecipare fattivamente a questa sfida, con lo slancio e il protagonismo dei suoi iscritti e più in generale di tutti i cittadini interessati a lavorare convintamente, ognuno per la sua parte, a questo programma, da cui dipende il futuro dell’umanità. Le Agorà, recentemente introdotte dal partito, rappresentano uno strumento idoneo a consentire una partecipazione agevole, efficace e trasversale della cittadinanza. Il Circolo tematico “Scienza Innovazione e Sostenibilità” si propone di costituire un’Agorà su questo tema, estendendo la partecipazione ad altri circoli e a tutte le persone e associazioni, esterne al PD, interessate a questa tematica, secondo quanto previsto nei principi fondativi delle Agorà. Nella realtà pisana, si ritiene opportuno il convogliamento, oltre che del Partito Democratico, anche di istituzioni della ricerca, come Università e CNR, e di associazioni come EEE - Energia Ecologia Economia e altre. L’implementazione della transizione energetica pone per la sua fattibilità a tutti i livelli, un certo numero di criticità che debbono essere attentamente analizzate e affrontate: • Complessità nella gestione del territorio per la elevata invasività e impatto territoriale delle tecnologie rinnovabili, con particolare riferimento al fotovoltaico e all’eolico. • Problemi finanziari per gli investimenti legati alla elevata potenza rinnovabile da installare e ai poderosi apparati di accumulo, necessari per garantire la sicurezza delle reti elettriche a causa della non continuità della disponibilità di queste fonti. • Difficoltà e lentezza, con riferimento al nostro paese, dei processi autorizzativi, che potrebbero in parte vanificare le grandi disponibilità finanziarie, previste nell’ambito del PNRR entro un arco temporale, piuttosto limitato, di cinque anni. • Criticità nella disponibilità di materie prime particolari, necessarie per il fotovoltaico e i sistemi di accumulo elettrico a batteria. Da quanto sopra, emerge che la transizione energetica richiede un impegno epocale sul piano economico, il coinvolgimento di personale e competenze a tutti i livelli, l’introduzione di idonei provvedimenti legislativi, l’indagine accurata dei siti di applicazione, la messa in campo di significative risorse e di sviluppi tecnologici. Un programma di sviluppo del rinnovabile, totalmente calato dall’alto risulta peraltro impossibile e richiede che ogni territorio faccia la sua parte, attraverso la messa in campo e l’utilizzo integrato delle proprie risorse e specificità. L’integrazione territoriale, oltre che rendere possibile la realizzazione dei programmi di decarbonizzazione nei vari comparti che vanno dall’elettrico al trasporto e agli usi termici, può generare ricadute locali in termini di opportunità di sviluppo che interessano anche settori economici diversi da quello prettamente energetico, consentendo una circolarità reale, una diversificazione e un’integrazione tecnologica nella gestione delle fonti. Nell’ambito dell’Agora si configurano per ora le seguenti proposte progettuali: • Rilancio economico, produttivo e occupazionale delle aree marginali attraverso la valorizzazione delle risorse rinnovabili locali. Il progetto è destinato alle aree marginali, di tipo agro forestale per rilanciare l’economia nei settori specifici legati alla tradizione e alle risorse locali, la gestione dei boschi e dei parchi naturali, attraverso la valorizzazione della filiera del legno e della produzione di energia dalle fonti rinnovabili, quali le biomasse, l’idrico e l’eolico. Lo sviluppo energetico delle rinnovabili, oltre che costituire una significativa opportunità economica, consente anche di risolvere problemi endemici di questi luoghi attraverso la manutenzione boschiva e la regimazione dei corsi d’acqua, riqualificando il territorio e la qualità della vita. • Valorizzazione della risorsa geotermica. Il progetto, con un focus specifico sulla Toscana in cui la geotermia rappresenta la fonte primaria più importante, si propone di sviluppare l’utilizzo della risorsa, estendendone l’impiego oltre la conversione in energia elettrica, come oggi, alla cogenerazione di calore e puntando al miglioramento ambientale, attraverso lo sviluppo di tecnologie a re-iniezione totale, come previsto nella attuale legge regionale. La geotermia, nel contesto di una totale compatibilità ambientale, può consolidare la sua attrattiva turistica, anche attraverso iniziative di valorizzazione termale e dei prodotti tradizionali dei territori. Occorre quindi riproporre con forza il sostegno economico a questa fonte e prepararci alla sfida del rinnovo delle concessioni, per evitare potenziali ripercussioni negative sui territori interessati. • Sviluppo antropico delle piccole isole oltre la vocazione turistica. Il progetto si propone di invertire il trend di progressivo spopolamento e invecchiamento delle piccole isole, che provoca come conseguenza una riduzione dei servizi di base, sanitari, scolastici e di tipo commerciale, spesso limitati alla stagione estiva. L’idea è quella di richiamare su questi siti popolazione più giovane, anche extracomunitaria, che possa costruire opportunità di vita oltre l’attività turistica, attraverso l’utilizzo delle fonti rinnovabili e attività di pesca ecologica e sostenibile • Sviluppo di un modello energeticamente sostenibile e integrato per le aree urbane. Il progetto si propone di integrare il fabbisogno termico ed elettrico, attraverso tecnologie basate sul vettore elettrico e sulla produzione energetica locale a partire dalle fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico sugli edifici, e dal trattamento e conversione energetica dei rifiuti. Le soluzioni tecnologiche da implementare sono la cogenerazione e le pompe di calore, a livello concentrato e di quartiere e lo sviluppo di reti termiche per la fornitura distribuita. L’implementazione del progetto consentirà di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e quindi localmente le emissioni di inquinanti e di gas serra. Quale problema vuole affrontare questa proposta? Per realizzare in maniera efficacie e sostenibile la transizione energetica è indispensabile sviluppare la vocazione e il ruolo dei territori, rispettandone le peculiarità e le potenzialità e coinvolgendo appieno i cittadini e le istituzioni, nelle scelte tecnologiche. La proposta, partendo come riferimento dalla Toscana, e dalla sua peculiarità geografica, antropica e di risorse territoriali, consente di sviluppare e consolidare un modello di approccio generale alla sfida della transizione energetica ed ecologica. Una partecipazione dei cittadini, nello spirito spesso ricordato ma mai effettivamente applicato del “Think global, act locally”, unico approccio possibile per una globalizzazione efficace, giusta e rispettosa delle esigenze e delle specificità delle diverse realtà. Una cosiddetta “glocalizzazione”, ossia una globalizzazione che considera il locale, vi si adatta, ne trae i benefici e lo valorizza, piuttosto che ignorarlo o prevaricarlo, secondo l’assunto di Roland Robertson, docente all’Università di Aberdeen in Scozia. Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere? Un corretto approccio alla transizione energetica a partire dai territori, richiede il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni a livello comunale e regionale, le imprese economiche, tutte le attività produttive, in campo tecnologico, industriale, agroforestale e dei servizi, il mondo della scienza e della ricerca, le associazioni ambientaliste.