
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Riqualificare il ruolo dell’insegnante
- Descrizione dettagliata
- Il lavoro docente è esclusivamente declinato come cattedra. L’orario di lavoro coincide con il lavoro d’aula, più 80 ore di impegni collegiali, più ore non riconosciute. Le funzioni connaturate al processo di apprendimento vengono svolte fuori dalla scuola, in solitaria, oppure inventandosi le ore e gli spazi per farlo insieme. Ci si può confrontare su 28 studenti in un’ora sola di consiglio di classe? Servono rapporti con l’esterno (corsi di tutoring, alfabetizzazione lingua 2, collaborazione di dirigenti) che le scuole potrebbero accogliere in primo luogo per gli alunni e per la cittadinanza. Forme di integrazione del sapere, laboratori, formazione per docenti sono previsti in tutti i documenti della scuola, ma hanno bisogno di tempo, un tempo che venga riconosciuto socialmente ed economicamente. Emerge la necessità di criteri diversi per il contratto di lavoro degli insegnanti con più ore a scuola , per i docenti dell’Infanzia che adesso lavorano 25 ore, della Primaria che adesso hanno 24 ore (22+2 di programmazione) e della Secondaria che hanno 18 ore visto che viene richiesto a tutti la laurea per entrare in ruolo. Un tempo obbligatorio aggiuntivo settimanale servirebbe per il lavoro di team e di collegialità. La specificità di ogni docente va incentivata in tutti i sensi, affinché gli studenti imparino a pensare.
- Quale problema vuole affrontare questa proposta?
- Svalutazione del lavoro degli insegnanti
- Quali sono le persone, le realtà, le Associazioni, le istituzioni da coinvolgere?
- MIUR, Famiglie, Sindacati, Insegnanti
Agorà da cui è emersa la proposta:
Il futuro è ora: giovani, scuola e impegno civile
04 dicembre 2021
10:00 - 12:00
Elenco dei sostenitori
e altre 18 persone
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1 commento
Le ore di lavoro fuori dall'insegnamento in classe… Non si deve essere ipocriti: togliendo quelle obbligatorie, sempre all'interno della scuola, resta il tempo di lavoro a casa. Ed è soprattutto in questo che varia la qualità dell'insegnamento, oltre che, naturalmente, nella preparazione di base dell'insegnante. Se, per esempio, i ragazzi in italiano scrivono venti testi al quadrimestre, anziché i tre o quatto previsti, e se questi testi vengono corretti analiticamente, spiegando a lato il perché si è segnato errore, il livello dei ragazzi migliora enormemente. Questo ragionamento si potrebbe estendere a tutte le materie. Penso a quando insegnavo: nella revisione di un singolo scritto ampio, più o meno impiegavo mezz'ora, spesso di più.
Perché non si fa un concorso da sostenersi con commissione esterna all'istituto, a cui un insegnante possa iscriversi volontariamente per avanzare nella carriera - non solo soldi, ma anche possibilità di generalizzazione della sua esperienza e riflessione -… perché non sostenere un concorso così, nella cui valutazione finale contino anche, per uno spicchio, i giudizi anonimi dati dagli studenti sul singolo insegnante, perché volere "tutti uguali"? Un rifiuto a questo si spiegherebbe con uno spirito corporativo che purtroppo è molto presente nella categoria. Per me questa sarebbe l'unica riforma seria della scuola.
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