
Agorà Democratiche
AGORÀ DEMOCRATICHE
Se il PD fa il PD. Una proposta per recuperare fiducia
Approvata
- Descrizione
- Oggi esistono 4 partiti: M5S, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che raccolgono circa il 65% del consenso elettorale, almeno questo è ciò che risulta nei sondaggi. Possibile? Che cosa è successo?
Negli incontri al Circolo, in quelli provinciali e regionali, per un lungo periodo, si è parlato della rinascita del PD. In ogni intervento risuonava come un mantra, la stessa frase: “se il PD ricomincia a fare il PD, allora...”.
Ma cosa deve fare il PD per tornare a fare il PD, ognuno lo interpreta a modo suo: riallacciare i rapporti con il territorio, con le parti sociali, con la base, mettere il lavoro al centro, ridistribuire la ricchezza….
Proviamo a fare una cosa diversa: vediamo cosa hanno fatto gli altri per essere gli altri e quindi per raccogliere un così largo consenso.
Il M5S ha abbracciato tutte le posizioni suggerite dagli spin doctor “Casaleggio/Grillo” con un’opposizione rabbiosa e giustizialista. Si è presentato come un movimento anticasta al grido di “onestà”. Un movimento che non è disposto a accettare nessun compromesso e alleanze ed è così che grazie a questa rettitudine, ha raggiunto il 32.7 %.
La lega di Salvini, una volta superati i problemi nei confronti del Sud, ha cavalcato la paura degli immigrati, vera causa di tutti i mali, si è scagliato contro la dittatura dell’Europa e dei burocratici e si è mostrato inflessibile nell’applicare i propri principi. Un difensore degli interessi di tutti gli italiani con una felpa ad hoc per ogni occasione.
La Meloni ha sempre assunto posizioni contrapposte a quelle del Governo e si è mostrata coerente con i principi di una destra sovranista e xenofoba e direi, in completa sintonia con la Lega soprattutto nella posizione verso gli immigrati e l’Europa. Immigrati e Europa sono presentati come la causa di tutti i mali.
Al netto del supporto dei social, dei media, della politica tramite sondaggi e per il M5S, aggiungerei anche del consenso di una larga parte degli intellettuali di sinistra, aimè tuttora sensibili al richiamo populista, anche perché scandalizzati dalla segreteria renziana, proviamo a trovare dei punti in comune a tutte le posizioni.
Una breve parentesi. Il raggiungimento del 40% alle Europee è stato ottenuto da chi propagandava la “rottamazione” e quindi, anche in questo caso, in nome dell’anticasta; una variante del “mandiamoli tutti a casa: gli altri”.
In definitiva, quello che appare è che “gli altri fanno gli altri” quando attaccano i politici, quindi anche loro stessi, ma non è indispensabile che l’argomentazione sia coerente affinché sia accettata. L’importante è la realtà percepita, cioè l’immagine di se stessi che si riesce a trasmettere, a far apparire. Gli altri demonizzano l’avversario, denunciano la corruzione e gli interessi personali dell’opposizione, ma si presentano inflessibili rispetto ai lori principi e indirizzi (scusate ma non riesco a chiamarli valori).
Cosa fare affinché il PD torni a fare il PD? L’appartenenza al PD deve essere sinonimo di onorabilità, il partito deve farsi garante dell’onestà del suo gruppo dirigente. Serve una deontologia da rispettare e verificare, a tutti i livelli: nazionali e territoriali, e nel caso risulti necessario occorre procedere con la sospensione e/o l’espulsione, dandone ampia evidenza. Stessa sorte a chi, in modo più ampio, arreca danno all’immagine del partito (purtroppo abbiamo un esempio recente che ci ha fatto veramente male). Attenzione, anche i nominati nelle posizioni apicali delle aziende controllate devono aderire alle condizioni di onorabilità, ovviamente se nominati dal PD.
E’ richiesta la rettitudine; non si deve cedere su quegli argomenti che rappresentano i nostri valori o che sono stati utilizzati come bandiera in campagna elettorale. I valori non sono contrattabili!
Alla fine quello che dobbiamo fare è farci percepire come difensori dei diritti di tutti, incluso di chi ha di più, perché verso chi è più debole per noi questo è un dovere. Lo facciamo perché siamo “onorevoli” e torniamo ancora una volta alla famosa questione “morale” di 40 anni fa.
Il PD ha una bellissima Carta dei Valori, tra l’altro colgo l’occasione per invitare tutti a leggerla, e quindi se inseriamo nello statuto un codice etico di “rettitudine” e se saremo in grado di far percepire la nostra immagine come sinonimo di onorabilità, il PD potrà tornare a fare il PD. Degno di fiducia.
Per governare servono persone esperte, competenti, informate, tanto intelligenti da studiare e copiare gli esempi positivi degli altri paesi. Aperte ad apprendere le nuove esigenze e magari anche a prevederle. Insomma la cosa più difficile che esista, bisogna veramente impegnarsi e essere capaci. Per questo considero il M5S un disastro per l’Italia e anche per noi e per la nostra immagine, se continueremo con l’umiliante tentativo di accordarci senza se e senza ma, cercando al contempo di unire il centro sinistra non con un progetto, ma demonizzando l’avversario. E’ ormai chiaro a tutti che gli attacchi continui a Salvini, spesso pretestuosi, anche se giustificabili, hanno come unico scopo quello di unire il centro sinistra grazie alla contrapposizione ideologica. Si unisce “per” e non “contro”, altrimenti che differenza c’è tra noi e gli altri?
MARCO VENDALI - Circolo Andrea del Sarto - Firenze
- Tipo
- Online
- Nome del luogo o link se online o ibrida
- Eventuali ulteriori informazioni sul luogo
- Data dell'Agorà
- 8/10/2021
- Orario di inizio
- 17:30
- Orario di fine
- 20:00
- Numero massimo di partecipanti
- 200
- Dichiaro di aver scaricato e letto con attenzione le indicazioni contenute nel manuale su come facilitare un’Agorà
- Sì
Elenco dei sostenitori
e altre 23 persone
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Credo non si vada da nessuna parte puntando a ridare forza e rappresentanza al Pd, con regole di tipo deontologico, con regole disciplinari o con un mero richiamo ai principi.
Partirei da quello che affermava Reichlin (Alfredo): l’identità di un Partito è nella sua funzione storica.
La Fondazione diretta da Cuperlo potrebbe essere il luogo per raccogliere tutte le intelligenze dentro e vicine al Pd e provare a fare una analisi approfondita della fase storica che stiamo attraversando, con i nodi principali che presenta: rapporto tra capitalismo a livello mondiale e democrazia negli Stati, frammentazione del corpo sociale, diseguaglianze tra Stati e negli Stati, tendenze di fondo e contraddizioni sulle quali operare, salvaguardia della Terra e crescita economica sostenibile a livello internazionale, per citarne alcune.
Sulla base di tale analisi, puoi individuare quale funzione storica può svolgere un Partito come il Pd, la cui missione generale si può sintetizzare nei due obiettivi di libertà/equità per tutti gli uomini (il problema ambientale si può anche intendere come equità tra le generazioni presenti e quelle future).
Solo dopo aver individuato quale missione è realistico porsi, con un’ambizione che potremmo chiamare “utopia possibile”, diventa più agevole capire quale caratteristiche deve avere un Partito, quale organizzazione si deve dare, quali regole interne, quali strategie per allargare il consenso, ecc.
Quello che manca al Pd, complicato da costruire in questa fase storica, è una visione egemone, ben radicata nei processi reali, capace di produrre unità nel Partito e attrazione fuori.
Prima di indicare il percorso, serve individuare la meta: sulla meta generale credo siamo tutti d’accordo (libertà, equità, democrazia, sostenibilità), ma per un partito il problema è capire gli obiettivi possibili a breve e media scadenza in questa fase storica.
Non credo che una certa degenerazione correntizia, dipenda dal venir meno di una deontologia, di una disciplina, di uno spessore culturale, ma dal fatto che senza una cultura, una visione in grado, per la sua profondità e robustezza, di essere egemone, si produce nel Partito la stessa frammentazione che si produce nella società.
Il Partito è uno strumento e riesci a renderlo efficace/efficiente solo dopo aver individuato con sufficiente precisione, quale risultato vuoi ottenere, non generico, ma storicamente determinato.
Nel Pd ci sono tante intelligenze di ottimo livello, solo che invece di lavorare per una sintesi, sono in competizione.
Il peccato originale de Pd è stato quello di unire (opportunamente) in una sola organizzazione diverse tradizioni culturali, ma poi invece di verificarne la compatibilità, cercando di produrre una cultura unitaria, ogni tradizione ha tentato di mettersi alla guida di tale più grande partito.
Giusto tornare alle origini, ma per fare, in un contesto intanto mutato, il lavoro non fatto allora.
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